Torino, 1901: tecnica e igiene al servizio della cittadinanza

“L’orinatoio e la fontanella nel piazzale di San Tommaso in Torino”

Una vecchia cartolina ci mostra la chiesa di San Tommaso a Torino dopo i restauri e le modifiche subite in concomitanza con l’apertura della via Pietro Micca (la “Diagonale” dei vecchi Torinesi) nel maggio 1897.

L’aspetto non è molto diverso da quello attuale ma la nostra attenzione deve soffermarsi sul giardinetto, alla destra di chi guarda, tra la chiesa e la Scuola Pacchiotti, che non è quella attuale.

Nel giardinetto doveva essere collocato un orinatoio pubblico e una fontanella (non ancora con il classico aspetto del “toret”), descritti con vero entusiasmo e numerose illustrazioni in un articolo della rivista torinese “L’Ingegneria Sanitaria”, n. 4, dell’aprile 1901.

L’autore dell’articolo, che si firma con le sole iniziali “F.C.”, scrive che: «In relazione alle importanti opere di sventramento compiute nella parte centrale di Torino, ne emerse il bisogno di sostituire, alle indecenti pietre di decenza, nuovi tipi di orinatoi che meglio rispondessero al decoro d’una città moderna e sovratutto soddisfacessero alle esigenze dell’igiene; non dimenticando in pari tempo il tentativo di sostituire alle fontanelle comuni, quelle più moderne a zampillo ascendente».

Ricordiamo che l’espressione pietre di decenza era stata coniata alla metà del secolo precedente dal sacerdote erudito Giuseppe Baruffi (Mondovì, 1801-Torino, 1875), per indicare gli antichi orinatoi addossati ai muri e formati da una piccola colonna in pietra, concava in senso verticale e appoggiata su una base forata a livello del piano stradale, in modo da raccogliere le urine in un contenitore interrato.

Ma quando scappa, scappa… e per questo andavano bene anche gli indecorosi orinatoi. Infatti, come scrive F.C., «[…] l’abolizione delle numerose pietre di decenza, provocò nella cittadinanza molte proteste; però ultimamente la provvida Amministrazione Comunale, per iniziativa dell’attuale assessore pei lavori pubblici, l’egregio ing. Mario Vicarj, ed in seguito agli studi degli ingegneri dell’ Ufficio tecnico comunale, si fece dar mano alla costruzione di nuovi chioschi per orinatoi pubblici, che meritano invero d’essere segnalati per l’eleganza e per la pulizia. Crediamo, per la prima volta in Torino, in questi nuovi orinatoi vennero applicate, a preferenza della pietra comune e del cemento, o della ghisa smaltata, le pareti levigate di granito rosso di Baveno, mantenendole permanentemente lavate con una corrente continua di acqua che defluisce dai bordi superiori sotto forma di velo sottile d’acqua».

Per la location di questa meraviglia igienico-tecnologica destinato ai frequentatori della nuova via Pietro Micca, era stata scelta la cancellata che chiudeva la parte del piazzale davanti alla chiesa di San Tommaso, compresa fra l’ingresso della Chiesa omonima e la scuola Pacchiotti.

F.C. forniva poi numerosi particolari tecnici, sui quali non ci dilunghiamo. Basta dire che: «L’orinatoio è a due posti con pareti e pavimento in declivio di granito lucido. […] La lavatura delle pareti e del pavimento dell’orinatoio è fatta in modo continuo con un velo d’acqua che bagna di continuo tutta la superficie […]».

Più accattivante la descrizione delle caratteristiche  della «nuova fontanella a getto continuo con zampillo ascendente, collocata a fianco del marciapiede nella parte anteriore dell’orinatoio».

Si trattava del miglioramento di un modello di una ditta milanese: «La fontanella di ghisa con zampillo ascendente è del tipo della Ditta Macchi e Comp. di Milano, per altro migliorata nel senso che mediante alcuni fori opportunamente aperti nella boccia, non sia più possibile, soffiando nell’interno della stessa, far innalzare lo zampillo più di quanto venne regolato; altre migliorie praticate consistono nella riduzione del foro della griglia, oltre la quale si innalza lo zampillo, e ciò allo scopo di rendere più difficile il contatto delle labbra col beccuccio dal quale esce lo zampillo stesso e nel collocamento di uno sporto o gradino nel basamento della fontanella, onde anche i fanciulli piccoli sieno in grado di bere».

Una fontana igienica quindi e che permette di bere anche ai bambini…

Del resto, tutta l’operazione, secondo la conclusione di F.C., ha notevolmente migliorato la qualità della vita dei torinesi di quella zona cittadina: «I risultati ottenuti, d’avere cioè eliminate le esalazioni ammoniacali, che si lamentano nelle vecchie pietre di decenza, dell’eleganza del chiosco contornato posteriormente dalle piante del giardinetto attiguo alla Scuola Pacchiotti, la pulizia ed il decoro del sito, la posizione e l’utilità dell’elegante fontanella a zampillo per bere, hanno corrisposto pienamente ai gusti ed ai bisogni della cittadinanza in quella località.

È quindi da far voti che per tutta la città di Torino si provveda, come già si è incominciato nelle vie principali, alla costruzione di simili chioschi decorosi, eleganti ed igienici ad un tempo». 

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Articolo pubblicato il 25/06/2015