Regione Piemonte, il Tunnel della vergogna

Dopo l’odg, è proseguita in consiglio regionale la discussione sul futuro del tunnel

 Nella seduta del 12 maggio dal Consiglio Regionale del Piemonte, era stato approvato un ordine del giorno del M5S, e condiviso dalla maggioranza dopo alcune modifiche, che - viste le richieste di approfondimenti giuridici e le inchieste in corso della magistratura - impegnava la Giunta “ad attivarsi per verificare la possibilita? di modifica del progetto definitivo nella fase di redazione del progetto esecutivo per la realizzazione di entrambi i tunnel veicolari”.

 Dopo una settimana, si torna a parlare dell’’intricata vicenda con le comunicazioni dell’assessore ai Trasporti, Paolo Balocco, che ha ripercorso nel dettaglio le tappe dell’opera, dall’approvazione del progetto da parte di Comune di Torino e Regione nel 2012 fino alle vicende più recenti.

Il 21 maggio prossimo si riunirà il comitato di gestione e subito dopo verrà convocato il comitato di sorveglianza per riflettere, nel rispetto di quanto stanno facendo i magistrati, se e come procedere nella realizzazione dell’opera, ha spiegato l’assessore.

 Le posizioni del Partito Democratico sono state riassunte dal capogruppo Davide Gariglio durante il dibattito:

“Abbiamo espresso forti rilievi sulle modalità con cui questo appalto è stato realizzato, ci sono aspetti difficilmente spiegabili, a partire dall’assegnazione dell’appalto in house alla Società di Committenza Regionale. Se l’appalto fosse stato assegnato a Infra.to (Comune di Torino) si sarebbero recuperati circa 18 milioni di Iva.

Altre perplessità permangono sui criteri di assegnazione dei punteggi alle ditte appaltatrici e sulle valutazioni di proposta di miglioramento stradale”.

 La lettura partigiana del PD è contestata da Gianluca Vignale e Piero Sozzani (FI):

“Nella passata legislatura abbiamo più volte presentato proposte per la soppressione di Scr. Oggi la maggioranza si interessa a corso Grosseto, ma perché ci si occupa solo di alcuni appalti e non di tutti? Ci sembra incredibile discutere ancora di questa vicenda, dopo commissioni e atti di indirizzo. La procura della Repubblica farà le sue indagini, stiamo trasformando il Consiglio in una commissione di inchiesta”.

Purtroppo gli attori d ieri e di oggi, rivendicando i punti a loro favore, si soffermano sulle procedure e le criticità dell’appalto, ben ampiamente note. No si entra però nella fumosità del faraonico progetto.

Davide Bono  e Federico Valetti (M5S) rivendicano il fatto di “essere stati i primi a proporre la sospensione dell’opera. Ci sono problemi importanti di merito e di metodo, come detto da Gariglio, il progetto è fatto male. Ci poniamo la domanda su come sia potuto andare avanti un progetto che non risolve i problemi che dovrebbe risolvere. Dov'era la politica quando si è deciso? Nessuno si è accorto di nulla.

Chiediamo a Chiamparino se non vuole cogliere la palla al balzo per fare una valutazione sull'utilità di revisione anche temporale di quest'opera. Rischiamo di non finire per tempo e di fare grandi danni”.

Critiche sul tunnel anche dal capogruppo Sel, Marco Grimaldi: “la scorsa settimana qualcuno diceva ‘mai vista una gara così’, questa rischia di essere l'ennesima pagina nera. Le anomalie c'erano, procedurali e di scelta, speriamo anche noi che la magistratura spieghi in fretta il ruolo giocato dall'ex assessore ai Trasporti. L’attenzione di Grimaldi si sposta poi sulla necessità di mantenere in essere il finanziamento pubblico ai partiti, per non interrogarci domani sugli intrecci tra politica e affari. Il 12 maggio abbiamo detto e votato insieme a Pd e M5S una cosa semplice: è bene che Scr non sottoscriva quel contratto. Ci sono i tempi per azzerare tutto”.

 Non si unisce al coro di coloro che, su sponde opposte disquisiscono solamente sulle criticità del progetto, Gianna Gancia, capogruppo della Lega Nord. Parlando di “ennesimo esempio di capitalismo di relazione “Anche ad Expo sono stati assegnati spazi a Eataly senza appalto, su questo tema si aprono riflessioni importanti”.

 Riflessioni che nel consiglio del 19 maggio ognuno ha percorso a senso unico, non intendendo discutere il ruolo di quei soggetti, purtroppo bipartisan, che compaiono in ogni appalto, ma senza focalizzare l’essenza della posta in gioco.

 “Qualcuno pensa che una città metropolitana di quasi 2 milioni di abitanti non debba avere un collegamento diretto tra le sue stazioni e l'aeroporto?”

ha chiesto il presidente della Giunta Sergio Chiamparino nelle sue conclusioni.  

"Io non metterei in discussione un'opera che collega direttamente Caselle con il passante ferroviario di Torino, altrimenti tutti i ragionamenti sul futuro dell’aeroporto sono inutili.

Quando si parla di azzeramento, un conto è l'azzeramento delle modalità, un conto è l'azzeramento dell'opera. Personalmente sono radicalmente contrario a questa seconda ipotesi”.

Ciò significa che, pur dando per scontata la presenza del malaffare politico e gestionale in questa vicenda, il ruolo giocato dal cavilli legali per incrementare le revisioni dell’opera, tutto procederà come prima.

 Si promuoverà un progetto mostruoso sotto il profilo tecnico, ma lontano dall’utilità ed il buon senso che ha guidato la redazione di studi alternativi presentati da Pro natura e altri, utilizzando il trincerone abbandonato della Ceres, Torino già realizzato e che porterebbe il treno, con breve tragitto, sino a corso Giulio Cesare, per poi collegarsi alla linea 2 della metropolitana, verso i punti nevralgici della città.

Nelle prossime settimane, dovrebbe prevalere l’accortezza, da parte della Giunta nel firmare il contratto, con la riduzione di clausole inutili, l’inserimento di modifiche formali al documento, senza purtroppo intaccare e ridurre di un millimetro un progetto che già si presenta complicato, datato e perdente.

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 20/05/2015