“J.S. Bach e G.Fr. Haendel - La Sfida Mancata”, a Perosa Canavese (Torino)

Questo concerto sarà proposto il 31 luglio, per la XX stagione di “Antiqua”, realizzata dall’Accademia del Ricercare

Sottopongo molto volentieri ai Lettori di “Civico20News” questo articolo di Debora Bocchiardo (m.j.). 

Il 31 luglio, alle 21, presso la chiesa della Natività di Maria Vergine, in via Umberto, a Perosa Canavese (Torino), Antiqua 2015 propone  “J.S. Bach e G.Fr. Haendel - La Sfida Mancata” eseguito da:

Susanne Geist, Teodora Tommasi Flauti Diritti

Vittoria Panato Violino

Daniele Bovo Violoncello

Ugo Nastrucci Tiorba

Claudia Ferrero Cembalo

Lorenzo Cavasanti Flauto Diritto e Maestro Di Concerto

Quando si parla dei più grandi protagonisti della storia – siano essi condottieri, pittori, poeti, compositori o calciatori – c’è sempre qualcuno che dice sospirando: «Eh, di personaggi di questa levatura ne nasce sì e no uno al secolo».

Questo insopportabile luogo comune viene clamorosamente smentito da Georg Friedrich Händel e Johann Sebastian Bach, che videro la luce a soli 26 giorni di distanza l’uno dall’altro, per la precisione il 23 febbraio e il 21 marzo del 1685, per giunta in due località, Halle e Eisenach, separate tra loro da appena 187 chilometri.

E se proprio volessimo infierire sugli appassionati di frasi fatte, ci basterebbe aggiungere che il 26 ottobre dello stesso anno a Napoli nella famiglia di Alessandro Scarlatti nacque Domenico, futuro fenomeno della tastiera e altro grande protagonista dell’ultima fase del Barocco europeo, ma in questo caso sarà sufficiente concentrare la nostra attenzione sui primi due.

Questa sbalorditiva contiguità temporale e geografica viene però smentita dalle scelte che i due compositori compirono nel corso delle loro carriere.

In primo luogo, se Bach non uscì mai dai confini della Germania protestante, trascorrendo la maggior parte della sua vita a Köthen e a Lipsia, Händel non esitò a trasferirsi prima in Italia e poi a Londra, una delle città più cosmopolite dell’Europa di quegli anni.

Sotto il profilo artistico, poi, Bach si dedicò con passione e grande profitto all’organo e al repertorio sacro, mentre Händel si affermò soprattutto in ambito operistico, ricavandone fama, onori e ricchezza, prerogative che durante la sua esistenza terrena il sommo Cantor lipsiense non riuscì mai a raggiungere.

Per finire, Bach sentì sicuramente parlare di Händel e delle sue opere, mentre quest’ultimo rimase quasi certamente all’oscuro dell’arte del suo coetaneo.

Oggi questi compositori vengono comunemente ritenuti i Dioscuri del Barocco maturo, entrambi sublimi nonostante la grande diversità dei loro stili, profondamente introverso e sinceramente religioso quello di Bach e brillante, teatrale e a tratti addirittura frivolo quello di Händel.

Ci troviamo quindi di fronte a un Giano bifronte – se vogliamo proseguire con le suggestioni mitologiche – o alle due diverse anime del repertorio barocco, che fin dal primo ascolto si rivelano perfettamente complementari, perché non è possibile capire i tesori della musica della prima metà del XVIII secolo senza conoscere le opere di entrambi e parimenti non è nemmeno concepibile amare l’uno senza considerare l’altro.

Pur limitandosi all’ambito cameristico, questo concerto consente di apprezzare la straordinaria varietà dell’ispirazione di questi compositori, spaziando dai toni delicatamente assorti dell’«Esurientes implevit bonis» del Magnificat di Bach – un gioiello di devozione concepito in origine per contralto e due flauti traversieri – all’atmosfera nobilmente larmoyante della celeberrima aria «Lascia ch’io pianga» del Rinaldo – prima opera messa in scena a Londra dal grande compositore di Halle – per giungere al carattere speculativo dei brani tratti dall’Arte della fuga bachiana, insuperabile coronamento di una delle epoche più feconde e creative della storia della musica.    

 Per ulteriori informazioni in merito, il programma completo di ogni concerto, le note di sala e il curriculum degli artisti si può consultare il sito www.accademiadelricercare.com.

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Articolo pubblicato il 25/07/2015