Considerazioni su Torino e Piemonte per un futuro migliore

Agganci e risorse per la ripresa

L’area torinese, ancora oggi, ha in corso  un processo di trasformazione che ha origine dagli anni 70. Prima della crisi che ha momentaneamente interrotto questo processo, la città si manteneva a livelli competitivi rispetto ad altre realtà europee, grazie anche alla diversificazione settoriale: meno tessile, metallurgico e macchine per ufficio, più modernità, Information Communication Tecnology (ICT), biotecnologie, meccanica strumentale e aerospaziale.

A questo cambiamento hanno sicuramente contribuito le elevate potenzialità tecnico scientifiche del territorio, infatti il Piemonte, ancora oggi è regione leader in Europa in termini di occupazione nei settori medium-hightech e ricerca industriale.

Purtroppo, già prima della crisi , le criticità derivavano da una bassa propensione al finanziamento della ricerca e da un trend negativo nell’attività brevettuale; inoltre il portafoglio tecnologico del Piemonte è ancora in parte dominato dai settori tradizionali, in contro corrente a quanto avviene nel resto del mondo, con l’attività innovativa più consolidata nei settori meccanica e aeronautica, mentre ICT e biotecnologie si attestano su valori relativamente bassi.

Altra criticità deriva dal profilo di istruzione della popolazione non particolarmente elevato, sotto la media nazionale riguardo al possesso di un titolo universitario ma in recupero da qualche anno.

Prima della crisi stavamo riconquistando competitività grazie alla progettualità di lungo periodo, ad una strategia industriale focalizzata, orientata alla specializzazione e alla concentrazione geografica in cluster, che hanno sostenuto il dinamismo imprenditoriale rendendo il territorio attrattivo in termini di capitale umano qualificato, attività innovative e finanziamenti.

In tale contesto i policy makers potranno e dovranno contribuire attivamente al processo di trasformazione ponendo le condizioni di base affinche’ la conversione territoriale abbia luogo, operando con una azione coordinata delle politiche economiche, industriali, finanziarie, scientifiche, dell’istruzione, sociali e culturali.

A proposito della cultura, questo settore si è distinto dal 2010 quale nuovo fattore produttivo, in continua espansione, con turisti in aumento ogni anno e incidenza positiva sul PIL regionale.

Prendendo in esame specificamente la città Torino e la sua area metropolitana, si possono individuare, anche se non esaustivamente, alcuni argomenti di interesse:

MOBILITA’

E’ necessario unificare i servizi di trasporto creando un sistema integrato in un’area “vasta” che comprende Torino e l’area metropolitana con oltre due milioni di abitanti. Il potenziamento della mobilità è finalizzato a rendere facilmente raggiungibile l’area metropolitana di Torino “dall’esterno” e facilitare i “trasporti interni”. Lo scopo è quello di evidenziare la centralità della tradizionale area della città di Torino ed evitare fughe della popolazione dell’interland verso Milano, sempre più facilmente raggiungibile grazie alla alta velocità ferroviaria.

AREA VASTA

Potrebbe risultare auspicabile utilizzare l’area metropolitana per indirizzare i programmi di sviluppo in un sistema omogeneo e integrato, dove le aree interessanti potrebbero identificarsi con:

- L’asse Caselle Aeroporto, Ciriè, Lanzo

- L’asse Settimo, Chivasso

- L’asse Rivalta, Orbassano, Pinerolo

- L’asse collinare comprendente Chieri

- L’asse Carignano Carmagnola

Siamo quasi al limite di una città-regione, che come area fortemente urbanizzata ha interessi comuni all’interno dello stesso interland torinese. Si deve però immaginare una città “stellare” e non “accentrata”: poli decentrati, periferie libere, assenza di aree omogenee (residenza, lavoro, servizi), eliminando sia i grandi spazi di desertificazione umana che quelli ad altissima densità oraria. A tale fine è quindi auspicabile lo sviluppo della mobilità verso gli assi sopra richiamati utilizzando le linee ferroviarie già esistenti utilizzando i “treni della metro”o i “tramtreni della Alstom”, per fare un esempio, più adatti per le caratteristiche tecniche a trasporti veloci, con altra frequentazione e frequenti fermate.

CITTA’ POLICENTRICA

Si deve quindi convergere verso uno sviluppo  a “città policentrica” dove Torino costituirà il centro di attrazione più rilevante ma non l’unico centro. Ribadiamo che si devono evitare sviluppi immobiliari che creino periferie o quartieri tradizionali che negli anni passati hanno creato ghetti e zone di emarginazione e delinquenza. I centri devono essere dotati di tutti i servizi in quanto devono costituire essi stessi dei poli di attrazione indipendenti dal centro principale idealmente costituito dall’area romano-barocca di Torino. I centri della città policentrica devono altresì permettere l’accesso abitativo/operativo a tutte le classi sociali: in tal modo si evita l’emarginazione con tutte le relative conseguenze.

Il concetto non è nuovo, già nell’ottocento le abitazioni costituivano un alveare multisociale: nello stesso palazzo abitavano, su piani differenti, il borghese abbiente, l’impiegato e il proletario.

STRUMENTI DI ATTRAZIONE

La capacità di attrazione di un Centro Urbano/Metropolitano deve essere necessariamente sviluppato intorno alle potenzialità intrinseche del territorio: per il Piemonte il turismo è ormai una certezza consolidata con ancora enormi margini di crescita, grazie alla quantità e qualità delle meraviglie culturali del territorio regionale. Ovvio che politica, istituzioni e privati devono lavorare in stretto coordinamento per migliorare i molti punti ancora critici tra i quali la mobilità e la cultura dell’accoglienza.

Altro strumento è l’internazionalizzazione: occorre far nascere nei torinesi/piemontesi la capacità di “pensare in grande” ed eliminare gli storici aspetti di autolesionismo e di autolimitazione, perché siamo in grado di proiettarci verso l’estero, siamo i grado di ricevere il mondo in casa nostra, siamo, più di tanti Paesi, in grado di fornire attrattive assai diversificate, paesaggistiche, culturali, logistiche e innovative.

                                                                                                               

Foto: http://www.toguardainalto.altervista.org/

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Articolo pubblicato il 07/08/2015