Il Tar del Piemonte salva (per ora) Chiamparino

Le motivazioni della sentenza del Tar saranno disponibili tra 10 giorni

E così, preceduta da fughe di notizie, mezze parole, ambiguità e scarico di responsabilità, provenienti dal gran mondo del PD Torinese, si è tenuta stamane la tanto attesa udienza del Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte.

Il dispositivo di sentenza emanato nel pomeriggio, limita solamente l’ammissibilità del ricorso alla lista provinciale di Torino “PD Chiamparino Presidente” e consente la possibilità a Patrizia Borgarello di proporre querela di  falso, per la suddetta lista della provincia di Torino, dinanzi al giudice civile competente.

La successiva udienza dinanzi al Tar è fissata al 29 di ottobre 2015.

Da parte di Borgarello e dei suoi legali si rinvia ogni commento nel merito, dopo aver letto le motivazioni della sentenza e dopo aver deciso l’assunzione di eventuali azioni a tutela.

Di ben diverso tenore, le dichiarazioni rilasciate da Sergio Chiamparino e di tutt’altro tono rispetto a quanto espresso e dichiarato nei giorni scorsi.

“la decisione del Tar, precisa Chiamparino, conferma la piena legittimità formale e politica del mandato che ho ricevuto dagli elettori. La mia elezione non viene messa in dubbio, come non vi sono dubbi sul fatto che questa amministrazione possa continuare a svolgere la sua attività.

Prendere ogni altra decisione sarebbe un tradimento nei confronti dei piemontesi.

Anche se a fine ottobre dovesse venire annullata la lista provincia del Pd di Torino, la maggioranza in Consiglio regionale sarebbe comunque solida, anche se perderemmo persone indubbiamente utili per la nostra squadra”. .

Per il momento di registrano le reazioni di Alessandro Benvenuto che accusa Chiamparino d’incoerenza. Nella serata di ieri, lo stesso Benvenuto aveva rimarcato come la disponibilità di Chiamparino a farsi da parte, non si era manifestata dopo l'accusa, gravissima di Giuliano Soria. di aver incassato in nero 25 mila euro a sostegno della sua campagna elettorale.  

Il Movimento 5 Stelle,ribadisce il proprio solgan #maiPiùChiampa e lamenta le molte zone d’ombra ancora aperte.

Reazione sorpresa e negativa per le disparità di conclusioni, rispetto alle analoghe situazioni processuali di Cota, sono formulate da Forza Italia, per bocca di Gianluca Vignale e dei Fratelli d’Italia con le dichiarazioni di Agostino Ghiglia.

Sul piano nazionale, alle telefonate di rito di Mattarella e Renzi, si contrappone un sono ed eloquente: “Che Schifo!” di Matteo Salvini.

A prescindere da quanto stabiliranno i giudici del TAR, dell'esito del procedimento penale, le pesanti responsabilità politiche di Chiamparino ( che non poteva non sapere), sono sotto gli occhi di tutti.

Ci pare comunque che, a dispetto dei ricorrenti, il vero giocatore vincitore, sia Lui, Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino.

Ha ostentato distacco, superiorità ed insofferenza, verso una vicenda che lo coinvolgeva, ma che annovera come protagonisti, infimi personaggi, non certo al suo livello.

In verità Chiamparino che ritiene ancora di godere la fama ed il prestigio del periodo olimpionico, aveva mal digerito la mediazione tra i capi corrente del Partito, le faide interne ai cattocomunisti e la proposizione nel listino a persone a lui sgradite.

Così l’accanimento di taluni personaggi, poi debellati, per ottenere le deleghe di Sanità e Trasporti, settori ove costoro erano e sono “molto introdotti”. Oggi il Chiampa, qualsiasi ruolo si ritagli, potrà guardare dall’alto i mezzani che continueranno, per sopravvivere a rotolarsi nel fango del compromesso, dell’agguato, dell’intrallazzo, il tutto non per perseguire il “Bene comune”, ma per sotterrare l’avversario e ridar fiato a capi correnti, solo tristemente noti per incompetenza e moralità non di certo adamantina.

Capitolo ben più complesso per i ricorrenti depotenziati dal pronunciamento del Tar. Uscirà presto allo scoperto colui, anzi coloro che hanno permesso a Mario Borghezio di presentare la denuncia penale e da Patrizia Borgarello il ricorso al Tar, fornendo loro le prove tangibili degli illeciti consumati nelle sedi del PD?

Si farà vivo anche il presunto finanziatore dell’intera operazione?

La temperatura in casa Lega Nord Torino è già a livelli africani di per sé, per cui, al momento dell’inevitabile composizione (tutti teniamo famiglia) sarà interessante verificare se colei che ha determinato nei fatti il Chiampacasa, riceverà da Salvini un’ ambita credenziale d’accesso verso Montecitorio, oppure si accontenterà di un autentico “saluto Padano”.

Molti consiglieri regionali oggi tireranno il fiato, perché non si vedono sottrarre, per ora, il seggio a colpi di sentenza.

Il Centro Destra, sfuggito alla paventata prova elettorale data per imminente, dovrà rinnovare i quadri per potersi presentare agli elettori con proposte credibili e volti rinnovati, qualora gli ulteriori sviluppi  dell’inchiesta penale, rendano improponibile il proseguimento della Giunta Chiamparino.

Anche i Grillini saranno delusi, perché non potranno incassare, almeno nell’immediato, una quotazione superiore a quella del 2014.

Si deve però onestamente evidenziare che Patrizia Borgarello, a prescindere dalla motivazioni reali ed etiche che l’hanno fatta scendere in campo, con il suo ricorso ha permesso l’emersione del lerciume che ogni giorno, per dichiarazioni degli stessi esponenti del PD sta emergendo. Ciò sarebbe stato invece circoscritto ad una limitata schiera di addetti ai lavori ed usato per ulteriori ricatti o regolamenti di conti in sospeso. Oggi invece è alla portata dei Torinesi e del Paese.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 10/07/2015