“Mistero e Dramma” a Romano Canavese (Torino)

Il 4 luglio, alle 21 il concerto proposto per la ventesima stagione di “Antiqua”, realizzata dall’Accademia del Ricercare

Sottopongo molto volentieri ai Lettori di “Civico20News” questo articolo di Debora Bocchiardo (m.j.).

Nell’ambito delle tappe canavesane della stagione musicale “Antiqua”, realizzata dall’Accademia del Ricercare, il 4 luglio, alle 21, a Romano Canavese (To), presso la Chiesa di Santa Marta, ai piedi del Parco della Torre, verrà proposto il concerto di Festina Lente in  “Mistero e Dramma”.

Tutti i concerti sono a ingresso libero fino all’esaurimento dei posti disponibili e avranno inizio, alle ore 21, fatta eccezione per quelli di Trausella, che inizieranno alle 18, e per il concerto conclusivo del 2 agosto, in programma alle 17.

Per ulteriori informazioni in merito, il programma completo di ogni concerto, le note di sala e il curriculum degli artisti si può consultare il sito www.accademiadelricercare.com.

Molti tendono a fare finire l’esaltante stagione del Rinascimento musicale con il 1594, anno in cui terminarono la loro parabola umana e artistica Giovanni Pierluigi da Palestrina e Orlando di Lasso.

A ben vedere, questa data convenzionale andrebbe però posposta al 1611, anno della scomparsa di Tomás Luis Victoria, compositore di respiro europeo, purtroppo ancora troppo poco considerato nel nostro paese.

Eppure, Victoria rimase sempre profondamente legato all’Italia e in particolare a Roma, dove si stabilì giovanissimo per studiare nel da poco inaugurato Collegio Germanico e poi assumerne un incarico di insegnamento.

Dopo aver ricevuto gli ordini minori ed essere entrato a far parte della Congregazione dell’Oratorio di san Filippo Neri, Victoria decise di fare ritorno in patria, per portare avanti in serenità una vita equamente divisa tra musica e preghiera.

Favorevolmente colpito dal grande talento di questo compositore trentacinquenne – che nel 1583 gli aveva dedicato i suoi due libri di messe – l’imperatore di Spagna Filippo II gli concesse il posto di cappellano di sua sorella, Maria d’Asburgo, figlia di Carlo V e moglie di Massimiliano II, che dopo essere rimasta vedova si era ritirata con la figlia Margherita nel Monasterio de las Descalzas de Santa Clara di Madrid.

Il 26 febbraio del 1603 Maria morì e tre giorni più tardi venne sepolta nel chiostro del convento con una cerimonia adeguatamente sobria al luogo in cui aveva trascorso gli ultimi vent’anni della sua esistenza terrena.

Questo semplicissimo rito non poteva però bastare per onorare la memoria di un’imperatrice, per cui due mesi più tardi nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Madrid si tenne una solenne celebrazione che ebbe inizio il 22 aprile con i Vespri, proseguì nella notte con il Mattutino e le Lodi e culminò il mattino successivo con una commovente Messa per i defunti, alla presenza dell’imperatore, della principessa Margherita e di tutti i personaggi più potenti e influenti della corte spagnola.

A Victoria venne ovviamente affidato l’incarico di occuparsi dell’aspetto musicale.

Per questo evento della massima importanza, il compositore spagnolo decise di non fare eseguire il Requiem a quattro voci che aveva dato alle stampe a Roma nel 1583, ma compose ex novo una monumentale opera a sei voci (SSATTB), che sarebbe diventata uno dei più grandi capolavori funebri della storia della musica, degna sotto l’aspetto dell’intensità espressiva e della sincera profondità del cordoglio di stare sullo stesso piano dei capolavori successivi – e stilisticamente molto diversi – di Mozart e di Brahms.

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Articolo pubblicato il 29/06/2015