Allarme meteoreologico

Siamo in pieno allarme meteorologico.

La radio, la televisione e i quotidiani, senza eccezioni, fanno giornalmente il punto della situazione e così apprendiamo che:

il caldo sta facendo arretrare i ghiacciai alpini di qualche centimetro ogni giorno;

l livello dei laghi diminuisce a vista d’occhio tanto che quello del Lago Maggiore si è abbassato in soli dieci giorni di ben 35 centimetri;

stessa sorte stanno subendo i fiumi che scendono stancamente a valle, ridotti a meno della metà della loro  normale portata.

Le piante di granturco seccano nei campi (la Coldiretti ha alzato il livello di allarme) e la frutta, peraltro mai così buona come quest’anno, corre il grave rischio di una fine precoce.

Ma non soltanto il regno vegetale soffre di questa ondata di caldo. Il regno animale non è da meno.

Le mucche patiscono il caldo come noi umani e producono meno latte nonostante si tenti di refrigerare gli allevamenti per quanto è possibile. Sembra che anche le galline producano meno uova.

Di contro aumenta il consumo generale di elettricità per l’utilizzo di milioni di condizionatori e, inutile sottolinearlo,  l’influenza del caldo miete vittime anche fra di noi, in particolare fra gli anziani.

Come ogni anno si ripetono fino alla noia i consigli: non uscire nelle ore più calde, bere molto per idratarsi, aumentare il consumo di frutta e verdura etc. etc.

Le sole a non lamentarsi sono le stazioni balneari e le località alpine. Troppo poco per non sentirsi oppressi da annunci che incutono allarme.

In mezzo a questa apocalisse forse ci siamo dimenticati che è estate anche se, è ovvio ammetterlo, è un’estate tosta.

Forse fra qualche giorno, come sembra emergere dalle odierne previsioni meteorologiche, avremo fieri temporali estivi che ridurranno la calura e incominceranno a dare l’avvio all’ansia che verso ottobre darà seguito a timori per le alluvioni, le frane e le inondazioni.

Insomma anche la meteorologia o, meglio, i meteorologi possono innescare del tutto innocentemente ansie e preoccupazioni di cui, se solo ci ricordassimo che la natura è, salvo il colpevole fattore umano, la madre di tutti gli equilibri, potremmo con un po’ di pazienza fare volentieri a meno.

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Articolo pubblicato il 23/07/2015