I tristi ragionamenti dell’uomo della strada

Quando il buon senso e la realtà delle cose smascherano i luminari dell’economia

Sono rimasto molto sorpreso sentendo un ragionamento di un anziano signore, ormai pensionato da tempo, mentre usciva da un mercato rionale.

Come sempre è la casualità a far emergere dal vivo i problemi che pesano drammaticamente sulla qualità della vita dei cittadini.

L’argomento cruciale era che diventava difficile sbarcare il lunario con una pensione modesta. L’entità netta della pensione non è emersa in questa circostanza, ma è probabile che fosse a metà strada tra la minima e la media che la massa percepisce.

In pratica, tolte le spese fisse dell’ affitto, della luce, del riscaldamento, del telefono, del gas, ecc. si deve lottare tutti i giorni per “mangiare un boccone”, possibilmente a pranzo e cena.

In pratica, per questa fascia di persone anziane, il problema assillante è la ricerca costante e quotidiana del prodotto alimentare essenziale al minor costo.

Il tempo dedicato a questa attività avventurosa non ha costo e tempo: pur di trovarlo economicamente “accessibile” si impegnano tutte le energie rimaste.

Sembra di essere ritornati ai tempi dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, quando la ricerca del cibo era l’ occupazione più importante per la sopravvivenza.

Rattrista ed indigna prendere atto di questa situazione che si sta dilatando  sempre di più e che sta fagocitando inesorabilmente altre fasce di popolazione (disoccupati, sotto-occupati, coloro che sono in cerca di lavoro, cassintegrati, famiglie numerose, ecc.).

L’ evento traumatico che fa eco nella mente e nelle parole del suddetto era l’ infausta circostanza in cui dalla lira si era passati all’euro e quando dalla diversa quotazione di un bene (lira/euro), in un brevissimo lasso di tempo, tutto si è spostato definitivamente sull’ euro.

Per essere ancora più chiari quando pagando un chilo di biscotti 1000 lire ed il corrispettivo valore in euro di 0,50, si è passati per lo stesso bene ad 1 euro.

In pratica svalutando il potere d’ acquisto della pensione (e di tutti gli stipendi e redditi) del 50%.

Se prima con la lira si faceva fatica ad arrivare a fine mese, ora con l’ euro si arriva a metà mese, oppure ci si ingegna a fare ulteriori buchi nella cinghia dei pantaloni.

Questa è la realtà in cui tutti siamo forzatamente precipitati e con maggiore durezza per i redditi fissi e bassi.

Pertanto che i “luminari” della scienza economica si sforzino con esercizi retorici e con spiegazioni approfondite per giustificare eventi ineluttabili, tutto questo non riempie la stomaco dei disperati che fino a poco tempo prima raggiugevano questo obiettivo minimo.

Inutile che i santoni della politica di quell’ infausto periodo, ossequiosi lacchè del potere dei padroni europei della finanza e dell’economia, dall’alto delle loro cattedre tarlate di incapacità, arroganza e di cinismo, tentino affannosamente di sfornare ragionamenti sofisticati che inevitabilmente si dimostrano insostenibili e che rasentano il ridicolo.

Devono spiegare come dall’ equilibrio delle entrate-capacità di spesa-soddisfacimento delle necessità, faticosamente raggiunto per tanti ceti sociali, si è passati progressivamente all’indigenza e troppe volte alla disperazione.

Questa è una enorme violenza storica e sociale, una rapina economica epocale, una sofferenza somministrata con crudeltà, un fatto che chiede giustizia ed anche una sacrosanta e doverosa azione rivoltosa di riscatto e di dignità.

Tuttavia questa terribile realtà non solo si manifesta nel nostro traballante Paese, ma anche (ed in misura drammatica) in quegli Stati  che faticano a restare nel recinto soffocante ed autoritario della fantomatica Unione Europea.

Tuttavia i “cialtroni politicanti” nostrani dell’epoca si sono opportunisticamente dileguati o stanno per farlo, lasciando una eredità ingestibile ed esplosiva, contando ancora sulla disponibilità del “popolo bue” alla infinita sopportazione e all’ azione taumaturgica del tempo nel far dimenticare le “decisioni” scellerate di entrare in una moneta che si è dimostrata un cappio soffocante.

Sarà proprio così?

Molti segnali inducono a pensare il contrario!

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Articolo pubblicato il 10/07/2015