Francesco Bianconi e la sua “resurrezione della carne”

Il frontman dei Baustelle presenta al pubblico il suo nuovo romanzo, dove la miscelazione degli argomenti horror, cibo e mutamento la fanno da padrone

Ambientato in una Milano ipotetica del futuro prossimo, il secondo romanzo del cantautore e leader dei Baustelle, Francesco Bianconi, racconta una metropoli in continuo mutamento a 5 anni dall’Expo. Lo fa attraverso le immagini, i pensieri e le sensazioni di Ivan, un uomo che si guadagna da vivere sceneggiando una serie TV sugli zombie.

“La resurrezione della carne”, questo il titolo, affronta il tema dell’horror in modo riconducibile a Tiziano Sclavi ed al suo Dylan Dog. Un argomento molto caro a Bianconi che afferma di essere “contento di avere paura”. La presentazione del libro, avvenuta al Circolo dei Lettori di Torino, comincia con un reading musicato, Ettore Bianconi e Sebastiano De Gennaro che accompagnano il cantante senese con suoni elettronici ed un vibrafono, per ricreare colonne sonore di film italiani di zombi scritte da grandi musicisti.

L’irrequietudine di una grande città è ben descritta dall’autore attraverso vari rapporti umani del quotidiano. Visioni che destano scompiglio e che impressionano il lettore. Un adulto che cerca di rincuorare un bambino che ha smarrito i propri genitori in modo palesemente imbarazzato. Un brusco risveglio dopo una notte d’amore con una ragazza che inverosimilmente prende le sembianze di un mostro. Fino ad un padre che sprona il figlio di continuare a colorare dentro i margini di un quaderno senza curarsi delle catastrofi paranormali che stanno accadendo fuori dalla loro auto.

Francesco Bianconi affronta l’argomento della resurrezione da varie prospettive, elaborando in un romanzo tutte le sue provocazioni. D’altra parte per sua stessa ammissioni certi temi non posso essere ben sviscerati da un modo di comunicare a lui molto congeniale, quello della canzone.

Portante per lo svolgimento del romanzo è il ruolo del cibo. Una “Milano da mangiare” vista con occhi sopra le parti. Lontani dall’idea recente del mangiare che ci viene proposta ogni giorno in maniera sempre più insistente e quasi fastidiosa. Ma non per questo Bianconi ne condanna l’idea originale del cibo come fondamento della vita.

Sì perché il cantante negli anni ha raccontato la vita nelle sue varie sfaccettature, comprese quelle più macabre. Sorpreso dalle reazioni un po’ dubbiose del pubblico italiano sul suo modo di approcciarsi al tema della morte. Sul dopo e sulla resurrezione non si permette di dare una chiave di lettura obbligata, ma dice: “L’idea cristiana che un giorno ritroveremo tutti i nostri cari che abbiamo conosciuto e che potremo toccarli di nuovo fisicamente è bellissima”.

Per Bianconi il ruolo di scrittore non è il suo fine ultimo e i suoi impegni futuri sono chiari e ben delineati: “Negli ultimi anni ho scritto tanto per gli altri artisti. Ora ho voglia di produrre qualcosa per noi, per i Baustelle. E quando uno parte con questa voglia probabilmente il prodotto finale non sarà frutto di una lunga gestazione, ma uscirà a breve”. Una promessa che tranquillizza i fan e che non lascia altro se non aspettare con una certa impazienza il nuovo lavoro.

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Articolo pubblicato il 18/09/2015