Prosegue a Chialamberto (Torino) la Mostra “Andar per sentieri nelle Valli di Lanzo. Storia – arte – natura”

L’ approfondita analisi della mostra - dedicata ai percorsi su strade e sentieri delle Valli di Lanzo – condotta dal professor Gian Giorgio Massara

A Chialamberto (Torino), la Mostra “Andar per sentieri nelle Valli di Lanzo. Storia – arte – natura”, allestita dall’Associazione Donne di Chialamberto presso il Salone Parrocchiale, è stata inaugurata sabato 1° agosto.

Lo storico dell’arte professor Gian Giorgio Massara, che ha fornito la sua autorevole consulenza per la realizzazione, presenta la mostra nel suo contributo intitolato “Andar per sentieri” (m.j.).

 

La guida di Torino del Borbonese, nel 1898, così presenta la ferrovia Torino-Ciriè-Lanzo che dispone di un servizio bagagli, merci a grande e piccola velocità, servizio telegrafico:

Da quest’ultima città (Lanzo) si dipartono

Le tre vallate di Viù – Usseglio,

di Ala – Balme e di Chialamberto – Forno,

per le quali il servizio è fatto di omnibus (…)

A Lanzo il treno dunque si fermava, per cui bisognava incamminarsi su strade non sempre agevoli giacché si dovevano ancore concludere  parte  delle vie carrozzabili specie nelle vallette laterali; alcune località, come i Tornetti, necessitavano di una portantina per le signore. Ne fa fede un bel dipinto di Giovanni Battista Carpanetto.

Ecco allora che abitanti, alpinisti, villeggianti estivi, si imbattevano in ponti, dallo storico Ponte del Diavolo al quattrocentesco ponte di Forno di Lemie, dal pointe di Vassola (Chialamberto) a quello dei Cornetti a Balme sito costruito

comme un nid d’aigle au sommet d’un rocher.

Cammin facendo, perché non fermare il passo per recitare un’Ave Maria di fronte ai piloni, quelle edicole devozionali che Pier Carlo Jorio e Luigi Buschino hanno così ben studiato?

Gaiera di Lemie, esclusa, in quanto “terra di mangia preti”!

Si tratta di piccole costruzioni con una nicchia pronta per accogliere immagini sacre, erette spesso al fine di assolvere un voto oppure per indicare itinerari, quale segnacolo sacralizzante

Il Sacro Lino, che si ritiene abbia avvolto il corpo di Cristo dopo la morte in croce, transita nelle valli dopo il 1535; sui muri di private abitazioni, nelle cappelle, ne rimane l’effige, dal nominatissimo affresco di Ceres (Voragno) studiato da Giovanni Donna D’Oldenico, recante gli stemmi di Beatrice del Portogallo e dei Savoia, al grandioso dipinto ovale di Mezzenile, all’importante opera conservata a Viù (frazione Venera) che raffigura i duchi Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I in atto di osservare e venerare la Sindone.

Molte fontane – graziosa è quella dell’Alpe Cre du Rian alle Curbassere – conducono il discorso verso le cascate e i laghi che allietano le valli; scende fra le rocce una modesta cascata a Malciaussia, più imponente è quella presente in Val d’Arnas, mentre, in Val Grande, il vallone di Vassola accoglie un susseguirsi di pittoresche cascate spumeggianti.

Serene le visioni del lago Paschiet in Val d’Ala, dei laghi di Unghiasse e della Gura in Val Grande, quest’ultimo non lontano dal sentiero che da Forno Alpi Graie conduce al rifugio Daviso a 2300 m. di altitudine…

E che dire del più celebre canto di montagna Dai rivi d’argento?  

Sono velocemente da ricordare il fondatore del CAI Quintino Sella e Giovanni Pastrone regista di Cabiria che aveva casa a Richiardi di Groscavallo.

A mezzogiorno la pianura d’Usseglio è cinta da monti, le cui falde sono vestite d’alberi e sparse di casolari. La regione media ne è erbosa e coperta di rododendri; e le vette che aprono qua e là un valico fra la valle d’Usseglio e quella di Susa, pigliano natura più aspra e selvaggia.

La poetica citazione del conte Paolo di Saint-Robert, comandante in capo della spedizione Salita alla Torre d’Ovarda, è tratta dal libro edito dai fratelli Bocca nel 1873 che comprende note geologiche e botaniche oltre ad appunti zoologici scritti da Michele Lessona.

Il topolino abbonda nelle case; abbondano i ghiri, il nocciolino e n’ebbi una nidiata (…) nel nido elegante costruito di foglie secche.

Purtroppo il Lessona si rammarica di non aver sentito la marmotta  fischiare mentre

l’aquila reale campeggia su quegli eccelsi dirupi.

Chiese, cappelle, luoghi fortificati – dalla Casa della Dogana di Ala alla Casa Goffo a Cantoira, al Rociass di Balme, ai resti del Castello di Viù – venduto da Andrea Provana di Leinì per aiutare il suo Signore - punteggiano le tre valli; in alcuni casi ecco la presenza di affreschi quattro-cinquecenteschi da Lemie ad Ala di Stura, da Coassolo a Corio ove si registra la presenza dell’unico frescante che lasci la propria firma nelle valli: Oldrado Perini di Novalicia...

Legate al mondo dell’alpinismo sono le suggestive fotografie di Marco Blatto. La mostra di Chialamberto si conclude con due momenti dedicati all’arte contemporanea. Pier Carlo Jorio presenta alcune sculture lignee intitolate I testimoni della fede, opere che destano interesse nel visitatore per la schietta realtà espressa, concepite al di fuori di qualsiasi canone stilistico.

Accanto è esposto un gruppo di incisioni di Carla Parsani Notti dedicate in particolare ai santuari delle valli, ai ponti, ai piloni, ai paesaggi d’alta montagna. L’autrice nel 1996 realizza la cartella di incisioni Fogli della Valle di Lanzo. Poiché cadeva in quell’anno il 50° di fondazione della Società Storica delle Valli di Lanzo, è il presidente stesso Bruno Guglielmotto Ravet a presentare l’opera, considerando nel proprio saggio come i luoghi della fede siano irrinunciabile testimonianza della civiltà montana.

Gian Giorgio Massara

Associazione Donne di Chialamberto

Andar per sentieri nelle Valli di Lanzo Storia – arte – natura

Inaugurazione sabato 1° agosto ore 16:00

Salone Parrocchiale Chialamberto

orario: sabato e domenica 10-12 / 16-18,30 dal 1° agosto al 30 agosto 2015.

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Articolo pubblicato il 13/08/2015