Quando oltre alla politica è intaccata anche la Società Civile
Ci stiamo avvicinando a due scadenze importanti. Le elezioni di domenica che si svolgono in importanti Regioni che possono rappresentare un test per il Governo ed il 2 giugno, anniversario, oltretutto discusso, di una repubblica sempre più minata da corruzione, scandali e condotta da una classe politica inconcludente ed inadeguata.
Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità anticorruzione, in merito all’indagine promossa dalla magistratura in cui si ipotizza una truffa con soldi destinati ai migranti, ha detto: «C’è da rimanere esterrefatti. Se anche il mondo dell’impegno sociale fa registrare questi episodi è chiaro che il livello di diffusione del malaffare è tale che nessuno da solo ce la può fare nel contrasto alla corruzione».
Cantone è realista, soprattutto quando registra un dato di fatto: « Non trinceratevi dietro logiche di corporazione. C’è bisogno di uno sforzo complessivo di pezzi della società civile che troppo spesso nella migliore delle ipotesi è rimasta a guardare e in qualche caso è stata complice del malaffare. Se la società civile non fa la sua parte è difficile pensare che ce la si possa fare».
Un anno fa, durante una Messa celebrata sul sagrato di San Pietro, chiarì meglio il suo pensiero: parlò di una classe dirigente lontana dal popolo, chiusa nelle proprie battaglie intestine: «Da peccatori scivolano in corrotti», disse, «per i quali tornare indietro è molto difficile, perché la logica della necessità nella quale sono scivolati è una strada senza ritorno».
La dicotomia classe dirigente-popolo – cattivi da una parte, buoni dall’altra – è del tutto fuorviante per spiegare la realtà che il Paese vive. La preside di Bari, candidata in una lista di centrodestra alle elezioni regionali, che sembra abbia inviato un sms ai genitori dei suoi studenti per invitarli al voto a suo favore, o la candidata – questa volta del centrosinistra – che sembrerebbe aver organizzato una strategia di reclutamento tramite telefonate di rappresentanti di lista dietro compenso, non vengono da Marte.
Il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha detto di quest’ultimo caso: «Non è tecnicamente un voto di scambio ma ci assomiglia molto».La politica di questi fatti, che sono espressioni della società civile, corrotta e corruttrice, non è vittima. Diventa artefice esemplare di corruzione – anche se anche qui il voto di scambio non è tecnicamente configurabile – quando essa stessa segue un metodo eticamente inaccettabile: come l’elargizione di 80 euro nelle buste paga in occasione delle elezioni europee o il bonus di 500 euro promesso a qualche milione di italiani per i primi di agosto.
Tutto si tiene, in questo Paese divenuto un colabrodo, dove le parole non bastano più per raccontare quello che avviene.
Il lezzo è ormai insopportabile!
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Articolo pubblicato il 29/05/2015