Consiglio Regionale del Piemonte - Quali Politiche del Lavoro?

E’ l’istanza che tutte le opposizioni (Forza Italia, Lega Nord, M5S) hanno presentato alla Giunta Chiamparino

Martedì mattina, 26 maggio, il Consiglio Regionale del Piemonte, si è riunito in sessione straordinaria per discutere l’istanza “ Politiche del lavoro, gestione delle crisi aziendali e programmazione delle attività produttive. Pianificazione dei fondi comunitari e regionali per il quinquennio 2014 – 2020” presentata dalle opposizioni e illustrata da Claudia Porchietto.

L’intento dei gruppi consiliari d’opposizione, pur nella loro specificità, non vuole rappresentare una sterile j’accuse, bensì rimettere, al centro dell’attenzione regionale il tema del “lavoratore e dell’impresa quale bene comune” ed individuare mezzi e modi per superare una situazione che in regioni a noi vicine, Lombardia ed Emilia Romagna è già stata affrontata in modo organico.

“Negli anni scorsi - aggiunge Porchietto - sono state affrontate le emergenze senza avere una visione strategica. Noi vorremo sfatare l’idea negativa dell’Italia su Torino e il Piemonte come aree in forte declino”.

Ha preso poi la parola l’assessore Pentenero che ha snocciolato una serie di iniziative, partendo da un’ipotesi di accordo con l’Inps per i pensionamenti anticipati, sino all’applicazione di leggi nazionali e di finanziamenti regionali finalizzati all’incremento di particolari iniziative. L’assessore auspica che tutto ciò possa portare un’occupazione stabile ed un’inversione di tendenza dell’andamento occupazionale.

L’istituto su cui la Giunta ripone le maggiori aspettative per realizzare tutte queste misure è il Fondo sociale europeo, che tra finanziamenti comunitari, statali e comunali ammonta a 873 milioni di euro. Gli assi d’intervento del fondo sono cinque: occupazione, cui vengono destinate il 45,8% delle risorse, inclusione sociale e lotta alle povertà (20,2%), istruzione e formazione (29,7%), capacità istituzionale e amministrativa (0,3%), assistenza tecnica (4%).

Sull’occupazione le priorità sono favorire l’inserimento dei disoccupati di lunga durata, la lotta alla disoccupazione giovanile, aumentare l’occupazione femminile e migliorare la qualità e l’efficacia dei servizi al lavoro.

“I nostri due obiettivi principali – ha continuato l’assessore – sono la qualificazione dei giovani e le azioni a favore dei lavoratori maturi, mentre per le imprese puntiamo sugli incentivi, sul microcredito, sulla riduzione del costo del lavoro e sull’integrazione con i fondi del Fondo europeo di sviluppo regionale. Grazie all’approvazione del bilancio, siamo pronti per predisporre i primi atti di indirizzo, che come prima cosa riguarderanno la formazione per programmare i corsi per i prossimi anni”.

Nel dibattito sono intervenuti: Gianluca Vignale di Forza Italia che rileva “ come la politica dei Governi che si sono succeduti e della Regione, concentrata sui tagli degli investimenti ha di fatto aggravato il problema occupazionale, creando altresì timori alla imprese sul proseguo delle attività produttive”.

Francesca Frediani di M5S che, dopo aver ribadito il ruolo insostituibile della formazione, ha messo in dubbio i dati occupazionali forniti dall’assessore. “L’incremento dei contratti a tempo indeterminato successivi all’introduzione della Jobs act, non è da considerarsi incremento occupazionale, in quanto si tratta in gran parte della conversione di altre forme contrattuali, in quella al momento corredata da incentivi fiscali a favore delle aziende”.

E’ poi intervenuta Gianna Gancia, capogruppo della Lega Nord, che è risalita all’origine del problema occupazionale, a prescindere dalle iniziative di stampo burocratico illustrate dall’assessore. “La crisi attuale è determinata dalla mancanza di fare impresa, ha proseguito Gianna Gancia, per cui ringrazio gli imprenditori che continuano testardamente, nonostante gli ostacoli che il governo presenta ogni giorno. Purtroppo, per chi ancora resiste, crea e mantiene l’occupazione, l’unica ancora di salvezza è rappresentata dall’evasione fiscale che resta per troppe imprese l’unica via di salvezza, continua Gianna Gancia.

Prendiamone atto: solo dei pazzi possono ancora pensare di fare impresa sottomettendosi a tutte le leggi vessatorie e al livello di tassazione di questo Paese. Oggi il compito primario dello Stato e degli altri enti è di non intralciare il lavoro di chi crea il lavoro. Dobbiamo rimettere l’impresa e i lavoratori al centro, lasciarci alle spalle la deleteria stagione in cui il profitto era considerato “farina del diavolo” e “lasciar fare” chi è ancora in grado di produrre lavoro e occupazione.

E’ una rivoluzione culturale, che non si può fare per decreto, conclude Gancia, ma tornando allo spirito che ha animato i grandi imprenditori della nostra terra, come insegna Adriano Olivetti in “Civitas hominum”, in una regione come il Piemonte in cui il lavoro è quasi una religione, che libera energia e creatività”.

Sono ancora intervenuti Giorgio Bertola di M5S sulla blu economy,” quale modello di business a livello globale dedicato alla creazione di un ecosistema sostenibile grazie alla trasformazione di sostanze precedentemente sprecate in merce redditizia”. Gilberto Pichetto di Forza italia che ribadisce come “La crescita sociale può avvenire solo con un grande investimento sulla forza-giovani”.

Paolo Mighetti di M5S che evidenzia la situazione della crisi alessandrina,e si è soffermato anche sulla crisi del settore dell’edilizia, Stefania Batzella di M5S che denuncia le forti discriminazioni nel mondo del lavoro, in particolare quelle che affliggono ancora le donne, non tralasciando un accorato ricordo alle vittime nei luoghi di lavoro.

Al termine dell’incontro, per la maggioranza è intervenuto Raffaele Gallo, PD. Che definisce l’impegno di Chiamparino sul Bilancio” che vede molte risorse impegnate, la più grande politica industriale messa in atto in questi 12 mesi” e mette in evidenza il merito di pagare i debiti pregressi, contribuendo a far girare il sistema produttivo

Purtroppo, anche in quest’occasione di verifica, annoveriamo una serie di leggi, regolamenti e norme inutili che trattano materie banali e, oltre ad intralciare l’attività produttiva, rappresentano ulteriori costi per le imprese.

Così come la tassazione elevata e la trafila lunghissima e inconcludente dei risarcimenti e contribuzioni che seguono iter lunghissimi, prima di giungere ai destinatari. Solo con una decisa inversione di rotta, si potrà pensare di risalire la china e tentare di risolvere gli annosi problemi di cui stimo discutendo.

Non ci pare che il Governo e la Regione Piemonte contribuiscano a togliere i lacciuoli a chi investe e produce ed a far tornare nel Paese, quel clima di fiducia che potrebbe contribuire alla ripresa, rasserenando produttori e consumatori.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/05/2015