Una mostra racconta la furia dell'Isis

Le foto dei luoghi siriani rasi al suolo dal terrorismo

Una mostra fotografica con edifici storici, culturali e religiosi semidistrutti. Questa è l’idea di Sol.Id. per evidenziare i danni provocati dall’Isis in Siria.

Sol.Id. è la sigla di Solidaritè Identitès, l’associazione di volontariato internazionale che nasce da un gruppo di ragazzi europei impegnati in missioni umanitarie in Kosovo, Kenya, Siria, Birmania, Sud Africa e Palestina. Il loro obiettivo è l’assistenza e il sostegno dei popoli in lotta per la sopravvivenza, la salvaguardia e la difesa della propria cultura e identità. Grazie al lavoro dei volontari sul campo hanno potuto aiutare le popolazioni locali e le loro raccolte fondi hanno permesso, nel solo 2014, di donare ai Paesi più colpiti ambulanze attrezzate, defibrillatori e attrezzature mediche per la deambulazione.

Per quanto riguarda l’intervento di Sol.Id. in Siria c’è da dire che questa è l’unica ONLUS che il governo siriano in carica riconosce ufficialmente, tanto da spingere il loro ministero del turismo a patrocinare la mostra in questione, realizzata con la collaborazione della comunità siriana in Italia.

Le 39 fotografie presenti nella sede di +SpazioQuattro in via Saccarelli 18 a Torino mostrano siti di rilevante significato come Palmira, Aleppo e Damasco colpite duramente dagli scontri a fuoco e porta all’attenzione come i luoghi di culto, di tutti i culti, siano i principali obiettivi dell’Isis, che non risparmia nemmeno le moschee. Oltre agli edifici religiosi vengono colpiti i luoghi simbolo delle città in questione, a partire dai siti di importanza storica come la Fortezza dei Cavalieri vicino alla città di Homs che è stata riconosciuta patrimonio dell’UNESCO, e la stessa cittadella fortificata di Aleppo che, popolata dal 3000 a.C., è il centro abitato più antico della Siria. A fare le spese della furia terrorista sono anche le lussuose case private con i loro giardini, i bassorilievi e gli affreschi, e addirittura un mercato di 10 km di lunghezza, simbolo per il popolo siriano.

In esposizione vi sono anche le foto di alcuni reperti che erano stati trafugati e poi recuperati e ristrutturati, ultimi emblemi di quel multiculturalismo che era garantito da Assad e che l’Isis vuole eliminare.

La mostra dal titolo “Libertà o terrorismo” è già stata presentata a Roma, Lecce, Catania, Firenze ed Anzio, e a Torino è possibile visitarla fino alla sera di venerdì 22 maggio in via Saccarelli 18.

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Articolo pubblicato il 21/05/2015