Quando vince il Populismo

Civico20News ospita un contributo pervenuto dall’Avvocato Alessandro Mella, consigliere nazionale U.M.I.

Molti gioirono quando il movimento Podemos portò la repubblicana Ada Colau alla poltrona di sindaco di Barcellona. Fu interpretato come un segnale di cambiamento, di novità e qualcuno lo cantò perfino come rossa scintilla di riscossa in una Spagna profondamente provata da tanti pasticci dei politicanti ma anche dalle imposizioni giunte dall'Europa.

A molti, qui da noi, quella vittoria sembrava avere un sapore di rivoluzione e richiamò ai passati fasti dell’italico grillismo ed alle molte illusioni che le urla pentastellate infusero negli animi delle masse.

Ma, come la storia insegna a chi la legge, le rivoluzioni e le grida delle piazze isteriche non produssero del bene ed anzi in genere procurano caos, guai, instabilità e financo, troppe volte, violenza.

Ben lo sa la Spagna che fu insanguinata da una guerra civile senza pari in cui le violenze e gli orrori si sprecarono da entrambe le parti con perfino  sistematici episodi di persecuzione religiosa.

E non pochi fiumi di sangue furono versati interamente alle sinistre internazionali che presero l'occasione per regolamenti, purghe dal sapore stalinista ed episodi simili.

Insomma quel bel paese ha già dato, ha già sofferto. Guerra civile, decenni di dittatura e crisi economica.

Unica e quasi insperata speranza fu soltanto la restaurazione della corona con un sovrano, Juan Carlos, cui tutti devono gratitudine. Volle la libertà, volle la costituzione, sventò il golpe Tejero e perfino restituì legalità all’ingrato partito comunista spagnolo.

Aldilà di qualche umana debolezza egli rimane un'icona di virtù e spirito liberale.

 

Ma si sa che i demagoghi ed i populisti hanno la memoria corta. Così, dopo averne rimosso il busto dalle aule del municipio, la vivace passionaria ora ha ritenuto di voler avviare una riforma della toponomastica finalizzata alla rimozione dei simboli, nomi e ricordi della monarchia.

Perché, si sa, per andare avanti il populismo ha bisogno di urlare, di rimuovere radici salde e sicure, di creare nemici contro cui scagliare la pubblica opinione.

 

Populismo e giacobinismo hanno molto in comune. Sono nonno e nipote zelante. Visti i risultati, nei secoli, c'è solo da sperare che non abbiano altra prole.

Il vento repubblicano, in Spagna ed in Europa in genere, negli ultimissimi decenni non ha mai portato alcun beneficio. Verrebbe proprio da dire: Dio protegga la Spagna!

  

                                            Alessandro Mella, Consigliere Nazionale UMI 

 

 

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Articolo pubblicato il 22/08/2015