Firme false Regione Piemonte: Chiamparino vince ai punti

Il Tar del Piemonte ha pubblicato le motivazioni della sentenza del 9 luglio

I criteri usati dal Tar per respingere le motivazioni d’invalidità del responso elettorale, causa le numerose firme falsate e falsificate che sorreggevano le liste del PD e di Chiamparino presidente, per una serie specifica di ragioni, sono essenzialmente contabili. Le firme contestate sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle necessarie e depositate dal PD, con saldo positivo. Quindi Chiamparino, sul fronte della legittimità elettorale, non corre rischi.

L’unica possibilità ancora aperta per la parte ricorrente, come già annunciato dal Presidente della prima sezione del Tar Lanfranco Balucani, alla lettura del dispositivo, consente a Patrizia Borgarello di proporre querela di  falso, per la suddetta lista della provincia di Torino, dinanzi al giudice civile competente.(c.d. prova di resistenza). L’eventuale esito positivo potrà determinare la redistribuzione dei seggi nelle liste del collegio della provincia di Torino.

Resta ancora in piedi la vertenza in sede penale ove, le situazioni in emersione, avranno un peso più emotivo che pratico, rispetto all’invalidità delle elezioni. Tali fatti potranno avere una ricaduta su Chiamparino, a causa della consistenza e specificità di eventuali maneggi e vicende messe in opera dai suoi supporters, che inevitabilmente potranno gettare discredito anche sulle sua persona.

Situazione quindi fluida. Giovedì il gruppo dirigente regionale della Lega Nord, al gran completo, con la partecipazione del segretario federale Matteo Salvini, ha promosso una manifestazione dinanzi al Tar.

 E’ stato prematuro chiedere anticipazioni sul proseguo dell’iter, con l’eventuale appello al Consiglio di Stato, all’artefice morale delle due istanze amministrativa e penale.  Infatti il “cauto Borghezio”, interpellato in proposito ha risposto con un garbato “no comment”.

 

 Lo scopo del presidio, oltre che per protestare contro la sentenza del Tar, era quello di scaldare i muscoli su una vicenda sulla quale, sin dall’inizio la segreteria torinese del Carroccio aveva sempre sorvolato, salvo l’interesse dimostrato all’ultima ora.

Coinvolgente l’appello di Salvini alla mobilitazione elettorale , guardano  alle vicende irrisolte al Comune di Torino, con l’immigrazione in primo piano ed i diritti negati ai Torinesi.

Forse nelle prossime ore si saprà se dopo il Tar ci sarà il Consiglio di Stato o la Lega punterà al valore politico del pronunciamento e metterà in risalto le torbide vicende avvenute nell’entourage del PD, che già la prima parte delle indagini disposte dal giudice penale ha reso evidenti.

La strada è ancora lunga verso la scadenza comunale del 2016 e quella regionale a data ancora da destinarsi.

Ambedue gli schieramenti avranno modo di riflettere. Chiamparino, cercando di prendere le distanze da quanto di scomodo e controproducente si annida nel suo entourage.

La Lega Nord, dopo le cure di Sebastiano Fogliato e l’ormai prossimo congresso nazionale, dovrà presentarsi come forza coesa, impegnata sui temi che più affliggono i cittadini, per essere poi guidata da una classe dirigente di competenti e motivati e non sfigurare rispetto al successo personale di Salvini.

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 20/07/2015