La Carta di Milano : luci ed ombre di un documento fondamentale per l' alimentazione nel mondo

Ancora pochi provvedimenti per la fame nel mondo ad EXPO 2015

Un documento presentato all' apertura dei EXPO 2015 e firmato dal presidente Mattarella.

 

Fino ad ora, però, ancora non si sono svolte quelle manifestazioni concrete per aiutare a risolvere la fame nel mondo, uno degli impegni più cogenti sia di EXPO 2015 che per quanto riguarda i sottoscrittori della Carta di Milano.

 

Il documento, infatti, enuncia i principi che ispirano EXPO 2015 che è dedicata all' alimentazione, con la richiesta di impegno ad ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future il diritto al cibo.

 

La Carta parla di difesa del suolo, acqua, tutela della biodiversità, ricerca ed innovazione, lotta allo sfruttamento del lavoro e sostenibilità del sistema complessivo.

Ma quanto agli impegni concreti su come risolvere queste istanze ancora c'è poco o nulla.

 

Il lavoro preparatorio alla stesura del documento è frutto di un lavoro di 2 anni da parte di esperti prevalentemente italiani, ed ha raccolto decine di contributi da realtà diverse quali professori universitari, Coldiretti, Coop, industrie come Ferrero e Barilla, Slow Food fino, ovviamente, ai funzionari ministeriali preposti. Del tutto assenti, però, le associazioni dei consumatori che non hanno potuto nemmeno partecipare al dibattito svoltosi in 42 tavoli tematici che hanno programmato gli eventi di EXPO 2015.

 

Una mancanza che non ci voleva quando oggi non si fa che parlare di diritti dei consumatori, una pecca che mostra il fianco alle critiche ad un governo che sembra si occupi più di poteri forti come certe aziende o le Coop, mentre non dà nessun ascolto alle fasce più deboli ed indifese della popolazione, fatto che contrasta con i principi ispiratori di EXPO 2015.

 

Eppure i consumatori sono i primi protagonisti dell' alimentazione, quelli che vanno più tutelati e dovrebbero avere molta voce in capitolo come ad EXPO 2015. Da anni si discute di spreco alimentare, educazione al cibo sano, energia pulita, tutti temi che farebbero pensare ad una trascuratezza nella gestione molto particolare di EXPO 2015, che ha visto anche contrapporsi in una sterile polemica Slow Food con MacDonald's, la quale proprio in questi giorni ha preso la sua rivincita presentando un hamburger vegetariano, una mossa abile anche se un po' tardiva viste le tendenze attuali dei consumatori di tutto il mondo.

 

Trapela anche una visione provinciale dell' evento EXPO 2015, con report approvati più local che global, anche se il territorio italiano è uno di più ricchi per la qualità e la quantità dell' alimentazione e va giustamente protetto ed incentivato. Il made in Italy infatti viene esaltato, ma senza però sottolineare che circa 2 miliardi di persone nel mondo sono malnutrite e poco a loro importa dell' italian food e dell' italian style of life,  della dieta mediterranea e dei  tanti prodotti tipici ma irraggiungibili da esse.

C' è quindi il rischio che EXPO 2015 diventi una grande fiera campionaria, dove le tematiche relative al “Land grabbing “, cioè l' acquisto di enormi appezzamenti di terreno per coltivazioni intensive da parte delle multinazionali alimentari e lo sfruttamento della terra per produrre energia o per produrre bioplastiche passino in secondo piano, mentre lo sfruttamento intensivo del territorio dovrebbe essere limitato per una produzione alimentare sostenibile nel tempo.

 

La stesura della carta di Milano però non è definitiva, ma è aperta alle integrazioni da parte dei cittadini e della società civile, che speriamo si faccia viva prima della conclusione di EXPO 2015.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 18/06/2015