Arabia Saudita, uno dei maggiori partner commerciali dell’occidente (Paese ospite nel 2016 del Salone del libro di Torino) cerca 8 nuovi boia per fronteggiare il crescente numero di condanne a morte

Il macabro annuncio su un portale di lavoro. I candidati devono "essere in grado di decapitare in pubblico ed eseguire amputazioni per reati minori"

Cercasi boia: questo l'annuncio apparso online in Arabia Saudita dove il recente aumento di esecuzioni ha reso indispensabile rafforzare il settore. Ai candidati, come riporta il Corriere, non è richiesta nessuna formazione specifica. Devono però "essere in grado di decapitare in pubblico ed eseguire amputazioni per reati minori".
Come riferisce il sito Russia Today, gli otto nuovi boia saranno considerati funzionari religiosi dal momento che sono al servizio dei tribunali islamici.

A quanto pare la richiesta di nuovi boia si deve alla drammatica impennata di esecuzioni capitali nel Paese arabo, dopo l’inizio del regno di Salman, salito al trono a gennaio. L'annuncio di lavoro è stato pubblicato a pochi giorni dall'esecuzione dell'85esimo condannato a morte dell'anno, registrando un incremento considerevole: nei primi cinque mesi del 2015, infatti, in Arabia Saudita è stato eseguito un numero di pene capitali pari al 90% dell'intero 2014.

Come riporta il Corriere, la pena capitale è prevista per traffico di droga, violenza carnale, omicidio, apostasia, rapina a mano armata e stregoneria. Dal 1985 al 2013, le condanne a morte sono state oltre 2mila, la maggior parte delle quali tramite decapitazioni pubbliche. In alcuni casi, denuncia l’associazione, le teste mozzate sono state lasciate esposte per lunghi periodi di tempo, a mo’ di "deterrente".

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Articolo pubblicato il 24/05/2015