Il perfido mondo della moda perde un altro pezzo: si ritira Cara Delengnive

La 23enne britannica svela i meschini retroscena che circondano la vita di una top model

Una notizia sconvolge il panorama internazionale della moda: Cara Delevingne lascia le passerelle a soli 23 anni e all’apice della sua carriera. Fin qui ai più potrebbe sembrare una cosa di poco conto, o quantomeno un qualcosa su cui non soffermarsi a riflettere più di tanto. Ma invece fa parlare il modo in cui Cara ha detto basta, non senza qualche sassolino dalla scarpa tolto nei confronti di un’industria che le ha dato fama e denaro.

Lo stereotipo della modella come simbolo di bellezza assoluta è stato debellato da tempo, le top non sono le più dotate fisicamente, ma quelle che si adattano maggiormente alle esigenze del mercato e delle esuberanti, e a volte anche un po’ kitch, agenzie di moda. Cara Delevingne però è bella, è bellissima. E il suo fascino non è passato certamente inosservato, così che in pochi anni ha scalato le gerarchie imponendosi in ogni continente.

Nata e cresciuta in un piccolo quartiere di Londra, Cara ha mosso i primi passi nel mondo della moda a 17 anni per Burberry’s, lavorando poi per marchi di sempre maggior prestigio: dai H&M e Zara fino a Versace e Chanel. Per due volte (2012 e 2014) è stata insignita del British Fashion Awards come modella dell’anno, tanto da farla diventare erede designata di Kate Moss, con la quale ha diviso anche qualche lavoro.

L’addio di Cara è avvenuto tramite una breve dichiarazione al Times, che ha gettato nuove ombre su un universo mai troppo rivelato. Le sue parole sono state: “E’ come lottare e volare per mesi, sempre sul filo del rasoio. Ma è anche uno stato mentale. Se odi il tuo corpo, la tua immagine non può che peggiorare: ero giovanissima, ma mi sentivo già vecchia”.


Un rigurgito verso un ambiente che le ha dato tanto, ma allo stesso tempo le ha tolto, consumato, quasi rapito tutto quanto. Ora Cara nei confronti della moda è una bomba ad orologeria e non ha nessuna motivazione d’esser grata. Una canzone dei Francesco Guccini recitava così: “Vedi cara, certe crisi son soltanto segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire”.

E Cara fa uscire tutto, anche su ciò che gli addetti ai lavori costringono delle giovani ragazze a fare, manipolando le loro menti: “Quando sei una novellina non te la senti di dire no al nudo, ma io sono un po’ femminista e ci sono stata male. E’ orribile e disgustoso”. Che la Delevingne non sia mai stata una che si sia fatta mettere i piedi in testa, lo si evince anche dalle folte sopracciglia che la contraddistinguono e che non si è mai voluta tagliare. Ma anche dalle smorfie fatte sulla passerella. Tutti gesti che fan sperare che all’orizzonte ci sia un nutrito gruppo di ragazze che non abbia nessuna voglia di essere giocattolo delle agenzie, ma anzi capaci di far cambiare rapidamente modi e costumi a chi si crede il padrone delle loro vite.

Un altro brutto retroscena è rappresentato dal fatto che Cara ha sofferto di psoriasi, che doveva nascondere prima di ogni servizio fotografico: “I truccatori indossavano i guanti ed evitavano di toccarmi, come se avessi la lebbra”.

Ribelle e mai banale, Cara Delevingne non starà a casa a godersi le proprie ricchezze, ma proverà a fare ciò che più la appassiona: l’attrice. Questa affermazione magari farà sorridere qualche scettico o cinico, ma lei intanto, è già stata scritturata per importanti film, ben cinque per l’esattezza, in cui reciterà al fianco di attori del calibro di Will Smith e Jhonny Deep.

Lontani i tempi dei dualismi anni ’90 alla Naomi Campbell o alla Cindy Crowford, oggi le ragazze che sfilano dimostrano di avere anche un cervello e di saperlo far valere nel proprio campo e di non sottostare alle imbarazzanti regole del meschino mondo della moda contemporaneo, come nel caso della nostrana Bianca Balti. Per carità, l’obiettivo non è certo raccontare una storia strappalacrime di una povera miliardaria insoddisfatta che denuncia i soprusi subiti. Ma la speranza è che questa vicenda sia da monito, un avvertimento per un mondo maschilista che finora ha solo portato a disastri.

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Articolo pubblicato il 26/08/2015