“La lezione corelliana - Allievi e compositori coevi di Arcangelo Corelli”, a Trausella (Torino)

È proposta nell’ambito delle tappe canavesane della stagione musicale “Antiqua”, realizzata dall’Accademia del Ricercare

Sottopongo molto volentieri ai Lettori di “Civico20 News” questo articolo di Debora Bocchiardo (m.j.)

Nell’ambito delle tappe canavesane della stagione musicale “Antiqua”, realizzata dall’Accademia del Ricercare, il 28 giugno alle ore 18, a Trausella (Torino), presso la chiesa di San Grato, in piazza della Chiesa, con ingresso gratuito, verrà propostoLa lezione corelliana - Allievi e compositori coevi di Arcangelo Corellicon i solisti dell’Accademia Lorenzo Cavasanti (flauto), Vittoria Panato (violino), Antonio Fantinuoli (violoncello), Ugo Nastrucci (tiorba) e Claudia Ferrero (cembalo).

Arcangelo Corelli rappresenta sotto molti aspetti un unicum nella storia della musica barocca.

Tanto per iniziare, a differenza di molti altri autori suoi contemporanei che condussero una vita frenetica in diverse città europee, il compositore di Fusignano trascorse la maggior parte della sua carriera a Roma, dove poté elaborare con tutta tranquillità il suo raffinatissimo stile.

In secondo luogo, Corelli non compose centinaia di opere a getto continuo come Vivaldi, Bach o Händel, ma solo sei raccolte di opere a stampa (e un ristrettissimo gruppo di lavori pervenutici in forma manoscritta), che cesellò instancabilmente per anni per conferire loro l’inarrivabile perfezione formale che viene riconosciuta ancora oggi.

Per finire, il nome di Corelli non cadde immediatamente nell’oblio subito dopo la sua morte, avvenuta nel 1713 all’età di 60 anni, ma le sue opere vennero considerate un imprescindibile modello di stile in ogni parte d’Europa, anche grazie ai numerosi compositori come Francesco Geminiani che portarono il verbo corelliano nelle città più alla moda del Vecchio Continente.

In particolare, in Inghilterra il concerto grosso di Corelli continuò a godere una inopinata fortuna fino alla fine del XVIII secolo, quando in tutta Europa si erano diffuse le più moderne opere di Haydn e Mozart.

Il programma di questo concerto propone uno degli infiniti itinerari possibili in questo ambito repertoriale, abbinando alcune delle opere più famose di Corelli, come la Ciaccona della Sonata op. 2 n. 2 e la travolgente Follia, a una serie di brani particolarmente significativi dei moltissimi compositori che risentirono in maniera più o meno evidente della sua influenza.

Ovviamente, trattandosi di autori dotati di una spiccata personalità, ognuno reinterpretò il modello corelliano secondo la propria cultura e la propria sensibilità, come si può facilmente notare ascoltando le due eleganti Sonates corellisantes di Georg Philipp Telemann, la coinvolgente verve della Chaconne di Jean-Marie Leclair, compositore francese che seppe far coesistere in maniera molto convincente lo stile del suo paese con gli elementi italiani appresi non solo da Corelli ma anche dal suo maestro Giovanni Battista Somis e da Pietro Antonio Locatelli, e il gradevolissimo concerto vivaldiano.

Oggi il ricordo di questo virtuoso di sommo talento e raffinatissimo compositore non è affidato solo alle sue opere, ma anche a Franco Battiato che lo ha scelto come exemplum di bellezza nel distico finale della sua canzone del 2009 Inneres Auge, vista come via di salvezza dai mali del contesto politico italiano.

La linea orizzontale ci spinge verso la materia, 

quella verticale verso lo spirito. 

Ma quando ritorno in me, 

sulla mia via, a leggere e studiare, 

ascoltando i grandi del passato

mi basta una sonata di Corelli, 

perché mi meravigli del creato!

Il programma completo della stagione è consultabile sul sito www.accademiadelricercare.com.

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Articolo pubblicato il 23/06/2015