In pericolo gli arretrati ai pensionati dell’INPS?

Le amare considerazioni a noi rilasciate da Giuliana Tofani Rossi

"Pare che non ci siano i soldi per pagare gli arretrati ai pensionati dell’INPS   indebitamente sottratti da Mario Monti.  Invece  le risorse per pagare i vitalizi dei politici, che gravano al 90 per cento  sulle tasche dei contribuenti italiani,  ci sono”.

Così esordisce Giuliana Tofani Rossi, pensionata, nella intervista per Civico20News in cui manifesta il suo disappunto sull’evolversi di una situazione che ha del grottesco al limite con il demenziale.

Tofani insiste rivolgendosi direttamente al Premier:

“Signor Presidente del Consiglio Renzi,  crede che i contribuenti italiani siano contenti che il frutto del loro sudore sia destinato ai vitalizi dei politici? Ad esempio crede che i contribuenti,   che già hanno sborsato  938.000 euro per mantenere il vitalizio del “costituzionalista” Stefano Rodotà vogliano continuare a pagargli  questo privilegio? Pensa che gli italiani siano felici di  pagare il vitalizio di Eugenio Scalfari? Al  30 aprile 2015, la differenza tra quanto pagato e quanto incassato dall’ex parlamentare Scalfari  è di 847.000 euro. Il vitalizio  non si estingue neppure alla morte del politico, ma passa all’eventuale coniuge.  Addirittura  nella   Regione Sicilia,  è  ereditario.  Vale a dire che  dopo la morte dell’ex consigliere regionale,    viene incassato  dalla moglie e dopo la morte della moglie viene concesso  alla figlia, tanto paga il contribuente italiano………..”.

Considerazioni precise e mirate che, tramite Ciivico20News, possono arrivare a tutti, anche a coloro che, vittime di una informazione distorta, allargano le braccia accettando con rassegnazione i quotidiani balzelli che il Governo lesina con somma dovizia.

Va precisato che il vitalizio dei parlamentari  non è previsto da alcuna legge, ma, fin dalla nascita della repubblica italiana, viene elargito sulla base di regolamenti interni di Camera e Senato.   Addirittura ai parlamentari condannati per mafia, terrorismo, corruzione, peculato e via dicendo, che non riceveranno più il vitalizio, verrà restituito quanto trattenuto a questo scopo.

“Dopo la morte di mio marito – precisa Giuliana Tofani -  noi eredi (i miei figli ed io), abbiamo pagato all’INPS circa 26 milioni di lire per contributi “obbligatori” da lui dovuti. A fronte di questa somma ricevo, teoricamente, una pensione di circa 15 euro mensili. Dico teoricamente, perché sono più i soldi che l’INPS vuole indietro che quelli che   riscuoto. Infatti in questi ultimi anni l’INPS mi informa che ho riscosso  più di quanto mi spetta e mi chiede di versare, io all’INPS, quanto avrei  percepito in più in base della legge che regola le pensioni di reversibilità. Ho presentato ricorso sostenendo che è sbagliato il modo con cui l’INPS calcola il mio reddito, ma l’INPS di Torino non lo ha neppure esaminato”.

La differenza tra i vitalizi dei politici e le pensioni INPS è che i primi sono un privilegio che i parlamentari si sono attribuito, senza una legge, quindi una discutibile appropriazione. Le seconde sono un diritto acquisito dopo almeno 20 anni di contributi obbligatori. I contributi sono una retribuzione differita accantonata dall’INPS per garantire una serena vecchiaia ai lavoratori  italiani.

“Signor Presidente del Consiglio Renzi – conclude  Tofani - se  Lei volesse fare le cose giuste,  non solo dovrebbe abrogare i vitalizi dei politici, ma dovrebbe   chiedere loro  la restituzione di quanto indebitamente percepito negli ultimi 10 anni. I politici faranno ricorso sostenendo che non conoscono la differenza tra una legge dello Stato e un regolamento interno di una Camera?"

 

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Articolo pubblicato il 18/05/2015