Perdono il lavoro: FIOM si dimentica di impugnare il licenziamento

Il caso eclatante di 15 lavoratori della Flexider Srl che chiedono al sindacato i danni per la mancata impugnazione del licenziamento

L'Italia delle contraddizioni non conosce mai fine. Come dimostra il caso in oggetto, con cui il Tribunale di Torino, nella Persona del Giudice Bruno Conca, ha pubblicato un'importante sentenza, la prima in Italia nel suo genere, la quale riconosce il diritto al risarcimento per perdita di chances a quei lavoratori che paradossalmente, pur essendosi rivolti nell'esercizio della tutela dei propri diritti agli enti preposti, nel caso specifico la FIOM, il maggior sindacato italiano, hanno invece ottenuto effetto contrario.

Così l'Avvocato Michele Ianniello del Foro di Torino difensore, affiancato dal legale Alessandra Beltramo, di un gruppo di 15 ex dipendenti della società Flexider Srl spiega la vicenda:

"Licenziati nell'agosto del 2009, costoro si rivolgono al sindacato FIOM per impugnare il licenziamento entro il termine dei 60 giorni previsti dalla legge. Peccato che la Fiom stessa, invece che agire, abbia fatto scadere tali termini, ed essendo allora ancora in epoca di ex articolo 18, i lavoratori in oggetto hanno perso anche il diritto al reintegro in azienda con medesime mansioni".

L'avvocato Michele Ianniello precisa inoltre:

"A questi 15, invece, si aggiungono altri due lavoratori, per un totale di 17, che invece il loicenziamento l'hanno correttamente impugnato, ottenendo la piena vittoria in aula".

Una situazione che sfiora il grottesco e che l'Avvocato Ianniello sottolinea annunciando ricorso contro al sentenza applicata ai primi soggetti:  

"Il comportamento della Fiom è stato incredibile non tanto per via dell'errore pacifico in sè - chiunque lavora può commetterne - ma per il fatto che i soggetti coinvolti nella causa sono tutti lavoratori disoccupati, e la Fiom stessa non ha mai proposto loro un risarcimento adeguato e dignitoso per l'ingente danno provocatogli. Motivo per cui ho deciso di ricorrere in Corte D'Appello, con prossima udienza fissata per il 6 febbraio del 2016 per continuare insieme a loro una battaglia di giustizia e civiltà giuridica".


 

 

 

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Articolo pubblicato il 22/07/2015