Giuseppe Saracco: quel treno per Acqui
Aldo Alessandro Mola

Civico20News si onora di ospitare un interessante e forbito articolo scritto dal Professor Aldo Alessandro Mola, insigne storico e studioso dell’età Giolittiana

 

 Il 17 luglio abbiamo dato notizia che anche quest’anno si sarebbe svolta l’edizione del Premio Acqui Storia, con la premiazione programmata il 17 Settembre 2015 nella ridente città piemontese di Acqui Terme.

Ospitiamo oggi un pregevole articolo scritto dal professor Aldo Alessandro Mola che c’inquadra il Premio Acqui Storia nel contesto storico in cui è nato. Partendo da una sezione del Premio, Mola tratteggia un profilo di un cittadino di Acqui Terme, Giuseppe Saracco, insigne uomo di Stato che ha svolto un ruolo rilevante nella vita politica post unitaria.

 

 Acqui Terme senza treni per Asti a luglio e per Genova in agosto. È sospeso il collegamento sulla ferrovia Saracco – Acqui - Saracco, cosiddetta perché voluta da Giuseppe Saracco (Bistagno, 1821-1907), che fu tutto: consigliere comunale e sindaco di Acqui, deputato a 29 anni, ministro dei Lavori pubblici, presidente del Senato (1898-1904), del governo (1900-1901) e Collare della SS. Annunziata.

 Quando Umberto I venne assassinato (Monza, 29 luglio 1900) e Vittorio Emanuele III era in navigazione nell'Egeo, Saracco resse il potere supremo: caso unico nella storia d’Italia.

 Strenuo avversario di spese inutili, volle il “terzo valico ferroviario” Piemonte -Liguria. La sua statua, opera del concittadino e senatore Giulio Monteverde, domina la splendida piazza di Acqui, da lui elevata a città turistica di fama europea.

Il Premio Acqui Storia, istituito per ricordare la Divisione Acqui, vittima a Cefalonia dell'ottusità del governo Badoglio, della vendicatività dei tedeschi e del cinismo degli anglo-americani (settembre 1943, quando eravamo vinti e soli), e ottimamente orchestrato da Carlo Sburlati, quest'anno rende omaggio al mondo di Saracco.

I finalisti per il romanzo storico evocano il brigantaggio (Licia Giaquinto), Francesco Baracca (Davide Rondoni) e i centomila trentini e giuliani inquadrati nell'esercito austro-ungarico (Paolo Rumiz).

 Nella sezione divulgativa, Simona Colarizi sintetizza il Novecento d'Europa e Angelo Ventrone la Grande Guerra.

Nella sezione scientifica, Avagliano e Palmieri evocano le premesse della tragedia di Cefalonia (Vincere e vinceremo, 1940-1943, ed. il Mulino), Calimani la Storia degli ebrei (che anche ad Acqui ebbero figure eminenti), De Rossi il duello tra le catene montuose e chi le soggiogò con strade e ferrovie (come appunto fece Saracco).

In Persecuzione (ed. Lindau) Iannaccone documenta la sanguinosa repressione della Chiesa in Spagna dal 1931 al 1939 e addita, per contrasto, la saggezza dei re d'Italia e dei liberali da Cavour a Saracco e a Giolitti: “libera chiesa in libero Stato”.

 I casi d'Irlanda insegnano che all'uguaglianza dei diritti l'Italia arrivò prima degli inglesi.

 Il Premio Acqui è un treno carico della grande storia, il più importante d'Europa.

 

                                                                                                          Professor Aldo A. Mola   

 

 

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Articolo pubblicato il 25/07/2015