Vacanze estive: ecco i consigli per prevenire il melanoma

Un’esposizione intensa ed intermittente si associa allo sviluppo

Il melanoma è il tumore che negli ultimi anni è maggiormente aumentato insieme al tumore del polmone nella donna ed al tumore al seno. Torino si conferma la città che diagnostica ogni anno, nei suoi ospedali di riferimento, 19 casi di melanoma ogni 100mila abitanti, contro una media italiana di 12 casi.

E i numeri continuano a crescere. Tra poco arriverà l’estate, numerose saranno le mete soleggiate che verranno raggiunte, dalle cial mare, alla montagna; ma cosa si deve portare in borsa o in valigia per prevenire scottature sulla pelle? Come fare per prevenire il melanoma, il tumore della pelle più temuto?

 Ce lo spiega la Professoressa Maria Grazia Bernengo, già Professore ordinario di Dermatologia dell’Università di Torino e membro del Comitato scientifico dell’Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte Onlus.

 "Un’esposizione intensa ed intermittente come si ha nelle vacanze è stata specificatamente associata con lo sviluppo del melanoma. L’abbronzatura indotta dai raggi ultravioletti artificiali non è protettiva nei confronti di successive esposizioni solari ma è associata ad un danno cellulare che ha come risultato la carcinogenesi della cute. Un melanoma in fase avanzata ha una prognosi severissima e conduce a morte nel 50% dei casi, seguire regole di prevenzione è assolutamente necessario.

Le regole da osservare sono: evitare le scottature soprattutto evitando di esporsi ai raggi ultravioletti tra le ore 11 e le ore 16; utilizzare i filtri solari ricordando che servono per evitare le scottature e non per prolungare l’esposizione al sole; una parte importante della strategia di prevenzione è l’uso dell’ombra per minimizzare gli U.V.: l’ombrellone lascia passare il 50% degli U.V. quindi è opportuno utilizzare le creme protettive anche sotto l’ombrellone. Con il vento, le nubi e nell’acqua è più facile scottarsi. Infine in montagna c’è una maggior concentrazione di U.V.: per ogni 300 metri di altitudine si ha un 4% in più di intensità.

I soggetti maggiormente a rischio sono individui con famigliarità per il melanoma; persone con numerosi nei (più di 100); persone con presenza di più di cinque nei atipici; persone con fototipo chiaro (I o II), vale a dire soggetti che non si abbronzano o hanno difficoltà ad abbronzarsi, con occhi chiari, capelli chiari, cute chiara; soggetti con frequenti scottature soprattutto nell’età infantile. Inoltre un soggetto che ha già avuto un melanoma è a maggior rischio per l’insorgenza di nuovi melanomi nel tempo.

I bambini fino a 6 mesi non dovrebbero essere esposti al sole, l’esposizione solare dovrebbe essere limitata negli anni successivi. Particolari precauzioni per tutti i bambini sono: cappellino, occhiali da sole (gli occhi sono particolarmente delicati), magliette. E’ vero che la terapia di prima linea per la dermatite atopica è l’esposizione solare, tuttavia il beneficio è raggiungibile anche con le sopracitate accortezze.

I prodotti con filtri solari vanno applicati su tutto il corpo, in quantità sufficiente e riapplicati dopo il bagno o dopo la sudorazione. E’ importante non soprastimare la durata della protezione e non ridurre il fattore di protezione dopo i primi giorni di vacanza, ricordando che la protezione naturale e l’ispessimento dello strato corneo dopo ripetute esposizioni è equivalente ad un fattore di protezione non superiore a 2 e richiede almeno 1–2 settimane per svilupparsi.

 Poiché il fattore più importante è rappresentato dai raggi ultravioletti, un corretto comportamento nei confronti di questi, rapresenta l’unica prevenzione primaria efficace. La prevenzione secondaria, cioè la diagnosi precoce, è in grado di determinare la guarigione del melanoma con la sola asportazione chirurgica.

 Dopo più di trenta anni di risultati scoraggianti con i farmaci antiblastici, sia in monoterapia sia incombinazione, le innovazioni nel campo della biologia molecolare hanno consentito di identificare importanti vie molecolari della proliferazione delle cellule di melanoma e, di conseguenza, di sintetizzare dei farmaci che hanno come bersaglio dei geni che rappresentano tappe cruciali della progressione cellulare.

Altri anticorpi monoclonali bloccando recettori immunosoppressivi attivano i linfociti consentendo di distruggere le cellule tumorali. Questi farmaci innovativi sono riusciti ad aumentare la sopravvivenza di pazienti in fase avanzata. Gli anticorpi monoclonali immunomodulatori rappresentano una grande promessa per potenziare le risposte immuni nei confronti delle cellule neoplastiche".

 

Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte

  comunicazione@prevenzionetumori.org

www.prevenzionetumori.eu

 

  

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Articolo pubblicato il 30/06/2015