#gruvillage: "Resurrection Tour 2015"...ANASTACIA

Torinooo”…l’urlo arriva alle 22.00 precise.

Comincia così il concerto al #gruvillage : il “Resurrection Tour 2015” che porta per la prima volta la cantante di Chicago nella nostra città.

Alta come un soldo di cacio, zeppe vertiginose ai piedi, vestita in modo sobrio ma decisamente sexy: jeans  aderentissimi, top di pizzo generosamente scollato e golfino con frange che svolazzano di continuo grazie anche a due enormi ventilatori, piazzati strategicamente sul palco: “Left outside alone” il brano di apertura.

Anastacia è decisamente in forma e per fortuna i gravi problemi di salute che negli ultimi anni l’hanno tormentata, tenendola forzatamente lontano dalle scene, sembrano definitivamente superati: si muove leggera sull’ampio palco, canta, balla, scherza col pubblico, con la voce che pian piano si scalda e ci regala quella tonalità e quell’estensione vocale che l’hanno resa unica ed inimitabile nel panorama musicale internazionale.

Un concerto senza fronzoli, senza maxi schermi, senza video di backdrop, senza ballerini e senza continui cambi d’abito: un concerto dove è la musica, ma soprattutto la voce, a farla da protagonista.

Grosso merito va anche alla band, minimalista ma oliata a dovere e che gira a mille, formata da basso, chitarra, tastiere, batteria (scusate la deformazione professionale, ma Steve è una vera macchina da guerra) e due coriste…”bbone e sexy”, come le definisce la lead vocal stessa, davvero brave.

La scaletta è una sapiente miscela di brani vecchi e nuovi, lenti e ritmati, che regalano al pubblico presente, che tra l’altro fa registrare l’ennesimo  sold out, cento minuti di adrenalina pura: “Sick and tired”, “Pieces of a dream”, dedicata a tutti i fans presenti nell’arena, “Cawboy & Kisses”,  “Lifeline”, “Defeated”,  “Best of you”, sono brani che infiammano l’arena.

Due i momenti topici dello spettacolo.

Il primo, riguarda le cover di “Back in black” degli AC/DC e di “Sweet child O’ mine” dei Guns’n’Roses, dove l’interpretazione vocale di Anastacia non fa rimpiangere, anzi, quelle originali di Brian Johnson e di Axel Rose.

Il secondo, “I belong to you (Il ritmo della passione)”, dove la voce di “Eros Ramasoti” (cit.) è sostituita da quella di una delle coriste, e rende il brano, se possibile, ancora più emozionante.

Per me questa canzone rappresenta molto, moltissimo, ma i lucciconi e i brividi lungo la spina dorsale, vi posso garantire che non sono stati solo miei.

Il concerto si chiude con un crescendo da paura: “Paid my dues” è l’ultimo brano della prima parte della scaletta, ma il pubblico non ne ha certo abbastanza e quindi è tempo di encore, dopo la consueta piccola pausa sindacale: l’intro vocale di “Freak of nature” apre la strada a “One day in your life”, eseguita superbamente, e “I’m outta love”, fantastica, che chiude lo show nel tripudio generale, con cori e battimani.

Che dire, un grande concerto per una grande interprete, che ha dimostrato come la propria voce non sia frutto di manipolazioni in studio (vero Maria Luisa Veronica e Stefani Joanne Angelina???), ma un dono di Madre Natura.

A voler proprio cercare il pelo nell’uovo, manca qualche brano all’appello, “Not that kind”, il primo titolo che mi viene in mente, ma sono dettagli…


Un caloroso ringraziamento a Roberto Troisi (www.troisiphoto.com) per le bellissime foto.

Stay always tuned !!!

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 30/07/2015