La premessa che ha portato all’intervento russo in Siria in un quadro mondiale dove l’Europa non è neppure un convitato di pietra: è semplicemente inesistente

Il mancato successo della manovra politico persuasiva di Putin ai vertici riuniti di BRICS, SCO e EEA di questa estate

Putin aveva puntato molto sul fatto che durante la sua presidenza si svolgessero i vertici congiunti dei BRICS, SCO (Organizzazione economica e di sicurezza fondata da Cina e Russia con i Paesi centro asiatici vicinali) e EEA (Eurasian Economic Association, altra organizzazione di matrice russa per conglomerare le vecchie repubbliche sovietiche minori dell’ euroasia).

Aveva puntato molto il presidente russo perché la presenza di quasi tutti gli attori primari di un quadro geopolitico internazionale poteva essere una grande opportunità per far avanzare le mire espansionistiche sovietiche nell’area asiatica, previa intesa sui punti controversi con la Cina, molto interessata a frenare una influenza americana crescente, ma anche con l’India dove sono in crescendo i punti di vista comuni.

Il grande “Risico” ha avuto luogo nella sconosciuta Città di Ufa che ha ospitato i leader Xi Jin Ping (Cina), Hassan Rouhani (India) e Narendra Modi (Iran) e molti altri capi di stato delle tre sigle presenti, tutti alla ricerca, soprattutto i BRICS, di una vera identità per costruire un asse sud-sud di rapporti economici. Operazione estremamente difficile in assenza di una previa unione politica che la Russia ha cercato inutilmente di avviare. Che le cose non fossero semplici lo aveva già dimostrato l’insuccesso della New Development Bank voluta da Mosca e lanciata dai BRICS quale alternativa al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale.

Putin ha avuto anche la “sfortuna” di imbattersi nella inattesa crisi della borsa cinese,  che, sommata ad un momento di particolare debolezza della situazione russa, non ha certamente facilitato il suo lavoro di “moral suasion”.

Mosca ha anche cercato di favorire l’ammissione del Pakistan e dell’India nella SCO al solo fine di recuperare spazi di mediazione con Pechino e Delhi. Certamente la Cina vede favorevolmente una organizzazione economica quale la SCO in allargamento verso il sud dell’Asia, quale “nuova via della seta” per l’accesso ai mercati mondiali primari, bypassando la Russia e tenendo sotto controllo gli altri Paesi dell’area, in primis India e Afghanistan.

Ad Ufa, sino a ieri sconosciuta capitale della Repubblica russa del Bashkortostan, è stata comunque tracciata la tabella di marcia del “secolo Eurasiatico” e dell’”Ordine Mondiale di Seta” che va oltre l’Eurasia, comprendendo tutto a partire dalla megarete ferroviaria transcontinentale che va dalla Spagna sino al Mar Cinese Meridionale.

Ma l’obiettivo di Putin, di dare una forte veste politica alle sigle partecipanti all’incontro in vista soprattutto di avere appoggi alle sue varie aspettative e tra queste la questione Ucraina, non è stato raggiunto. Forse proprio da questo fallimento è nata la premessa della convenienza ad entrare operativamente nella crisi siriana in appoggio al regime di Sadat.

In un quadro mondiale così complesso e in continuo cambiamento, dove potremmo vedere a breve sconvolgenti terremoti geopolitici, l’Europa non è neppure un convitato di pietra: è semplicemente inesistente.

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Articolo pubblicato il 10/09/2015