Electric Yerevan

Può essere l'inizio di un nuovo Maidan in Armenia ?

Da alcune settimane migliaia di persone occupano le vie centrali di Yerevan, la capitale dell'Armenia. Questa notizia non è trapelata in Italia e nessun media l'ha mai trattata. La protesta è nata dopo che Electric Networks of Armenia (ENA) controllato da Inter-RAO, una grande compagnia di energia Russa di proprietà di Igor Sechins, stretto amico di Putin, ha deciso che dal primo di agosto le bollette della corrente elettrica saranno aumentate del 16%. Tale aumento ufficialmente dovrebbe andare a coprire i debiti che questa società ha contratto negli anni, ma a ben guardare questi debiti non sono stati contratti per opere di ammodernamento o in nuove strutture ma bensi per l'acquisto di lussuose ville ed altri generi di lusso per gli oligarchi russi.

Il 23 giugno la popolazione è scesa per le strade per protestare (pacificamente) ma è stata subito dispersa con la consueta azione di forza delle forze di polizia che hanno usato idranti, manganelli e oltre 200 arresti. Il giorno seguente però quelle poche centinaia di manifestanti a sorpresa sono diventate migliaia ed ormai da dieci giorni occupano la via centrale di Yerevan. Hanno occupato la via Baghramyan, dove si trova il palazzo presidenziale.

L'analogia con il Maidan Ucraino è risultata subito evidente, seppur le motivazioni della protesta siano profondamente differenti. Le analogie sono dovute alle sequenze temporali, cioè la protesta pacifica repressa nel sangue e la conseguente presa di coscienza della popolazione che sempre pacificamente decide di scendere in strada ed iniziare un braccio di ferro con le autorità.

Da Mosca si sono subito affrettati nell'accusare l'America di fomentare le proteste e nel precisare che non ci si trova di fronte ad un nuovo Maidan in una delle ex Repubbliche Sovietiche. L'incubo del Maidan continua ad essere ben presente nei corridoi del Cremlino, un messaggio forte di richiesta di democrazia che ovviamente viene visto come fumo negli occhi nell'apparato Russo.

Da circa dieci giorni i manifestanti si fronteggiano con la polizia in maniera pacifica e presidiano giorno e notte l'area occupata. Nessuno indossa balaclava, non vi sono visi mascherati e la folla di manifestanti è costituita da tutti gli strati sociali della società, giovani,anziani,studenti donne e famiglie con bambini, tutti rigorosamente senza alcuna insegna politica (anche se va ricordato che l'Armenia è sotto influenza Russa e praticamente come in tutti questi paesi non esiste un'opposizione politica) ma solo con la bandiera nazionale.

Il Presidente Armeno Sargsyan (vicino a Putin) ha cercato di trovare un compromesso offrendo che il Governo paghi l'aumento delle tariffe ma ovviamente i manifestanti hanno respinto la proposta in quanto temono che comunque quel surplus venga pagato con i soldi delle tasse degli armeni stessi. Hanno invece richiesto di affidarsi a una società di consulenza internazionale per effettuare una verifica sull’aumento della tariffa dell’elettricità da parte della compagnia russa Inter RAO, al fine di stabilire se essa sia stata giustificata o meno.

Ieri sera era arrivato l'ultimatum delle forze di polizia per lo sgombero della piazza, ultimatum non rispettato. La polizia non è ancora intervenuta, dopo l'esperienza di Maidan Mosca si muove con i piedi di piombo e sono consci che il rischio di una escalation, questa volta violenta, dopo lo sgombero è reale.

Ancora una volta Mosca si trova a dover fronteggiare una richiesta democratica di trasparenza senza averne i mezzi in quanto l'apparato crede di gestire le crisi regionali con le stesse metodologie di quando c'era l'URSS, senza essersi accorto che il mondo è cambiato.

Oggi ci sono i social network, lo streaming e chiunque può seguire in diretta gli avvenimenti e farsi una propria opinione, strumenti che in parte hanno permesso a Maidan di diventare Maidan.

Per chi fosse interessate a seguire gli avvenimenti di Yerevan lo può fare su Twitter usando l'hashtag #electricyerevan oppure su youtube con la diretta 24 ore su 24 all'indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=Ap8g-wnzJ8g

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Articolo pubblicato il 30/06/2015