Quando la Mole si chiamava “Tempio israelitico”

Dal libro di Carlo Collodi “Il viaggio per l’Italia di Giannettino” una insolita immagine del simbolo della nostra città

In un precedente articolo ho parlato del libro “Il viaggio per l’Italia di Giannettino” di Carlo Collodi – autore di “Pinocchio” – destinato all’uso scolastico, pubblicato in vari volumi dall’editore fiorentino Felice Paggi dal 1880 al 1886.

Si parla di Torino nel Capitolo X della Prima Parte, dedicata a L’Italia Superiore, edita nel 1881. Questo capitolo è stato riproposto nel 1992 da Maria Pacini Fazzi Editore di Lucca, in un volumetto a tiratura limitata.

Ed ecco la descrizione della Mole Antonelliana, al tempo chiamata “Tempio israelitico” e ancora in costruzione, fatta dal protagonista Giannettino al suo amico fiorentino Minuzzolo.

«[Giannettino] - Venendo da via Accademia Albertina e girandolando di qua e di là, ci trovammo in via Montebello, dov’è il nuovo Tempio israelitico di Torino.

[Minuzzolo] - In che anno fu fatto?

[Giannettino] - Nel 1863.

[Minuzzolo] - È bello?

[Giannettino] - Io non m’intendo di architettura, ma mi fece l’impressione di un Tempio fantastico e veramente originale.

Oggi però quel Tempio ha cambiato titolo e destinazione. Il Municipio lo comprò per farne un monumento in onore di Vittorio Emanuele II, e ora vi è stato raccolto il Museo storico nazionale dell’indipendenza italiana.

[Minuzzolo] - Cosicché Torino è rimasto senza Tempio israelitico?

[Giannettino] No davvero: un nuovo Tempio è stato eretto nel borgo San Salvatore poco distante dalla Chiesa Valdese».

L’illustrazione del libro ci mostra una Mole Antonelliana con la cupola ancora da completare e munita di una goffa copertura provvisoria.

A questa situazione si era giunti perché, nel 1869, la comunità israelitica, spaventata dai costi dell’opera progettata dall’architetto Alessandro Antonelli, aveva deciso di sospendere i lavori. Aveva poi ceduto il Tempio al Comune di Torino, in cambio di un terreno nel quartiere San Salvario, dove costruire l’attuale sinagoga.

Nel 1873, con l’idea di dedicare la costruzione al re Vittorio Emanuele II, il Comune di Torino aveva incaricato Antonelli di riprendere i lavori, che proseguirono, con varie vicende, fino al 1889. Nel 1884, quando Torino ospitava l’Esposizione universale, la punta della Mole era ancora incompiuta.

Fu inaugurata il 10 aprile 1889, quando Antonelli era ormai morto, il 18 ottobre 1888, a Torino.

Si può quindi ritenere che la figura della Mole riportata ne “Il viaggio per l’Italia di Giannettino”, non faccia riferimento alla situazione del 1881, con i lavori in corso, ma piuttosto a quella del fermo precedente al 1873. 

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Articolo pubblicato il 01/09/2015