Europe des Nations et des Libertés

Parlamento Europeo: Marine Le Pen crea il suo eurogruppo

È nato martedì a Bruxelles "Europe des Nations et des libertés”, il nuovo gruppo del Parlamento europeo che raccoglie Marine Le Pen e i suoi alleati “storici”: il PVV olandese di Geert Wilders, i fiamminghi del Vlaams Belang, gli austriaci del FPO, La Lega Nord di Salvini e qualche deputato sparso.

Fuori rimangono gli ultrà ungheresi di Jobbik, Alba Dorata greca, l’NPD tedesco.

Un successo pieno (e fruttuoso) con cui Marine liquida il babbo. Le Chef non solo è si è ritrovato detronizzato ma ora è anche indagato per frode fiscale a causa di soldi “neri” in Svizzera.

Con il nuovo gruppo, Marine si assicura un ricco rimborso (tra i 20 e i 30 milioni di euro spalmati su quattro anni), presidenze di commissione, visibilità mediale e tanti simpatici benefits. Il ghetto è (quasi) alle spalle.

I soldini europei saranno sicuramente utili per la pesante diatriba giudiziaria in corso tra Florian Philippot, vice di Marine, e l’emiro del Qatar.

In una trasmissione televisiva, dopo l’attacco a Charlie Hebdo, il numero due del FN ha sostenuto che «l’emirato finanzia l’islamismo che uccide». Nulla di nuovo. È noto da tempo che la piccola ma potente monarchia di Doha appoggia i fondamentalisti in Siria, Iraq, Libia.

È ben risaputo come i quatarioti ispirino le tendenze armate più radicali — in visione anti iraniana e anti scita — del mondo sunnita. Un po’ meno noti (chissà perché?) sono gli intrecci finanziari in Francia e in tutto l’Occidente.

Da un lato Doha appoggia gli ultrà del califfato, dall’altro compra beni di lusso in Europa (anche in Italia, vedi il Gallia a Milano, gli alberghi in Sardegna, la Meridiana e tante altre eccellenze nazionali …).

Un progetto ambizioso, ambiguo quanto pericoloso che Philippot ha denunciato, prendendosi, a sua volta una denuncia per diffamazione,  con pretese economiche mirabolanti…, dal poco democratico e molto oscurantista Qatar…

Stride e infastidisce in questa stramba vicenda la posizione dei benpensanti d’oltralpe. Benché sia la prima volta che un paese straniero sporga una denuncia contro un parlamentare europeo, nessuno a Parigi, a parte il coraggioso Alain Finkielkraut, ha preso le difese di Philippot.

L’emiro ha troppi potenti amici sotto la Tour Eiffel, tutti ben pagati, da Sarkozy ad Hollande, da De Villepin a Jack Lang etc. per temere qualcosa.

Non a caso l’ambasciata quatariota ha incaricato della causa due grandi avvocati, rispettivamente i legali di riferimento dei socialisti e dei neo gollisti. Una bella porcheria bi-partisan.

Rimane solo la voce di Finkielkraut che si scaglia con coraggio "contro uno Stato che sostiene uno dei rami più attivi dell’Islam radicale: I Fratelli musulmani".

L’ interferenza, invece che uno scandalo, ha quasi un alone d’antifascismo. Questo è il grande inganno del presente.

Nessuno si mobilita contro il Qatar, perché attacca il Front National, considerato come il nemico principale, se non come l’unico nemico.

Il Qatar può quindi farla franca, tra l’indifferenza dei più. Con il suo denaro ha comprato tutti.

L’islamismo più cruento e radicale, ha ormai conquistato una posizione di rilievo in quest’Europa decadente e tiranna con i suo cittadini.

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Articolo pubblicato il 19/06/2015