Città della Salute Molinette - (TO)

Trapianti di rene a quota 3000

A quota 3mila, un numero che significa vite salvate e che è l’effettivo numero di trapianti di rene eseguiti fino ad oggi al centro trapianti renali Antonio Vercellone dell’ospedale Molinette della Città della salute e della scienza di Torino, che si conferma il primo centro in Italia per numero di trapianti eseguiti e per sopravvivenza.

 

Il tremillesimo trapianto è consistito in un ritrapianto su un paziente della provincia di Cuneo, il cui primo trapianto di rene era durato 12 anni. L'organo è arrivato da una donatrice morta all'ospedale di Novara.

 

Ad oggi, secondo i dati aggiornati, sono 3.002 i trapianti di rene eseguiti, di cui 94 trapianti doppi, 490 ritrapianti, 41 trapianti combinati di rene e pancreas e 49 trapianti combinati di rene e fegato (in collaborazione con il centro trapianti di fegato diretto da Mauro Salizzoni), 3 di rene e cuore (in collaborazione con il centro trapianti di cuore diretto da Mauro Rinaldi), 57 pediatrici fino al 2000 (i successivi 70 effettuati al Regina Margherita). Infine, a 130 ammontano i trapianti renale da donatore vivente, realizzati anche in presenza di incompatibilità del gruppo sanguigno.  

 

E’ dell’86% la sopravvivenza dell'organo a 5 anni dal trapianto: tre pazienti trapiantati nel 1982 sono ancora in vita con l'originario trapianto di rene iniziale.

 

7 novembre 1981, il primo trapianto di rene alle Molinette

 

Tutto è iniziato il 7 novembre 1981, data del primo trapianto renale da donatore deceduto a Torino e che ha di fatto avviato il programma regionale trapiantistico del gruppo di clinici torinesi, i nefrologi Antonio Vercellone e Giuseppe Paolo Segoloni, il chirurgo vascolare Roberto Ferrero, l’urologo Giovanni Sesia, il rianimatore Mario Maritano e il genetista Emilio Sergio Curtoni.

Garantendo anche la realizzazione di un trapianto a centinaia di pazienti non presi in considerazione da altri centri trapianti per la loro complessità, la macchina organizzativa della Città della salute prosegue con successo grazie alla collaborazione sinergica tra l’equipe nefrologica della Nefrologia universitaria di dialisi e trapianto diretta da Luigi Biancone (nell'immagine), che si fa carico della gestione clinica del paziente nella fase pre e post-trapianto con la chirurgia vascolare, diretta da Maurizio Merlo e il cui responsabile è Piero Bretto; con l’Urologia universitaria diretta da Bruno Frea, il cui responsabile è Omid Sedigh, e della Immunogenetica e biologia dei trapianti, diretta da Antonio Amoroso, che ha commentato: «Questo tremillesimo trapianto non costituisce ovviamente un punto di arrivo ma scandisce soltanto la continuità di un cammino avviato agli inizi degli anni '80».

 

«Le Molinette, un’altra volta eccellenza italiana».

 

L'avvocato Gian Paolo Zanetta, direttore generale della Città della Salute di Torino ha inviato una lettera di complimenti e di ringraziamenti a tutti gli operatori per lo storico traguardo raggiunto con i 3000 trapianti di rene dell'ospedale Molinette.

«La direzione aziendale si complimenta e ringrazia sentitamente tutti gli operatori per lo storico traguardo raggiunto con i 3000 trapianti di rene. Grazie all'impegno, alla professionalità ed all'abnegazione che vi hanno contraddistinto in questi anni di decennale attività e che hanno permesso al nostro ospedale di raggiungere per l'ennesima volta l'eccellenza italiana. Non deve essere un punto di arrivo – prosegue Zanetta - ma il prosieguo di un lungo percorso che vi permetterà di raggiungere nuovi ed ancor più prestigiosi traguardi e rendere così possibile un'attività sanitaria fondamentale per la salute e la vita del paziente».  

 

Come dichiara il professor Biancone, responsabile del programma di trapianto renale alle Molinette: «Grazie alla convergenza di queste differenti competenze, perfettamente integrate da oltre trent’anni di impegno sul campo, è stato possibile offrire la realizzazione di un trapianto a centinaia di pazienti non presi in considerazione da altri centri trapianti per la loro complessità».

 

                                                                                            Liliana Carbone

 

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Articolo pubblicato il 17/08/2015