Addio a B.B. King icona del blues

A quasi novant'anni, si è spento il grande chitarrista americano

B.B. King, morto qualche giorno fa a Las Vegas, ha inciso nella sua carriera 50 album e influenzato moltissimi chitarristi, tra i quali l'altrettanto grande Eric Clapton ed era il genere di chitarrista che riusciva a far parlare la propria chitarra.

Lui che aveva iniziato a lavorare nei campi di cotone negli anni '40 del secolo scorso, si era poi appassionato di musica cominciando da un coro gospel e avicinandosi in seguito alla sua grande passione per la chitarra e la musica blues.

Tanto fu decisivo nella storia del blues, che il nome "Lucille" che diede alla propria chitarra divenne in seguito una linea particolare dei prodotti Gibson.

La sua tecnica nel pizzicare le corde e la sua voce da bluesman hanno influenzato moltissimi artisti portando il blues al di fuori dei confini degli appassionati, facendo suonare B.B. King anche con artisti di tutt'altro genere come gli U2 e Pavarotti.

In effetti pochi altri chitarristi sono rimasti noti per aver dato un suono così personale alla propria chitarra (come ad esempio è accaduto anche per Eric Clapton e Mark Knopfler) e la sua voglia di sperimentare lo portò a duettare con star quali Gloria Estefan, John Mayer, Van Morrison, John Lee Hooker e molti altri.

Se il jazz e il blues erano quasi sempre stati generi musicali con predominanza degli strumenti a fiato, con artisti come BB King e Wes Montgomery la chitarra venne a essere la protagonista assoluta di un nuovo modo di suonare, di esprimere quel genere musicale in cui gli uomini di colore hanno sempre primeggiato a partire da Duke Ellington e Louis Armstrong.

Qualche mese fa in Italia se ne andava quel grande chitarrista latin-blues che è Pino Daniele, dal sound, dalla voce e dal tocco di chitarra originalissimi, inconfondibili, perché in fondo saper scrivere centinaia di pezzi diversi tra loro ma legati da un sound, da un'anima simili è ciò che fa la differenza tra un chitarrista qualsiasi e un grande chitarrista.

Sia BB King che Pino Daniele, uno dal blues più classico e l'altro più sperimentale, più contaminato, hanno saputo essere glocal musicalmente quando ancora di globalizzazione non si parlava, ma d'altra parte la musica, la buona musica è ciò che diventa più velocemente globale, comprensibile a tutti poiché è il suo linguaggio a esssere universale, che non necessita di traduzioni, che non teme censure, arrivando al cuore di tutti.

Tra un paio di settimane, Torino sarà per la quarta volta protagonista della kermesse musicale del Torino Jazz Festival, in cui molti jazzisti e musicisti fusion porteranno nei locali e nelle piazze del capoluogo piemontese la buona musica, per una volta non commerciale ma un po' più intellettuale, ricercata, raffinata che ha sempre visto Torino in primo piano con grandi performers che sono passati nella sala del noto Jazz Club di Piazzale Valdo Fusi.

Ci auguriamo che un artista come BB King possa essere degnamente ricordato e che i suoi brani continuino a influenzare altri giovani chitarristi e a emozionare tutti coloro che non conoscono il blues. In fondo talvolta un buon brano musicale può coinvolgerci, emozionarci, farci vibrare più di una immagine o di una parola, perché, come sosteneva Aldous Huxley "dopo il silenzio ciò che si avvicina di più nell'esprimere ciò che non si può esprimere è la musica".






Marco Pinzuti


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Articolo pubblicato il 19/05/2015