“Il Cammino della Sindone”, a Collegno (Torino)

La sacra rappresentazione in quattro quadri di Giuseppe Valperga è stata riproposta nella Chiesa di Santa Elisabetta del villaggio Leumann

Nella sera di venerdì 26 giugno, presso la Chiesa di Santa Elisabetta del villaggio Leumann di Collegno (Torino), vi è stata una rappresentazione de “Il Cammino della Sindone”, sacra rappresentazione in quattro quadri, con testo di Giuseppe Valperga.

È stato lo stesso Valperga a dare inizio allo spettacolo, di cui ha curato anche la regia, spiegando di essersi ispirato alle Sacre Rappresentazioni del Medioevo, per raccontare le vicende che hanno portato la Sindone dal Santo Sepolcro fino alle fotografie di Secondo Pia, nelle forme semplici del teatro sacro e popolare, con costumi essenziali ed evocativi e con attori che interpretano più parti.

Alla rappresentazione ha partecipato il coro Ars Nova di Vinovo, diretto da Lilly Franzolin, con canti intervallati ai quattro quadri che propongono le varie tappe de “Il Cammino della Sindone”.

Il Primo Quadro, “Giuseppe d’Arimatea e il Santo Sepolcro”, ambientato a Gerusalemme, si rifà ai vangeli e mostra Giuseppe d’Arimatea che recupera il corpo di Gesù Cristo e gli dà sepoltura.

Per il Secondo Quadro, “Costantinopoli. I Crociati. Il ritrovamento della Sindone”, e il Terzo Quadro, “I Crociati portano la Sindone in Francia. Secoli di mistero”, momenti più oscuri della storia della reliquia, vengono evocati sia personaggi storici e documenti, sia personaggi di fantasia: vediamo così, dopo il saccheggio di Costantinopoli nel 1204, durante la quarta Crociata, la Sindone che passa in molte mani e l’ipotesi di un suo possibile arrivo a Lirey, fino al 1453, quando giunge in possesso del Duca di Savoia.

Il Quarto Quadro, “La Sindone a Torino”, ha precisi riscontri storici e mette in scena personaggi noti della storia torinese: il Duca Emanuele Filiberto, detto Testa di Ferro, che la trasferisce a Torino nel 1578, l’arcivescovo Agostino Richelmy, il re Umberto I, l’avvocato Secondo Pia che in occasione della Solenne Ostensione del 1898, fotografò per primo la Sindone, trovandosi di fronte a un’immagine sconvolgente.

A questo punto, dopo un breve cenno storico, la sacra rappresentazione termina, invitando il pubblico alla preghiera e alla meditazione.

Il numeroso pubblico di Collegno è apparso emotivamente coinvolto dalla rappresentazione e ha dimostrato con gli applausi il suo gradimento sia per i testi che per la parte musicale. Il coro Ars Nova di Vinovo, diretto da Lilly Franzolin, è stato molto apprezzato.

Giuseppe Valperga, giornalista, autore, regista, è il presidente dell’associazione culturale “La casa del teatro sacro e popolare” che ha portato in scena questa sacra rappresentazione che impegna, in ben 45 diverse parti, sedici interpreti: Rossana Bena, Claudio Bertolotti, Giulio Boita, Danilo Bonandin, Alberto Borgi, Cecilia Cernicchiaro, Pietro Costanza, Carla Grosso, Michele Liuzzi, Vito Liuzzi, Silvana Matarazzo, Beppe Minelli, Beppe Orlini, Maddalena Passerò, Giorgio Torchio, Danilo Torrito.

Tutti i personaggi sono simbolici e, con pochi tratti incisivi, sono state delineate le loro caratteristiche e le loro emozioni, viste in chiave contemporanea.

Ancora da ricordare le musiche originali, opera di Enzo Vacca, e i costumi di Ernestina De Paoli, Maria Grazia Monticone e Lina Mosca.

“Il Cammino della Sindone” è stato scritto da Giuseppe Valperga in occasione della Solenne Ostensione della Sindone del 2010 e presentato con successo in quell’anno nella chiesa di San Lorenzo.

Questa Sacra Rappresentazione, a differenza delle precedenti del 2015 che sono state messe in scena a Torino presso la chiesa di San Rocco, si è svolta a Collegno: merita un breve cenno anche la location, costituita dalla suggestiva chiesa di Santa Elisabetta.

Questa chiesa, voluta dall’artefice del villaggio, l’imprenditore Napoleone Leumann, è stata progettata dall’ingegner Pietro Fenoglio (1907) che ha unito elementi eclettici agli aspetti stilistici Liberty di cui era il più quotato esponente torinese.

La chiesa è dedicata a Santa Elisabetta, nome della madre di Napoleone Leumann, il quale - benché di religione calvinista - non esitò a far costruire questo edificio religioso cattolico per i suoi dipendenti.

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Articolo pubblicato il 27/06/2015