Agata, la bimba prematura più piccola al mondo operata al cuore
Andrea Pasqualini e Jessica, papà e mamma di Agata

Strumenti miniaturizzati per consentire l’accesso di una sonda dall’inguine della piccola al suo cuoricino

E’ un caso unico al mondo quello di Agata, la prima neonata prematura, nata alla 33esima settimana di gravidanza, trattata all’ospedale Regina Margherita attraverso una tecnica all’avanguardia nel campo della cardiologia per sconfiggere una malattia rara del cuore che porta il nome di atresia polmonare a setto intatto. Che non le avrebbe dato scampo.

E’ un caso unico al mondo perché, vista la piccolezza degli organi e l’immaturità dei tessuti, l’approccio non è stato cardiochirurgico ma sono intervenuti i cardiologi con strumenti miniaturizzati per consentire l’accesso di una sonda dall’inguine della piccola al suo cuoricino ed aprire la valvola del polmone chiusa ermeticamente come una cassaforte.  

Agata sta nel palmo di una mano, è un esserino lungo 30 centimetri, pesa soltanto un chilo e mezzo perché prematura alla nascita ed una gemellina. Ad appena un giorno di vita è stata salvata dalla rara e congenita malattia del cuore diagnosticata mentre era ancora nella pancia della sua mamma, grazie ad un eccezionale e delicatissimo intervento totalmente percutaneo, non invasico, che l’ha strappata da una morte certa.

Come le carezze di una mamma, le mani dei cardiologi Gabriella Agnoletti (nell'immagine a lato), direttore della Cardiologia, e Gaetana Ferraro sono state delicate ed amorevoli nell’usare i microscopici strumenti. «Dalla vena femorale un filo che trasmette energia elettrica è stato portato sotto il piano valvolare chiuso – racconta la dottoressa Agnoletti – ed è stata trasmessa una piccola dose di energia, sufficiente per perforare la valvola ed aprirla completamente. L’intervento è tecnicamente riuscito grazie alla stretta collaborazione delle équipe di ostetricia, di neonatologia, di cardiologia e cardiochirurgia».

Ora Agata è ricoverata in terapia intensiva. «I suoi piccoli polmoni stanno imparando a respirare e lei potrà crescere come la sua sorellina Diletta, che la sta aspettando nella neonatologia dell’ospedale Sant'Anna – dice con infinita dolcezza la dottoressa Agnoletti -. La sua famiglia è stata molto coraggiosa perché ha voluto darle le stesse chance di vita di Diletta».

Sono felici mamma Jessica, 26 anni, di Cuneo, assistente alla poltrona in uno studio dentistico di Torino, e suo marito Andrea Pasqualini, 24 anni, militare dell’esercito italiano. Raccontano ancora emozionati la problematica gravidanza.

«L’atresia polmonare a setto intatto di Agata è stata diagnosticata in gravidanza - spiega mamma Jessica - e secondo i medici potrebbe essere stata generata dalla sindrome della trasfusione feto-fetale, diagnosticata con un’ecografia. Ma io ed Andrea non ci siamo mai fermati, abbiamo voluto che la gravidanza proseguisse per non mettere a rischio la vita della sua gemellina Diletta».

A seguito di una minaccia di aborto pretermine Andrea e Jessica raggiungono prima l’ospedale di Cuneo, poi su consiglio dei medici vengono trasferiti al Sant’Anna di Torino, dove la gravidanza prosegue monitorata per un mese e mezzo. Alla 33esima settimana, il 18 giugno, con parto cesareo, nascono le due sorelline.

Ma se Diletta, anche lei un chilo e mezzo di peso, sta bene, Agata è in pericolo di vita perché la valvola polmonare è completamente chiusa, il ventricolo destro è piccolo e inspessito e la sua vita dipende dalla pervietà del dotto di botallo. A 24 ore dalla nascita viene operata al cuore.

L'atresia polmonare a setto intatto è una cardiopatia congenita complessa e rara.

Il trattamento è in genere chirurgico, nel neonato a termine di gravidanza. Solo nel 20% dei casi questa cardiopatia può essere trattata senza l'intervento del cardiochirurgo. Nel neonato pretermine, come in questo caso, le cose sono molto diverse. Infatti nel bimbo prematuro il trattamento chirurgico non è fattibile ed il trattamento transcatetere ha un alto rischio, vista la piccolezza degli organi e l’immaturità dei tessuti. Sono stati riportati al mondo solo alcuni casi di bimbi prematuri con questa cardiopatia, ma mai nessuno con un peso così basso come quello di Agata.

 

                                                                                              Liliana Carbone 

 

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Articolo pubblicato il 27/06/2015