L’estate si anima di francoprovenzale nelle valli Orco e Soana (Torino)

Due spettacoli musicali, proposti dallo Sportello linguistico francoprovenzale a Locana, Noasca, Sparone, Alpette, Pont Canavese

Da sabato 25 luglio, lo Sportello linguistico francoprovenzale propone nelle valli Orco e Soana una serie di animazioni: Locana, Noasca, Alpette e Pont Canavese ospiteranno fino al 9 agosto delle serate di “Balà en chantant” con il gruppo “Blu l’azard”, spettacoli di musica da ballare e ascoltare.

Il 7 agosto, a Sparone, verrà presentato lo spettacolo “Chantar l’uvèrn: tre mesi d’inverno, nove mesi all’inferno”.

Nell’allestimento si immagine che il suonatore ambulante Briga, realmente vissuto tra ‘800 e ‘900, incontri Peyre, Flavio e Gigi, tre giovani suonatori in giro per la Francia: insieme guideranno gli spettatori, tra racconti e suggestioni.

 

Programma:

Locana: sabato 25 Luglio, ore 21.00, piazzale Gran Paradiso: “Balá en chantant” con “Blu l’azard”.

Noasca: sabato 1 Agosto, ore 21.00, piazza centrale del paese: “Balá en chantant” con “Blu l’azard”.

Sparone: venerdì 7 Agosto, ore 21.00, piazza della chiesa “Chantar l’Uvèrn: 3 mesi d’inverno e 9 mesi d’inferno”.

Alpette: sabato 8 Agosto, ore 17.00, borgata Trione: “Balá en chantant” con “Blu l’azard”.

Pont Canavese: domenica 9 Agosto, ore 21.00, piazza Craveri: “Balá en chantant” con “Blu l’azard”.

 

Il francoprovenzale è un insieme di idiomi galloromanzi dei dintorni di Lione, Savoia, Svizzera francese, Valle d’Aosta e di una piccola porzione del Piemonte. Per quanto riguarda le montagne olimpiche il francoprovenzale è utilizzato in basse e media Valle di Susa fino a Giaglione, Gravere e in Val Cenischia.

La Gallia Lugdunensis ebbe un periodo troppo breve di libertà culturale per sviluppare una vera letteratura francoprovenzale: per la maggior parte fu sempre una lingua tramandata oralmente.

Gli idiomi francoprovenzali sono ancora quotidianamente usati nelle zone degli importanti valichi alpini e nelle loro valli, quali il piccolo San Bernardo, il Gran San Bernardo, il Moncenisio ed in quelli meno conosciuti delle Valli di Lanzo, Orco-Soana e Sangone.

Il lavoro dei centri di documentazione, ormai sparsi sul territorio, è importantissimo: non per guardare con nostalgia alla memoria orale ed al passato, ma per farne tesoro e dirigersi verso il futuro.

Molti gruppi musicali cominciano a produrre materiale nuovo e la ricerca delle grafie semifonetiche porta dei buoni frutti in campo letterario.

Oggi il francoprovenzale con la lingua d’oc è tutelata in Europa dalla “Carta delle lingue minoritarie” e, in Italia, dalla legge 482/99: “Norme in materia di tutela di minoranze linguistiche storiche”.

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Articolo pubblicato il 23/07/2015