Aperitivi Culturali: Pellegrinaggio d’ autore ovvero le Vie sindoniche. In viaggio con la Sindone da Chambéry a Torino

Sala Principe Eugenio, Sede A.I.P. via Legnano 2/b – Torino. Giovedì 11 giugno 2015 – ore 18:00

 

Anno Culturale 2015

Amare il Piemonte, terra di tradizione e di innovazione.


APERITIVI CULTURALI

III Ciclo Primaverile


(5– 11 – 18 giugno 2015)



AIP • via Legnano 2/b • 10128 Torino • tel. 348 4435212 • www.immagineperilpiemonte.it



IX Aperitivo Culturale 2015


Giovedì 11 giugno 2015

Sala Principe Eugenio, Sede AIP via Legnano 2/b, Torino

alle ore 18,00


Pellegrinaggio d’autore ovvero le Vie sindoniche

In viaggio con la Sindone da Chambéry a Torino


Intervengono:

Franca GIUSTI e Vittorio G. CARDINALI


- Franca GIUSTI è autrice del volume Pellegrinaggio d’autore ovvero le Vie sindoniche, ChaTo (in viaggio con la Sindone).


Durante l’ostensione della S. Sindone e in attesa della visita a Torino di S.S. Papa Francesco, ripercorriamo con Franca Giusti, giornalista e autrice del libro Pellegrinaggio d’autore, ovvero le vie sindoniche (edito dall’associazione ChaTo con il patrocinio della Regione Piemonte e della città e provincia di Torino), lo strabiliante viaggio che ha per protagonista il sacro velo nel XVI secolo attraverso le valli piemontesi.

Un diario di viaggio tra arte, natura, storia e tradizioni delle Terre di Margherita. Dopo esser scampata all’incendio della cappella di Chambery nel 1532, la Sindone, seguì i Savoia nel loro viaggio verso Torino. Tornò in Alta Savoia venticinque anni dopo e, nel 1578, fu riportata a Torino dal duca Emanuele Filiberto di Savoia.

Un volume snello e maneggevole che, con immagini, dipinti e l’affresco di Voragno, racconta il percorso della Sindone attraverso le Alpi Graie, da Chambéry a Torino, toccando anche il capoluogo lombardo, attraverso testimonianze pittoriche ed artistiche, ancora oggi visibili, che la Giusti ha minuziosamente riproposto al grande pubblico. La stesura del libro è nata da una collaborazione con Richard Snyder, scrittore statunitense di origine italiana, che ha contributo alla traduzione del testo in inglese.


X Aperitivo Culturale 2015


Giovedì 18 giugno 2015

Sala Principe Eugenio, Sede AIP via Legnano 2/b, Torino

alle ore 18,00


Dall’Etna alle Alpi. Giuseppe Macherione.

Un giovane poeta e patriota italiano


Con l’Autrice intervengono:

Marco ALBERA

Vittorio G. CARDINALI


- Carla CASALEGNO è autrice del volume Dall’Etna alle Alpi. Giuseppe Macherione. Un giovane poeta e patriota italiano, Edizioni del Capricorno.


Penultimo di sette fratelli, Giuseppe Macherione nacque a Giarre (Catania) il 22 marzo 1840 in una famiglia della borghesia: il padre, l’avvocato Gaetano, era “uomo non estraneo alle lettere”. Dai 5 ai 14 anni frequentò l’Educandario Reale dei padri Filippini, distinguendosi soprattutto nello studio del latino; appassionato traduttore di Virgilio e Orazio, iniziò egli stesso a comporre versi in latino e a scrivere liriche e canzoni.

Colpito nell’adolescenza da gravissimi lutti – la scomparsa, in seguito ad una disgrazia, nel 1855, del fratello Antonio, a cui seguì nel 1857 quella della madre – Giuseppe, a 17 anni, si iscrisse alla facoltà di Legge dell’università di Catania, dove conobbe il coetaneo Giovanni Verga e Luigi Capuana, a cui lo strinse un’intensa amicizia, tanto che, anni dopo, il teorico del Verismo, rievocando appunto i suoi anni giovanili, gli dedicò alcune lucidissime pagine.

Studente universitario, trovò anche il tempo per studiare l’inglese e il francese, e di coltivare i suoi interessi politici, maturando un sempre più consapevole impegno civile, in anni che videro giungere a termine il processo di unificazione nazionale.

Animato da un vivo desiderio di vedere l’Italia una, libera e civilmente organizzata, corse ad arruolarsi tra i garibaldini, sebbene iniziassero già a manifestarsi i primi inequivocabili sintomi di quella tisi che ne avrebbe stroncato la giovinezza a soli 21 anni. Respinto proprio per la precarietà della sua salute, abbracciò un’altra arma: quella del giornalismo politico che esercitò dapprima a Catania, poi a Palermo.

Nel febbraio 1861, nonostante il peggioramento delle condizioni di salute, s’imbarcò su un vaporetto diretto a Genova, da dove proseguì per Torino, animato dal desiderio di “assistere all’apertura del nuovo Parlamento italiano e a tutta la sessione legislativa del ’61”. Circondato da nuovi amici, stimato dallo stesso Cavour, che spesso mandava a chiedere notizie della salute di “Peppino il Siciliano”, il giovane poeta e patriota si spense il 22 maggio 1861 in un’abitazione a pochi passi da Palazzo Carignano, sede di quel Parlamento che, nella seduta del 14 marzo,  aveva votato il disegno di legge relativo all’assegnazione del titolo di Re d’Italia a Vittorio Emanuele II.

Le sue spoglie, rimaste per un secolo nel cimitero monumentale di Torino, nel 1961, in occasione del primo centenario dell’unità d’Italia, furono trasferite a Giarre.



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Articolo pubblicato il 09/06/2015