Isole semideserte: le impressioni di Ottone Di Sempre
Foto d'archivio

Sugli sbarchi quotidiani di migranti e profughi: fra il sogno e la realtà

"Sarebbe bello poter riuscire a dare un futuro migliore alle centinaia di migliaia, forse milioni, di profughi che fuggono dalla disperazione, dalla fame, dalle guerre".  

Così replica Ottone Di Sempre alla preplessità espressa da noi in proposito ai continui arrivi di profughi senza controllo e, ci viene da aggiungere, senza speranza vista la scarsa se non nulla collaborazione fra gli Stati di quella Unione Europea che di fatto lo è soltanto in certe occasioni quali la riscossione dei tributi da versare alla cassa centrale.

Ma nel prosieguo del colloquio emerge una considerazione ben precisa che riportiamo nel dettaglio: 

"Ci sono nel mondo molte isole che, solo per la loro collocazione geografica risultano inabitate e semideserte, per nulla inospitali ma solo difficili da raggiungere e magari poco accessibili" .

La considerazione del nostro interlocutore affronta altresì il problema di tutti i giorni e cioè l'arrivo di migliaia di individui che, quando per loro fortuna non vengano lasciati annegare, sbarcano in Italia, dove sono accolti nel miglior modo possibile:  

"E' un problema assai serio - insiste - che investe i centri di accoglienza che scoppiano e le regioni che non hanno i mezzi neppure per sfamarli. Forse con tempi meno stringenti e numeri meno impossibili i mezzi ci potrebbero anche essere, ma l’Europa si sta dimostrando assente nel soccorrere il nostro paese coinvolgendo altri Stati nel cui vocabolario, purtroppo, il termine solidarieta’ non esiste". 

Osserva inoltre che Italia sta precipitando nel caos, ma per che per i governanti l’unica cosa possibile e’ lasciare che anche le navi degli altri paesi europei finalmente intervengano per aiutare quelle imbarcazioni a raggiungere le coste italiane.  

"In molti casi, purtroppo, l’accoglienza che viene riservata a quei poveracci assomiglia, affermano alcuni di loro, a quella dei lager nazisti; ma l’importante e’ che possano ancora ingrassare gli organizzatori di queste oscenita’. Quando poi, come spesso accade, alcuni di loro, e per la verita’ non pochi, riescono a fuggire e a dileguarsi, essi vanno ad aggiungersi ai tanti clandestini e delinquenti che gia’ ospitiamo". 

Un'affermazione forte che non ci sentiamo di smentire visto come si stanno sviluppando i fatti:

"A volte si riesce a fare per gli immigrati qualcosa in piu’ togliendo risorse da quelle gia’ insufficienti destinate ai nostri cittadini piu’ in difficolta’, e questa cosa, oltre al continuo aumento di una certa criminalita’, crea nei cittadini un senso di sfiducia nelle istituzioni ed alimenta un sentimento a volte anche di razzismo che sfocia poi nelle tante guerre tra poveri".   

Ma attualmente l'Europa impegna considerevoli risorse solo per l’emergenza, senza pero’ riuscire a gestire e riportare entro giusti limiti il problema immigrazione:

"Si dovrebbe invece prendere in considerazione un concetto del tutto nuovo per poterli aiutare davvero quei disperati, e questo, oltre che sicuramente efficace per allontanare da noi una tragedia annunciata, verrebbe anche a tradursi in un notevole risparmio per l'Europa stessa".

Di Sempre viene poi ad illustrare il progetto che sta nel prendere un’isola europea semideserta di ampie dimensioni e lontana dalle coste per motivi di sicurezza, convogliando, dopo aver provveduto alle necessarie urbanizzazioni, coloro che fuggono dalle persecuzioni  ed anche quelli che gia’ sono qui come clandestini. Questo, a parer suo, sarebbe l’unico progetto possibile e risolutivo condiviso, sempre a suo dire, da studiosi ed esperti perche’ solo cosi’ si puo’ circoscrivere e controllare un fenomeno che gia’ sta assumendo proporzioni non piu’ gestibili.

"Si potrebbe - prosegue -  far intervenire il genio militare dei paesi europei dando loro i mezzi per creare in pochissimo tempo le strutture adeguate per accogliere migliaia di persone, facilitando in questo modo la loro identificazione senza il rischio di fughe ed assicurando un cordone sanitario contro il rischio di epidemie".

Ma Ottone Di Sempre afferma ancora come non sarebbe difficile gettare così le basi per lo sviluppo di una "grande metropoli" che potrebbe accogliere milioni di immigrati che fuggono dalla disperazione e dalla morte e che li’ sarebbero al sicuro e potrebbero, con il nostro aiuto, vivere del proprio lavoro:

"Se poi anche qualche terrorista fosse riuscito ad infiltrarsi tra loro poco male: cio’ non potrebbe che togliere mano d’opera attiva a quelle milizie, anche perche’ di tempo per controllare a dovere ogni individuo ce ne sarebbe piu’ che a sufficienza".

Opinione, quest'ultima, che non ci sentiamo di condividere appieno poichè non è concepibile che le fasce violente del terrorismo possano liberamente confondersi in mezzo a coloro che davvero fuggono dalla persecuzione.

Allora c'è qualcosa che non funziona: il buonismo di facciata, senza regole precise e tassative, finisce con rivelarsi arma a doppio taglio; ormai sono troppi gli autogol incassati dagli italiani per opera di chi dovrebbe invece tutelarli affinchè ciò non accada più.

E la retorica che riporta al passato, a frasi come "quando c'eravate voi", non fa che alimentare un clima di insicurezza nei cittadini che vedono assottigliarsi di giorno in giorno la paternità del territorio e si sentono sempre più stranieri a casa propria.

Ed allora si deve decidere, non solo pontificare dall'alto; e Di Sempre non sbaglia quando suggerisce di pensare ad un periodo di permanenza obbligatoria di un anno circa, con regolare permesso di soggiorno,  cosi’ da poter distinguere "le mele buone da quelle marce", dopo di che ognuno potrebbe scegliere di restare in questa novella isola dell'accoglienza come operatore oppure di ritornare nel suo paese.

"Con ciò non si vuole certo parlare di prigione o ghetto, ma non dobbiamo dimenticare che molte di queste persone, fino al giorno prima, manifestavano contro i popoli occidentali calpestando e bruciando le loro bandiere e, nei casi estremi che la cronaca ci ha riportato, tagliando la gola a coloro che stavano li’ per aiutarli".

Considerazioni legittime e molto personali che rispecchiano, in linea di massima, il pensiero di gran parte dell'opinione pubblica ma che lasciano, purtroppo, l'amaro in bocca quando si deve constatare come l'Europa esista solo sulla carta, e forse nemmeno lì.

Ciò che non deve tuttavia prevalere è la rassegnazione, male incurabile che cancella la propria identità lasciandola in balia dell'incantatore di serpenti di turno.


 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 24/06/2015