“Napoleonica”, rievocazione storica a Villa Sorra di Castelfranco Emilia (Modena)

Si è tenuta la II edizione della rievocazione che fa rivivere i fasti dell’epoca di Napoleone

L’amico Roberto Cestaro, presidente del Gruppo Storico Militare “Vittorio Amedeo II” di Torino mi invia questa cronaca della rievocazione “Napoleonica”, svoltasi a Villa Sorra di Castelfranco Emilia (Modena), che sottopongo volentieri ai Lettori di “Civico20News” (m.j.) 

 

A Castelfranco Emilia (Modena), Villa Sorra sorge al centro di una cornice bucolica e agreste e costituisce un complesso della seconda metà del XVII secolo, fatto costruire dal ricco mercante Francesco Sorra, cittadino sia di Modena che di Bologna, che comprò questi terreni dallo Stato Pontificio, in un territorio di confine tra questo e il Ducato Estense.


A Villa Sorra, dal 10 al 12 luglio, si è tenuta la II edizione di “Napoleonica”, rievocazione storica che ha visto la villa e il suo “Giardino Romantico” riprendere vita, grazie a rievocatori che hanno impersonato militari e nobili settecenteschi e ottocenteschi del periodo napoleonico.


Andrea Ferretti, uno degli organizzatori dell’ evento, appassionato cultore di storia napoleonica, per dar vita al parco, ha organizzato nei pomeriggi di sabato 11 e domenica 12 luglio, una battaglia con diversi reggimenti napoleonici, anche se la villa e il parco non sono mai stati coinvolti in episodi bellici.


Durante questa rievocazione multiepoca, con la presenza di nobili del 1700 e della prima metà del 1800, il visitatore è stato magistralmente guidato attraverso spaccati della vita e della storia del costume, dal XVIII secolo agli inizi del XIX, l’epoca napoleonica appunto.


In una sala era apparecchiata la tavola per la colazione dei nobili, con servizio da tè e alzatine di vetro per i biscotti.


Nella sala adiacente, Stefania De Piccoli, presidente del gruppo storico torinese “Le Vie del tempo”, mostrava l’evoluzione degli abiti nel corso della storia mentre Mara Broglia illustrava l’acconciatura dell’epoca.


Altre dimostrazioni erano condotte da Alessia Maria Simona Giorda che, nella sala della degustazione, spiegava l’alimentazione dell’ epoca, in particolare i “bagnati”, biscotti che venivano intinti nella cioccolata oppure nel tè.


Lucia Guadalupi e Ilaria Varotti aiutavano nell’esposizione dei biscotti la signora Giorda e, sotto le cure di Mara Broglia che eseguiva le acconciature, si prestavano a dimostrare come le nobildonne del tempo si facessero acconciare i capelli.


Nella “Camera dipinta a Giardino”, chiamata così grazie a sei tele poste in alto sulle pareti, Mirco Sidoni illustrava le fibbie d’epoca.


All’imbrunire della sera di sabato, nella stessa Camera venivano approntate le tavole per la cena: tovaglie bianche ricamate, candelieri con le candele, alzatine per la frutta e il dolce, chiamato “cattedrale”, torta francese poi adottata in Inghilterra alla Corte della regina Vittoria.


Questa torta ha forma elaborata e ci sono diverse ricette. Nel nostro caso, Antonia Mandic ha usato il burro per far sì che non si rinsecchisse. In più ha preparato la versione con un foro al centro, dove si potevano inserire delle decorazioni floreali.

Queste torte erano chiamate Savoy Cake o anche Tourin Biscuits e ve ne erano di varie forme.


Così, come per incanto, si siedono a tavola ufficiali, militari e dame napoleoniche con i signori imparruccati, loro avi del XVIII secolo: tutti questi rievocatori, allietati da musiche d’epoca e dalla melodiosa voce del soprano Elena Modette, hanno iniziato il desinare della sera a lume di candela.


Così la villa, insieme ai visitatori, è stata sbalzata indietro nel tempo di duecento anni.


Durante i pomeriggi, mentre in villa si seguiva il percorso dell’evoluzione del trucco, delle parrucche, della cosmesi e dell’abbigliamento, nel “Giardino Romantico”, sono state eseguite scene di pittura en plein air, ossia veri spaccati della “vita in villa”, con il dejuner, ovvero il nostro picnic, a base di biscotti posti sulle alzatine e vino.


Così i nobili si rilassavano e si prendevano i loro svaghi, attorniati da laghetti con le ninfee e da rivoli d’acqua, ascoltando esecuzioni di musica classica.


Il “Giardino Romantico” della villa è un bellissimo esempio di giardino all’italiana trasformato all’inglese dalla marchesa modenese Ippolita Levizzani, moglie del conte Cristoforo Munarini Sorra, nel 1827.


La villa, dal 1972 di proprietà dei tre comuni di Castelfranco Emilia, Nonantola e San Cesario sul Panaro, è ritornata al suo romantico ricordo di un’epoca che è madre e culla del nostro mondo contemporaneo, epoca di nobili sentimenti, di atti di coraggio in guerra, quando si difendevano con l’arma bianca o l’arma da fuoco il proprio onore e quello della propria casata.


Il male dell’ uomo è che dimentica in fretta.


Chi scrive, ha partecipato a questa rievocazione con il gruppo torinese “Le Vie del tempo”, diretto da Stefania De Piccoli: è stata un’esperienza fantastica, le due epoche hanno vissuto benissimo in simbiosi e i visitatori sono stati aiutati ad entrare in contatto con uno stile di vita non più usuale.


Grande onore a tutta l’organizzazione che ha lavorato prima, durante e dopo per portare avanti questo evento nel migliore dei modi.


Encomiabile è stata l’abnegazione di Andrea Ferretti e Pietro Comeri che si sono resi davvero disponibili ad ogni esigenza dei rievocatori e dei visitatori.

Roberto Cestaro

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Articolo pubblicato il 18/07/2015