Indagando tra i ruderi del vecchio Centro di Riabilitazione Funzionale

La voce dei disabili chiede chiarezza. Cronaca di come i cittadini possano chiedere spiegazioni alle autorità, proponendosi nelle soluzioni.

A proposito di dismissione di beni pubblici a favore di enti e privati, dopo la recente vicenda del motovelodromo di corso Casale, prossimo supermercato, un'altra struttura attende il suo incerto destino. È l'anziana sede del Centro di Riabilitazione Funzionale di strada Revigliasco 460. Una struttura che, dal 1981 al 2007 ha ospitato un policlinico specializzato nella riabilitazione delle vittime di lesioni al midollo spinale.

Un centro rinomato per la sua efficienza, trasferito nel 2007 presso la nuova Unità Spinale Unipolare collegata al CTO, in via Zurletti, 24, a Torino.

Il passaggio alla nuova sede era giustificato da molteplici fattori, dalla necessità di un aumento dei posti di degenza, alla vetustà della vecchia struttura, collocata in un luogo incantevole, quanto inadatto alla sua funzione primaria.

È indubbio che la nuova struttura abbia tutti i requisiti per svolgere al meglio le complesse, delicate mansioni richieste dal trattamento riabilitativo di persone incappate in una lesione midollare, ma non per questo, l'anziana sede avrebbe dovuto essere abbandonata a se stessa così come appare da una prima indagine esterna.

Il degrado lascia presumere devastazione e saccheggio di un edificio che, pur nella sua progressiva inidoneità, per anni era stato adoperato con professionale dignità, lasciando un buon ricordo in molti, pur sfortunati pazienti.

Uno stabile che era ancora in buono stato, situato in una zona molto appetibile dal punto di vista immobiliare e paesaggistico e che, vista la sua morfologia, forse non aveva ancora finito di essere utile ad altri impieghi sociosanitari.

A chi giova lasciar scendere di valore un prezioso bene patrimoniale?

L'unica cosa certa è che oggi, l'ex elegante fabbricato, si presenta col triste volto dell'abbandono e del degrado, figlio d’un malcostume italico che sovente ci racconta di strutture lasciate andare in rovina, pur essendo un bene pubblico di un certo valore. Non sempre è un distratto oblio.

Il degrado non è passato inosservato all’Associazione Coordinamento Para-tetraplegici del Piemonte, che rappresenta e tutela gli interessi delle persone con lesione midollare della Regione, che si è rivolta agli organi competenti della struttura con una specifica analisi dello stato attuale, richiedendo spiegazioni con una lettera della quale si riportano alcuni estratti.

Tratto dalla lettera del CP Piemonte alle autorità.

Il presidio C.R.F. è stato fino al mese di luglio 2007 sede del Centro Paraplegici dell’ASO CTO – CRF – Maria Adelaide, destinato ad accogliere in fase di recupero funzionale persone che hanno subito una lesione al midollo spinale con conseguente para o tetraplegia.

Il presidio, già di proprietà dell’INAIL, era stato trasferito al SSN a partire dal 1981, poi gestito dall’USL Torino 1-23, dall’USL Torino 8 e dall’ASO CTO CRF Maria Adelaide.

Presso tale sede erano state costituite due Strutture Complesse, rispettivamente di Urologia – Urodinamica e di Rieducazione e Recupero Funzionale, dirette, alla data della dismissione, rispettivamente dal prof. Roberto Carone e dalla dr.ssa Maria Vittoria Actis, dai quali dipendeva tutto il personale specializzato e amministrativo assegnato alla gestione di 25 posti letto di degenza e 8 posti letto di Day Hospital.

Le attività del C.R.F. sono state trasferite nel luglio 2007 alla nuova sede dell’Unità Spinale Unipolare. Va segnalato che al momento della dismissione, risultavano in corso e in via di conclusione interventi di ristrutturazione per la messa a norma del presidio, secondo un piano di lavori già approvato e per la cui esecuzione risultavano individuate le ditte vincitrici di specifico appalto.

