Orgoglio per Bergoglio?

Orgoglio o vergogna per la terra piemontese?

Dobbiamo riferirci ad un uomo che viene a suo dire dalla fine del mondo e che  è pronipote di emigranti che nei secoli scorsi lasciarono la terra piemontese per quella Argentina.

E’ stato fatto papa qualche anno fa, dopo essere stato formato ed avere militato a lungo tra i gesuiti di quel lontano paese.

Già ai tempi del suo operato in Argentina, non aveva fatto mistero della sua empatia per la religione islamica ed era entrato in seria collisione con Papa Ratzinger a proposito del discorso di Ratisbona.

Da quando è stato elevato al soglio pontificio (solo qualcuno ha ancora il coraggio di sostenere che sia avvenuto per ispirazione dello Spirito Santo) Papa Bergoglio non ha fatto altro che menare fendenti sulla religione cattolica, così come è intesa oggi in Europa.

“Il denaro è lo sterco del demonio” ha proclamato, facendo però attenzione (un gesuita è sempre un gesuita), a non intralciare l’operato della banca vaticana, nota come lo IOR.

In omaggio alla sua coerenza, papa Francesco ha aperto tra le sacre mura, con i denari di questa grande  banca, una barbieria ed un locale per docce riservato ai mendicanti di Roma.

Sempre animato da spirito gesuitico, è corso qualche anno fa sull’isola di Lampedusa, ed, a proposito degli sbarchi di immigrati, che spesso si concludevano in tragedie, ha gridato vergogna!, vergogna! ed ha predicato accoglienza.

Ma ancor oggi non risulta che uno solo degli accogliuturi sia riuscito a varcare l’arco delle campane e  ad essere accolto in Vaticano.

Di Bergoglio possono essere ricordate alcune celebri affermazioni papali. Tre queste “chi sono io per giudicare” e “chi insulta la mia mamma io gli do un pugno”.

La sua voce è stata sempre flebile nel proteggere le comunità cattoliche sparse nel mondo e minacciate in molti luoghi addirittura di genocidio e di estinzione.

In questi ultimi tempi papa Francesco ha approvato ed abbracciato invece la Teologia della liberazione e si è avvicinato al cattocomunismo di ogni latitudine.

Non si è fermato qui ed ha fatto di peggio nel confondere e svilire le credenze e le tradizioni cattoliche.

Si è fatto fotografare sorridente davanti al premier della Bolivia, Evo Morales, mentre stringe fra le mani un crocifisso inchiodato  su di una falce e martello lignea, opera di un prete gesuita assassinato, tale Luis Ezpinal.

I cronisti vaticani baciapile che allignano nei grandi giornali italiani, turbati, hanno scritto che il singolare crocifisso era stato restituito dal papa alla partenza dalla Bolivia. Il papa al ritorno in Italia li ha smentiti, non era vero.

Questo crocifisso-ha detto-lo porterò con me e non me ne separerò. Riferisce di avere fatto abbondante uso di mate, ma nega con santa, esuberante ilarità di essersi fatto servire degli infusi di coca, anche se porta al collo la tradizionale chupsa che è null’altro che un contenitore andino di foglie di coca.

Papa Bergoglio è autore, si spera da solo, di una recente enciclica alla quale, plagiando san Francesco di Assisi, ha dato il nome di “laudato sì mi Signore”.

In essa, il sommo prelato, pone in secondo ordine i problemi delle religioni.

Ma scrive a lungo, quasi fosse un adepto del WWF, di temi ecologici, poco pertinenti ad un capo della cristianità, quali la raccolta differenziata dei rifiuti, la conservazione degli insetti, la sopravvivenza dei serpenti e di altre specie rare.

Per ora, poiché siamo quasi certi che il Bergoglio non farà mancare altre sorprese del tipo di quelle che abbiamo citato, è inevitabile, per noi, suoi conterranei della terra piemontese, nutrire nei suoi confronti molta perplessità.

Forse non ancora un senso di vergogna.

Ma è difficile per tutti i piemontesi essere orgogliosi di questo strano prelato  che discende dalla nostra gente e che è stato chiamato in Italia tanti anni dopo che la sua famiglia di origine, lasciati i colli e le vigne dell’astigiano, era emigrata in Argentina.

 

 

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Articolo pubblicato il 17/07/2015