Torino ”scomparsa”

Le “vasche” torinesi sotto i portici, viste da uno scrittore toscano

Nella seconda metà del XIX Secolo, un ragazzino di Firenze, di nome Giannettino, viaggia utilizzando la ferrovia per tutto il Regno d’Italia, in compagnia del suo maestro Boccadoro che gli illustra le caratteristiche più salienti delle città che visitano insieme.

È questa l’idea alla base del libro “Il viaggio per l’Italia di Giannettino” di Carlo Collodi – l’autore di “Pinocchio” – finalizzato all’uso scolastico e all’istruzione dei ragazzi che viene pubblicato dall’editore fiorentino Felice Paggi dal 1880, quando inizia l’uscita dei volumi dedicati all’Italia Superiore.

Nel 1883 compaiono i volumi dell’Italia Centrale e, infine, nel 1886 quelli dell’Italia Meridionale.

Nelle descrizioni delle città, Collodi inserisce, oltre alle più classiche nozioni su monumenti, chiese, musei e personaggi storici, anche informazioni sui teatri, sulle feste, sulla gastronomia.

Secondo la visione della pedagogia ottocentesca, tutte queste notizie sono date ai giovani lettori per mezzo delle spiegazioni, dotte ma sintetiche, del maestro Boccadoro ma anche grazie ai vivaci dialoghi tra Giannettino e il suo amico Minuzzolo, al quale Giannettino descrive quanto ha visto in giro per l’Italia.

Il Capitolo X della Prima Parte de “Il viaggio per l’Italia di Giannettino”, dedicata a L’Italia Superiore ed edita nel 1881, parla di Torino.

Riportiamo l’interessante descrizione che Giannettino fa all’amico Minuzzolo del passeggio torinese sotto i portici di via Po. Ricordiamo che a Torino, nel 1881, via Roma non aveva ancora i portici e non appariva neppure degna di nota, tante che Collodi la cita soltanto di sfuggita.

«[Giannettino] - La più bella passeggiata di Torino è quella di Via di Po, detta comunemente i Portici di Po. I Portici sono popolati in tutte le ore del giorno: ma specie poi la sera. Di sera c’è tanta folla, che par quasi che tutti i Torinesi abbiano fissato fra loro di ritrovarsi insieme in quel luogo.

- Chi lo sa che confusione con tanta gente!... – disse Minuzzolo.

[Giannettino] - Tutt’altro che confusione: perché devi sapere che a Torino c’è un uso, che a qualcuno parrà strano, ma che a me, dico la verità, mi piace: c’è l’uso dicevo, che l gente non va per le strade alla rinfusa, come qui da noi e in altre città. Nelle strade di Torino, e specialmente nelle strade molto popolate la gente, cammina sempre divisa in due correnti o, come chi dicesse, in due processioni: quelli per esempio che passeggiando sotto i Portici di Po vanno in giù verso il fiume, camminano tutti fa una parte del portico, e quelli che tornano indietro, si tengono da quell’altra. E così sono evitati gli spintoni, i pigia-pigia e le lunghe fermate: e così la gente incontrandosi spesso e vedendosi sempre in viso, è un continuo salutarsi, un continuo dirsi addio fra amici e conoscenti, un continuo levarsi il cappello fra professori e studenti, fra impiegati grossi e piccini, fra signori e artisti, fra nobili e plebei.

La via di Po – domandò Minuzzolo – ha i portici da una parte sola?

[Giannettino] - No: ha i portici da tutte e due le parti della strada: ma il portico della passeggiata signorile, il portico dei magazzini di lusso, delle belle vetrine e dei Caffè sempre affollati, è quello a manritta, andando verso il fiume».

Si conclude così questa vivace e partecipe descrizione del passeggio torinese sotto i portici di via Po, datata 1881.

Se si considera l’aspetto attuale di via Po non vi è dubbio che il quadro rappresentato da Collodi appartenga alla Torino ”scomparsa”.

Questo capitolo de “Il viaggio per l’Italia di Giannettino” è stato riproposto nel 1992 da Maria Pacini Fazzi Editore di Lucca, in un volumetto a tiratura limitata di 300 esemplari dal titolo “Torino”.

In copertina figura proprio una illustrazione dei portici di Po, non sappiamo se appartenente alla prima edizione oppure a una delle numerose edizioni successive.

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Articolo pubblicato il 25/08/2015