È tempo per la tavola!

Andrea Biscàro ci parla della mostra allestita a Torino nella sala del Senato di Palazzo Madama, dedicata al tema della tavola imbandita attraverso i secoli

Sottopongo molto volentieri ai Lettori di “Civico20News” questo articolo che l’amico Andrea Biscàro ha dedicato alla mostra «Time Table – a tavola nei secoli» (m.j.). 


 

È tempo per la tavola!


Un gioco di parole azzeccato.


La mostra allestita nella sala del Senato di Palazzo Madama (dal 24/06 al 18/10/2015) prende il nome dal termine inglese “timetable”, ossia orario. Dividetelo in due ed il gioco è fatto: Time Table, il tempo a tavola. Infatti, la mostra, proposta nell’affascinante cornice di Palazzo Madama, si chiama «Time Table – a tavola nei secoli», imperniata, come recita il sito della stessa, «sul tema della tavola imbandita attraverso i secoli, un viaggio nel tempo alla scoperta della convivialità, dei riti sociali e dei piccoli grandi momenti della vita quotidiana».


Nel XVII secolo, lo scrittore francese Francois de La Rochefoucauld sottolineava quanto mangiare rappresentasse una necessità, ma mangiare intelligentemente un’arte. Concordiamo, aggiungendo che è altresì artistica la coreografia che il tempo ha sempre saputo creare attorno all’atto del cibarsi. È infatti questo il tema della mostra:


«Essere seduti intorno a un tavolo significa in primo luogo famiglia, stare insieme e condividere. Stando seduti a tavola si prendono decisioni importanti, si concludono affari e si determinano destini, nascono o muoiono amori.


Dalla tavola di Re Artù a oggi, la mostra Time Table evoca, a partire dal gioco di parole del titolo, il tempo e lo spazio della condivisione che nelle società occidentali è rappresentato dalla tavola imbandita.


Il percorso, ricco di spunti spettacolari, è articolato in sei tavoli principali, disposti radialmente intorno a un fulcro centrale come le lancette di un grande orologio che scandisce il tempo della storia e della memoria. Su ogni tavolo si dispongono gli oggetti ideati e creati in ogni tempo da artisti e artigiani per accompagnare i riti della convivialità: dalle umili ciotole graffite del Quattrocento, alle sofisticate allegorie dipinte della maiolica rinascimentale, fino al trionfo della porcellana e al colorato design della tavola borghese del Novecento.


Piatti, tazze, zuppiere, fiasche, bottiglie, bicchieri, ma anche gallerie di manufatti meno noti, come i rinfrescatoi e il vasellame “a sorpresa”, o quelli destinati alla “sacra mensa”, dove si celebra il rito della rigenerazione dell’anima.


Accanto alle stoviglie, sui “tavolini di servizio” altre opere evocano aspetti della vita quotidiana di ogni tempo, momenti particolari e diversi da quelli legati al cibo: strumenti musicali, giochi di società, abiti, elementi di arredo e, sempre presente, un orologio che scandisce il flusso del tempo.


180 opere che appartengono in gran parte alle collezioni permanenti di arte decorativa di Palazzo Madama, proposte sul filo di un nuovo racconto che porta nel museo il sapore della vita vissuta in casa, intorno al fulcro simbolico della sua socialità: la tavola».


Non ci rimane, dopo aver letto questa deliziosa panoramica sulla raffinata mostra, che segnalare un dettaglio di non trascurabile importanza: il biglietto per accedere a «Time Table» altri non è che il biglietto per la visita completa di Palazzo Madama. Suggeriamo quindi, al di là del viaggio nel passato fra i tavoli della nostra storia, di prendervi del tempo per visitare (o rivisitare) i piani del Palazzo dedicati all’Arte Decorativa, al Barocco, al Gotico ed al Rinascimento, senza dimenticare il piano fossato col suggestivo Lapidario Medievale e… il giardino del Castello, sito nel fossato.


Nell’ampio spazio dedicato al passeggio e alla quiete, «oltre alle piante e alle specie vegetali citate nelle carte antiche sono state inserite anche piante e erbe non specificatamente descritte nelle fonti, ma certamente presenti nei giardini medievali tra Italia e Francia, in base alle indicazioni fornite dai trattati di agricoltura e piante medicinali del XIV e XV secolo». 


Passeggiare nel giardino del Castello è una esperienza piacevole, direi singolare: pochi metri sopra, piazza Castello con la sua vita, i turisti, i passanti, le automobili, i mezzi pubblici. E voi sotto, nel verdeggiante fossato, circondati dalla pace che solo la Natura sa trasmettere.

Andrea Biscàro

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Articolo pubblicato il 05/09/2015