Presentazione del libro: “Dall’ Etna alle Alpi. Giuseppe Macherione. Un giovane poeta e patriota italiano”

Sala Principe Eugenio, Sede AIP – via Legnano 2/b – Torino. Giovedì 18 giugno 2015 – ore 18:00

APERITIVI CULTURALI

III Ciclo Primaverile

 (5 – 11 - 18 giugno 2015)


X Aperitivo Culturale 2015

Giovedì 18 giugno 2015

Sala Principe Eugenio, Sede AIP via Legnano 2/b, Torino alle ore 18,00

Dall’Etna alle Alpi. Giuseppe Macherione.

Un giovane poeta e patriota italiano


Presentazione del libro: "Dall’Etna alle Alpi. Giuseppe Macherione. Un giovane poeta e patriota italiano"

 della Professoressa Carla CASALEGNO, Edizioni del Capricorno 2014



Con l'Autrice intervengono: lo storico Marco ALBERA e il giornalista Vittorio G. CARDINALI.

Penultimo di sette fratelli, Giuseppe Macherione nacque a Giarre (Catania) il 22 marzo 1840 in una famiglia della borghesia: il padre, l’avvocato Gaetano, era “uomo non estraneo alle lettere”. Dai 5 ai 14 anni frequentò l’Educandario Reale dei padri Filippini, distinguendosi soprattutto nello studio del latino; appassionato traduttore di Virgilio e Orazio, iniziò egli stesso a comporre versi in latino e a scrivere liriche e canzoni.

Colpito nell’adolescenza da gravissimi lutti – la scomparsa, in seguito ad una disgrazia, nel 1855, del fratello Antonio, a cui seguì nel 1857 quella della madre – Giuseppe, a 17 anni, si iscrisse alla facoltà di Legge dell’università di Catania, dove conobbe il coetaneo Giovanni Verga e Luigi Capuana, a cui lo strinse un’intensa amicizia, tanto che, anni dopo, il teorico del Verismo, rievocando appunto i suoi anni giovanili, gli dedicò alcune lucidissime pagine.

Studente universitario, trovò anche il tempo per studiare l’inglese e il francese, e di coltivare i suoi interessi politici, maturando un sempre più consapevole impegno civile, in anni che videro giungere a termine il processo di unificazione nazionale.

Animato da un vivo desiderio di vedere l’Italia una, libera e civilmente organizzata, corse ad arruolarsi tra i garibaldini, sebbene iniziassero già a manifestarsi i primi inequivocabili sintomi di quella tisi che ne avrebbe stroncato la giovinezza a soli 21 anni. Respinto proprio per la precarietà della sua salute, abbracciò un’altra arma: quella del giornalismo politico che esercitò dapprima a Catania, poi a Palermo.

Nel febbraio 1861, nonostante il peggioramento delle condizioni di salute, s’imbarcò su un vaporetto diretto a Genova, da dove proseguì per Torino, animato dal desiderio di “assistere all’apertura del nuovo Parlamento italiano e a tutta la sessione legislativa del ’61”. Circondato da nuovi amici, stimato dallo stesso Cavour, che spesso mandava a chiedere notizie della salute di “Peppino il Siciliano”, il giovane poeta e patriota si spense il 22 maggio 1861 in un’abitazione a pochi passi da Palazzo Carignano, sede di quel Parlamento che, nella seduta del 14 marzo,  aveva votato il disegno di legge relativo all’assegnazione del titolo di Re d’Italia a Vittorio Emanuele II.

Le sue spoglie, rimaste per un secolo nel cimitero monumentale di Torino, nel 1961, in occasione del primo centenario dell’unità d’Italia, furono trasferite a Giarre.

Carla CASALEGNO è nata e vive a Torino, è docente di italiano e latino in un liceo classico cittadino. Scrittrice e giornalista, rivolge i suoi interessi in particolare al genere letterario storico-biografico. Dopo due monografie su Pier Giorgio Frassati, Una vita di preghiera (Piemme 1988) e Una vita di carità (Piemme 1990), ne ha scritto la biografia Pier Giorgio Frassati (Effatà 2005, nuova edizione 2013) e, nel 2011, un libro che ne ricorda i 110 anni dalla nascita Fra terra e cielo (San Paolo).

Altre sue pubblicazioni sono: Nella tenda di Marta. Tre voci in armonia (Itaca libri 2000); la biografia della prima duchessa di Savoia-Aosta, Maria Vittoria Dal Pozzo della Cisterna, Il sogno di una principessa in un regno di fuoco (Immagine per il Piemonte-Effatà  2003); Storie d’amore che hanno vinto il tempo (Effatà 2006); Vitalità spirituale a Torino (Effatà 2008), Alla scuola di San Pier Giuliano Eymard (Effatà 2013).

Ha inoltre curato, in occasione dell’Ostensione della Sindone del 2010, la nuova edizione del volume Il Duomo di Torino e la Sindone (Effatà 2010), tradotto in cinque lingue.

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Articolo pubblicato il 17/06/2015