“Il Cammino della Sindone” nella chiesa di San Rocco, a Torino

La sacra rappresentazione in quattro quadri di Giuseppe Valperga sarà riproposta il 22 e il 27 maggio, il 3 giugno, l’11 e il 14 giugno

Fonte: Ufficio Stampa Monginevro Cultura

 

Assistere alla Sacra Rappresentazione in quattro atti de “Il Cammino della Sindone” offre un duplice imperdibile spunto.

Il primo è l’intrigante visita della bellissima Chiesa secentesca di San Rocco, in Via San Francesco d’Assisi, a Torino, ricca di tesori artistici e di curiosità, di cui la Confraternita di San Rocco ed alcuni altri Enti, Associazioni di volontariato, e benefattori sono riusciti, con molto impegno e caparbietà, e con una serie di costanti interventi, a mantenere gli originari splendori.

L’altro ha una valenza storico-teatrale: un cast di ben sedici valenti attori si alterna sulla scena (nella fattispecie, allestita ai piedi dell’Altare) a rappresentare le vicende storiche del bimillenario percorso sindonico, dalla Palestina di Ponzio Pilato e Giuseppe d’Arimatea ad una Costantinopoli devastata dalle guerre crociate, dove risiede l’ambasciatore veneziano Dandolo, un “grande vecchio” che morirà sulle sponde del Mar Nero alla veneranda età di 98 anni.

Di lì, gli attori ci fanno partecipi di un avventuroso e periglioso viaggio nel Mediterraneo, fino alle sponde provenzali di Marsiglia, per risalire alla Francia della nobildonna Margherita di Charny e del duca Ludovico di Savoja.

Ma il cammino della Sindone, com’è noto, non finisce a Chambery. Il suo destino è a Torino.

E proprio a Torino, si conclude l’ultimo, forse il più intenso quadro della Sacra Rappresentazione. Ma non certo nel 1578, quando Emanuele Filiberto (testa ‘d fer) trasferisce definitivamente il Sacro Telo nella nuova capitale del Ducato.

Il viaggio continua fino agli anni Ottanta del Novecento, un percorso ancora pluricentenario, dalle prime pubbliche ostensioni (in occasione delle grandi ricorrenze di casa Savoja, tra la gioia dei sudditi sabaudi) alle sconvolgenti fotografie di Secondo Pia, agli interessamenti di Monsignor Richelmy (interpretato con grande efficacia e verosimiglianza dall’attore Danilo Torrito), e ad anni più prossimi a quelli che stiamo vivendo.

Ma la spettacolarità della pièce non sta solo nella bravura degli interpreti recitanti.

Dietro c’è un profondo lavoro di ricerca storica (a cura di autorevoli studiosi, come Renato Bordone, Giuseppe Sergi, ed altri ancora) ma anche un attento e azzeccatissimo lavoro di ricerca musicale.

Sono infatti davvero straordinarie le colonne sonore, che punteggiano lo spettacolo, nei momenti più drammatici e topici. Ne è autore il grande musicista piemontese Enzo Vacca.

I singoli quadri sono poi cadenzati dall’esibizione di corali di grandi livello (una diversa corale per ogni rappresentazione). Musiche e canti contribuiscono a far riflettere il pubblico presente alla rappresentazione sulla passione, sul dolore, sulla straordinarietà di quell’Uomo avvolto nel Sacro Lino.

La regia è di Giuseppe Valperga.

Lo spettacolo nasce da un progetto dell’Arcidiocesi di Torino (Curia Metropolitana), con il patrocinio del Comitato per l’Ostensione solenne della Sindone del 2015.

Uno spettacolo (a ingresso libero) da non perdere.

Le prossime rappresentazioni sono previste il 22 e il 27 maggio, il 3 giugno, l’11 e il 14 giugno, tutte alle ore 18.30, tranne l’ultima per la quale l’orario d’inizio è fissato alle ore 17.00.

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Articolo pubblicato il 20/05/2015