“Un pomeriggio in giallo”, alla Libreria Borgopò

Tre autori della collana “Piemonte in giallo”, edita da Il Punto - Piemonte in bancarella, presentano i loro libri

A Torino, giovedì 18 giugno, alle ore 18:00, presso la Libreria Borgopò, in via Luigi Ornato n. 10, si terrà l’incontro intitolato “Un pomeriggio in giallo”.

Tre autori della collana “Piemonte in giallo”, edita da Il Punto - Piemonte in bancarella presentano i loro libri.

Sono:

Sabrina Francesconi, autrice di “Ricci capricci e omicidi”;

Flavio Massazza, autore di “L’ombra del gatto”;

Lorenzo Papagna, con il suo “Una sporca faccenda”.

Questo pomeriggio all’insegna del giallo ci presenta le avventure di tre personaggi profondamente diversi tra loro: la giornalista freelance di Coazze Nicoletta, lo scrittore piemontese Luca e l’ispettore Aulin sono infatti i tre protagonisti che si affacciano dalle pagine dei romanzi.

Nicoletta, la protagonista di “Ricci capricci e omicidi”, il poliziesco di Sabrina Francesconi, è una giornalista freelance a Coazze, un piccolo paese delle montagne piemontesi, dove tutti conoscono tutti e la vita scorre con serena e rassicurante tranquillità.

Un sabato mattina, però, Nicoletta si presenta nel salone di bellezza della sua amica parrucchiera Antonella e la trova senza vita: è stata assassinata.

Il Pubblico Ministero che arriva da Torino si presenta con efficienza e professionalità, ma i coazzesi sono poco inclini a collaborare con un forestiero, pertanto è Nicoletta stessa, aiutata dall’amico Matteo, il sindaco, a offrire la sua collaborazione per le indagini.

Casi del genere, sia detto tra parentesi, sono piuttosto frequenti e uno, in passato, ha avuto un forte clamore mediatico: quello della morte di Silvana Biagetti, ragazza torinese ritrovata morta il 27 giugno1992, vicino alla sua auto, in un burrone della Val Pellice. Il sindaco di Bobbio Pellice si era attivato per cercare di vincere l’ostinata reticenza dei valligiani… senza risultati concreti.

Ma a Coazze siamo in un poliziesco e le cose vanno diversamente.

Il carattere estroverso e la vita sregolata di Antonella suggeriscono un delitto passionale e i sospettati non mancano, ma quando uno sconosciuto viene trovato vittima di un incidente mortale in una borgata di Coazze, Nicoletta è costretta a rivedere le proprie teorie.

Le due morti sono all’apparenza molto diverse fra loro, ma un segreto le unisce. Un segreto tenuto nascosto per anni e che può spezzare gli equilibri nella vita dell’intero paese.

Nel pieno della stagione estiva e dell’importante Festival Pirandelliano, Nicoletta dovrà scoprire qual è la verità dietro agli omicidi, tra false piste e pettegolezzi, amicizie e pregiudizi.

Quanto a “L’ombra del gatto”, di Flavio Massazza, vediamo come protagonista Luca, giovane scrittore torinese che, in un giorno autunnale nel cimitero di un paese della Lomellina, ha trovato per terra una foto perduta da una donna anziana. In una situazione surreale è costretto ad ascoltare e a rivivere come uno spettatore una storia degli anni quaranta raccontata da una madre che vuole riscattare il ricordo della figlia.

È il racconto dell’amore tra due giovani, lei sarta del paese, lui studente di medicina a Torino. È la storia della loro separazione durante la Guerra, della prigionia in Russia, di un ritorno e di un delitto.

Da quel momento Luca, uomo che ama la tranquillità, non ha più pace perché viene spinto da una forza misteriosa a scoprire la verità nascosta dietro quell’episodio di violenza apparentemente chiarito.

A sconvolgere la vita di Luca interviene l’incontro con una misteriosa ragazza dagli occhi azzurri che lo accompagnerà in una serie di avventure sino a scoprire la verità. L’immagine di un gatto rosso striato appare spesso, come un misterioso regista che da dietro le quinte sembra guidare gli avvenimenti.

Con “Una sporca faccenda”, di Lorenzo Papagna, siamo su un’altra lunghezza d’onda. Papagna, che ha già “rivisitato” a modo suo “Il Signore degli Anelli”, questa volta evoca gli ispettori Aulin e Veramon che indagano sulla morte di un insignificante bullo di un quartiere parigino.

L’inchiesta è condotta tra personaggi ambigui, belle donne e piccoli malavitosi, ma solo ricostruendo la vita e il passato dei vari protagonisti si potrà dare un senso logico ai delitti commessi.

L’ipettore Aulin procede, come al solito, senza un apparente metodo psicologico, anzi, come usa dire egli stesso “Io non penso mai”, fino al colpo di scena finale.

In un noir spassoso ed esilarante, gli ispettori sapranno conquistare i lettori con un susseguirsi di battute ironiche, divertenti, a volte irrispettose, sullo sfondo di una Parigi immaginaria, dove anche i nomi dei luoghi e dei personaggi formano arguti giochi di parole.

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Articolo pubblicato il 17/06/2015