La CITTADELLA di Torino e le sue opere sotterranee

Approfondiamo la conoscenza delle meraviglie culturali della città 2

La Cittadella di Torino in 300 anni di vita, a partire dal 1564 si è trasformata e la sua storia ha seguito, ma spesso anticipato, la storia de “L’art de la guerre” nelle sue diverse sfaccettature.

Architettura militare, difesa ed attacco delle piazze, artiglieria, guerra sotterranea, Piazze basse, poterne (false porte), contromine, comunicazioni  sotterranee, ideate a priori per porre rimedio a nuovi metodi di attacco, vengono nel tempo duramente criticate da altri autori della difesa e attacco di una Piazza che constatano a posteriori i loro limiti dopo il confronto con la realtà di un assedio, con l'ingegnosità di nuovi metodi offensivi e con l'evoluzione della tecnologia militare. Nel 1830 Manente degli Uberti mette in crisi persino il sistema bastionato.

Per la Cittadella della nuova capitale del Ducato di Savoia lo studio comparato di carte, disegni e testi (relazioni-diari-trattati di fortificazione) ci permette  di comprendere meglio sia la sua struttura sia quello che era la vita al suo interno: dai suoi cantieri popolati di operai, ingegneri, sovrastanti, misuratori sino alle comunicazioni in superficie o sotto terra, nelle quali i soldati si spostavano per far fronte nell’uno e nell’altro schieramento al lungo assedio del 1706 che vide Torino resistere alle armate del Re di Francia.

 Ma l’emozione più grande è ritrovare tracce di eventi descritti anche nei muti testimoni di quella guerra sotterranea, le gallerie di contromina, preziosa eredità ancora rimastaci della antica piazza fortificata.Ora l’obiettivo più prossimo è la riapertura del Museo d’Artiglieria all’interno del  Mastio della Cittadella chiuso ormai dal 2008 e in attesa di essere riaperto alla conclusione dei restauri della struttura.

Il progetto iniziale prevedeva lavori per 10 milioni di euro. Ma le vicissitudini finanziarie degli ultimi anni hanno portato alla divisione in lotti per le opere da realizzare, in base alle effettive disponibilità di bilancio dell’amministrazione.

Con il primo lotto del valore di 4.200.000 euro, realizzato tra il 2010 e il 2012, molto è stato fatto: il consolidamento della struttura (stiamo parlando di un bene storico costruito nel Cinquecento), il nuovo ascensore, il rifacimento delle impermeabilizzazioni, il restauro di parte delle facciate, degli intonaci interni e delle dotazioni impiantistiche.

Sono previste ancora due fasi per completare l’edificio. Con il finanziamento del lotto 1 bis si sta completando il lavoro delle opere impiantistiche e la sistemazione esterna al Mastio, per risolvere il problema dello smaltimento delle acque piovane. I lavori saranno conclusi nel 2016

L’ultimo intervento riguarda il ‘Padiglione Italia 61’, affiancato al lato Nord del Mastio, realizzato dall’esercito per la celebrazione del primo centenario dell’Unità d’Italia. Lavori di recupero preventivati in 3.500.000, ma finanziati finora soltanto al 50 per cento. Uno spazio di circa 1.000 metri quadri dai quali ricavare un ampio spazio per le attività di supporto del Museo. Ma occorre per l’appunto un sostanzioso restauro per realizzare le strutture e le opere edili e impiantistiche (come la centrale termica) per renderlo funzionale.

Oggi le prestigiose collezioni del Museo, undicimila pezzi, dal neolitico al xx secolo – sono collocate nella caserma Aimone di piazza Rivoli, a Torino. Collezioni purtroppo chiuse al pubblico e visibili soltanto agli studiosi. Una quantità cospicua di materiale che tornerà ad essere esposta nella sede originaria del Mastio della Cittadella. Anche a rotazione, considerando che soltanto una piccola parte degli undicimila pezzi troverà uno spazio fisso nel Museo, visti gli attuali standard espositivi.

 

Foto: www.museotorino.it

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Articolo pubblicato il 04/08/2015