Facce di Bronzo

In Consiglio Regionale del Piemonte, dopo le dichiarazioni disinvolte e assolutorie di Chiamparino, scoppia la protesta delle opposizioni. La scivolata sul Quirinale

Stamane si è riunito il Consiglio Regionale del Piemonte e Gianna Gancia, Alessandro Benvenuto, consiglieri della Lega Nord e Maurizio Marrone dei Fratelli d’Italia, si sono accomodati sui banchi della Giunta.

Protesta simbolica, terminata non appena il presidente Laus ha fatto allontanare dall’Aula consigliare Gianna Gancia che ha motivato la sua iniziativa come un gesto simbolico per “riappropriarsi come Lega Nord, della Presidenza della Regione”. Il gesto, pur simbolico ha provocato l’apertura di un dibattito sulle mancate dimissioni di Chiamparino, richieste già in precedenza dal Presidente del M5Stelle Giorgio Bertola.

E’ poi seguito il dibattito.

“Quanto sta accadendo in questa Regione ha del grottesco, afferma Gianna Gancia. Ci sono differenze di trattamento giuridico e mediatico che fanno capire come la fiducia sia stata seppellita da una sinistra che si è appropriata completamente di uno dei settori cardine della democrazia”.

Gianna Gancia ha poi aspramente polemizzato con Chiamparino per i riferimenti caricaturali con i quali coinvolgeva Roberto Cota.

 

“Per rispondere concretamente all'arroganza di potere del centrosinistra che ha preso in giro i Piemontesi, sostiene Maurizio Marrone, tutti i Consiglieri e i candidati delle liste di opposizione, rassegnino contemporaneamente le dimissioni per riportare il Piemonte al voto!

 

Vanno bene i manifesti, gli hashtag e le manifestazioni, ma servono poi azioni coerenti: abbiamo questa arma per terminare la legislatura, facciamolo per restituire ai cittadini un Governo in grado di guidare la Regione alle sfide che l'attendono senza le sempre presenti forche caudine dell'illegittimità!.

 

Nel suo intervento Gilberto Pichetto, capogruppo di Forza Italia, sostiene che la stessa Assemblea di Palazzo Lascaris è guidata da un presidente, Mauro Laus, che potrebbe decadere da consigliere, condizione condivisa con il suo vice Nino Boeti.

"Non è una questione di forma, bensì di sostanza", chiedendo l'autosospensione di Laus. "Altro che risollevare la bandiera del Piemonte e dell'Italia, come affermava con sufficienza e supponenza Chiamparino durante le elezioni; qui abbiamo precipitato nuovamente il Consiglio nella medesima situazione di quello appena archiviato.

 

Sicuramente non stiamo vivendo una pagina dignitosa per questa Regione: né in termini di uniformità e certezza del diritto, per quanto riguarda la pronuncia del Tar, né di autorevolezza e dignità politica da parte di un partito dove la querela di falso dimostra che irregolarità ci sono state".

Concludendo il suo intervento, Giorgio Bertola , capogruppo del M5S ha affermato “le ombre sulle elezioni incombono ancora e sono  gravi, quindi, oggi, Chiamparino avrebbe dovuto rassegnare le proprie dimissioni, invece di scaricare responsabilità penali sui consiglieri del Pd di Torino”.

 

Seguono gli interventi di tutti i consiglieri del M5S concordi nel definire il comportamento di Chiamparino disinvolto ed oltraggioso alla dignità del Consiglio. Si ricorda come dopo le reiterate manifestazioni di volontà di Chiamparino a dimettersi per fare chiarezza e non restare invischiato nell’incertezza, nelle settimane decorse, anche l’attività delle Commissioni e del Consiglio aveva segnato una significativa battuta d’arresto.

Interviene pure Gariglio, reduce delle sue dimissioni di facciata, per poi riprendere il potere del PD all’inizio della prossima settimana.

Il suo intervento è il classico tira a campà tra una sentenza e l’altra.

Intanto i Piemontesi attendono. Negli strascichi degli interventi e delle dichiarazioni emerge un episodio simbolico ed altrettanto grave.

Chiamparino ed il suo entourage, avevano fatto filtrare, con pubbliche dichiarazioni, la notizia di una telefonata di congratulazioni pervenuta dal Presidente della Repubblica per lo scampato pericolo. Episodio rimarcato e stigmatizzato in più dichiarazioni da Gianna Gancia.

Ora emerge la smentita del Quirinale. Sull'argomento, infatti,  fonti del Quirinale ricordano che già la scorsa settimana era stato chiarito che il presidente della Repubblica non aveva chiamato Sergio Chiamparino per le questioni legate al Piemonte ma a seguito della riunione al Quirinale con la conferenza delle regioni.(ANSA).TG

Che figura!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Articolo pubblicato il 14/07/2015