Un sopralluogo esterno effettuato nel corso del mese di marzo 2015 dal consigliere dell’Associazione, Piergiorgio Maggiorotti, ha consentito la parziale visione d’una situazione di grave degrado del presidio dimesso, che  risulterebbe ancora di proprietà dell’AOU Città della Salute e della Scienza

Sussiste inoltre il sospetto dell'asportazione di impianti sanitari e altre attrezzature, come conseguenza di penetrazione nell'edificio da parte di intrusi attraverso varchi nella rete di recinzione.

Con la presente l’associazione Coordinamento Para-tetraplegici, nel denunciare la situazione di grave degrado del C.R.F., sottolinea quanto segue:

  1.  esprime il rifiuto ad accettare come fatto compiuto, l’attuale condizione del presidio, ed esprime l’intenzione di proseguire nella denuncia della situazione di degrado del C.R.F. È un atteggiamento ‘etico’ coerente con le finalità dell’associazione;
  2. l’associazione ritiene inaccettabile che, a fronte di dichiarazioni delle autorità che dirigono la sanità piemontese circa la carenza di risorse economiche per la gestione e per gli investimenti, non sia stato effettuato alcun intervento per arrestare il degrado qui denunciato, e che non siano note le intenzioni circa un suo recupero e utilizzo. Pare chiaro che sussiste una responsabilità di coloro che avevano l’obbligo civico di intervenire e nulla hanno messo in atto, per quanto è a conoscenza degli scriventi;
  3. l’associazione denuncia la perdita di risorse che potrebbero servire per risolvere gravi ostacoli che si incontrano nel percorso riabilitativo e inclusivo delle persone con lesione midollare ricoverate all’USU: le difficoltà a sperimentare modalità individuali di progressiva autonomia e la costante carenza di risorse residenziali dedicate a persone con grave disabilità motoria, non assistibili a domicilio;
  4. è noto all’associazione che il progetto denominato ‘Cascina Grangia’ finalizzato alla realizzazione di un centro di ricerca e sperimentazione di interventi e servizi per la disabilità motoria, già approvato dal Comune di To. e finanziato con fondi  ex art. 71 legge 23/12/1998, al momento è fermo e si teme sia stato abbandonato.
  5. Tale progetto prevedeva anche la realizzazione di 10 mini appartamenti destinati a persone con disabilità motoria grave e necessità di assistenza sociosanitaria, e ulteriori spazi destinabili a persone ancora bisognose di sostegno per la realizzazione del proprio progetto di vita, per un periodo non superiore a 6-8 mesi. 
  6. L'ex C.R.F. potrebbe diventare nuova sede di tali attività. L'ipotesi è qui solo accennata, pur meritevole di approfondimento. L’associazione si dichiara disponibile a confrontarsi su ogni impiego utile dell'edificio

Con la presente, l’associazione si aspetta un sussulto di attenzione da parte dei responsabili individuati come destinatari di questa lettera di denuncia.

Si attende inoltre che l’amministrazione regionale esprima un suo giudizio e prospetti possibili iniziative finalizzate al recupero della struttura.

Si aspetta che il Comune di Torino  esprima le sue aspettative, a fronte della nota carenza di spazi dedicati alle problematiche di persone con disabilità motoria grave.

Infine, chiede che la magistratura inquirente intervenga per esigere ragione della situazione attuale ai responsabili del progressivo degrado del presidio.

L’associazione ribadisce la sua completa disponibilità a confrontarsi con quanti intendono affrontare la presente denuncia con l’obiettivo di fornire supporto alla progettazione d’interventi di cura e riabilitazione delle persone con lesione midollare.

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La denuncia dei fatti si è ulteriormente evoluta in attesa di una chiarificazione e si spera, di ottimistici sviluppi, ma il nucleo del problema non è di tipo economico.

Citando la lettera: si rammenta che l’incidenza della lesione al midollo spinale è stimata in 20-25 casi per milione di abitanti e che la prevalenza della lesione midollare nella regione è di circa 4300 casi.

Storie di sofferenza figlie di agguati della vita. Ecco perché, l'associazione appare determinata ad ulteriori passi. Piccoli passi verso un umanesimo nuovo, grandi passi per ogni singola, sofferente vittima di un giorno nato male.

 

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Articolo pubblicato il 13/07/2015