Dopo Mukachevo cosa cambia ?

I rischi di una destabilizzazione che tanto farebbero piacere a Putin

Ai piu’ la localita’ di Mukachevo non dice nulla e anche per gli stessi Ucraini sino a dieci giorni fa non era altro che una piccola cittadina vicina al confine Ungherese dove si svolgevano una serie di traffici tipici dei paesi di confine, alcuni legali molti illegali.

La questione corruzione delle dogane e’ sempre stato un annoso problema dell’Ucraina, un sistema che faceva comodo a tanti e che arricchiva pochi, specie i politici locali e la polizia.

Dieci giorni fa e’ successo che alcuni elementi di Pravij Sektor abbiano avuto un conflitto a fuoco con le forze di polizia locali e ci siano scappati tre morti. I primi sostengono che stavano effettuando un’operazione per stroncare traffici illeciti, i secondi che non si sono messi d’accordo sulla spartizione dei traffici illeciti.

Dove sta la ragione e’ difficile dirlo, ognuno ha avanzato le proprie ipotesi e tesi e probabilmente come spesso accade la verita’ sta nel mezzo. Ma la cosa su cui invece soffermarsi, osservando i fatti da fuori, e’ un’altra.. Per la prima volta dal Maidan la Nazione Ucraina ed il suo popolo sono divisi, una divisione profonda che sinora non si era mai manifestata.

Pravij Sektor alle elezioni dello scorso anno ha preso meno dell’1% nonostante abbia un ottimo seguito tra la popolazione, senza grosse distinzioni regionali. La maggior parte delle persone li vede come i nazionalisti duri e puri, l’ossatura su cui ricostruire un paese dilaniato dal malaffare. E’ probabile che di fronte alla responsabilita’ delle urne molti dei suoi simpatizzanti abbiano poi optato per un voto piu’ moderato ma in cuor loro e’ sempre rimasto l’affetto per Dmitro Yarosh, il leader indiscusso di PS.

Osservando i commenti della diaspora Ucraina nei vari social network emerge un crescente radicalismo ed una critica sempre piu’ forte verso l’attuale Presidente Poroshenko. Tralasciando anche qui l’aspetto puramente politico a l’analisi del perche’ di questo crescente malessere verso il Governo centrale e’ invece da notare come questa spaccatura del paese mini profondamente le basi dello stesso.

Durante e dopo il Maidan l’aspetto predominante, che aveva permesso prima la vittoria nella rivoluzione della dignita’ e poi la tenuta del sistema, era stata la compattezza della popolazione tutta volta verso un unico obiettivo, difendere il paese dall’aggressione esterna proveniente dalla Russia, il matra sempre ripetuto era Razom mi Sila (insieme siamo forti).  Ora per la prima volta questo aspetto sembra venir meno, sembra infatti materializzarsi lo spettro piu’ volte evocato da tutti i cosidetti “filorussi”, quello della guerra civile, del “fratello contro fratello”, evento piu’ volte cercato e sperato dalla Russia di Putin che a questo punto (dopo un anno e mezzo di guerra) sembra l’unica via per piegare l’Ucraina e farla tornare sui suoi passi verso un passato che nessuno vorrebbe vedere materializzarsi nuovamente.

Scorrendo tra i vari post di Facebook si possono vedere commenti forti tra le due fazioni ed anche (per la prima volta) una certa insofferenza verso gli Italiani che nonostante supportino l’Ucraina libera ed indipendente ma osservando da “esterni” hanno spesso posizioni critiche verso PS.

Tra tutti gli scenari quello che si sta materializzando (ma che potrebbe anche rientrare in pochi giorni) e’ il piu’ pericoloso in quanto il paese e’ sull’orlo del default economico, impegnato in una guerra con la Russia, alle prese con difficili riforme e sta iniziando solo adesso una seria lotta alla corruzione dopo settanta anni di Sovietizzazione dove la mazzetta era una cosa fisiologica ed accettata da tutti, un sistema condiviso reso del tutto normale dalla consuetudine.

L’unica via di salvezza dell’Ucraina e’ quella di continuare a rimanere uniti cercando con la mediazione di smussare differenze ed accantonare eventuali rancori, accettare che se si vuole vivere in un sistema democratico le regole non possono essere dettate da chi alle elezioni ha preso meno dell’1% e tantomeno si possono dirimere le questioni con sparatorie in mezzo le strade. L’unita’ deve portare alla creazione di movimenti popolari che facciano pressione sul potere centrale senza l’uso della violenza, facendo leva su media e informazione, laddove si ravvisino palesi situazioni di malaffare. Nessuno dovrebbe chiedere lo scioglimento di PS (a cui va il rispetto per i tanti ragazzi che valorosamente combattono nell’est del paese), ma nello stesso tempo PS dovrebbe capire che non puo’ comportarsi come una forma anarchica all’interno di un sistema democratico.

Tutti devono capire che una balcanizzazione dell’Ucraina renderebbe solo piu’ facile il compito di Zar Putin, uno scenario da lui certamente auspicato e in qualche modo favorito. L’America sotto questo aspetto e’ un esempio per tutti, alla Casa Bianca ci puo’ essere un Democratico o un Repubblicano, un bianco o un nero ma il Presidente rimane il Comandante in Capo e nelle situazioni difficili tutto il paese si stringe intorno a lui.


Solo le prossime settimane ci diranno se questa bomba sara’ disinnescata o se malauguratamente esplodera’.

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Articolo pubblicato il 24/07/2015