Società sportive in visita alla Sindone

Centinaia di atleti e dirigenti in coda per valorizzare lo sport

Venerdì 8 maggio 2015 centinaia di ragazzi con indosso decine di divise differenti hanno colorato i giardini reali di Torino aspettando di entrare nel percorso di visita alla sacra Sindone. Sono gli atleti delle società sportive della diocesi di Torino, convenute nel centro della città chiamati a raccolta da don Fabrizio Fassino, il responsabile della pastorale sport diocesano.

Già dalle 17.30 erano moltissimi i gruppi di ragazzi che confluivano su corso San Maurizio accompagnati da dirigenti e allenatori e procedendo in coda ad una piccola insegna che la pastorale sport ha provveduto a consegnare ad ogni società, che riporta il nome del club, l'anno di fondazione, i cinque cerchi olimpici e la scritta "Lo sport dei valori", la frase che accompagna gli atleti da qualche anno a questa parte, chiamati a vivere lo sport come un dono di Dio da valorizzare.

Intono alle ore 18 i primi gruppi cominciano ad entrare mentre gli altri aspettano in coda passando il tempo osservando la diversità dei gruppi in attesa di entrare: si va dai reparti scout alle parrocchie col loro sacerdote, dalle società sportive alla comunità di seminaristi, tutti con la consapevolezza che pochi passi li separano da una sacra reliquia. L'animo gioioso dei ragazzi accoglie con divertimento anche il passaggio al metal-detector, dove alcuni di loro fanno a gara a trovare pezzi metallici ovunque, come le astine degli occhiali o gli occhielli delle scarpe. All'interno del percorso i volontari del servizio d'ordine sorridono al passaggio dei tanti atleti e delle loro insegne e osservano divertiti gli allenatori che cercano di tenerli in fila.

Finalmente si arriva all'ingresso del duomo, dove un breve filmato spiega ai visitatori l'origine di tutti i segni presenti sul lenzuolo, come i rivoli di sangue sulla testa o le macchie d'acqua sui lati. Al momento di entrare nel luogo in cui è riposta la Sindone il silenzio è assordante, il rispetto con cui i pellegrini si preparano ad assistere all'ostensione è incredibile. Decine di secoli di storia o più semplicemente il telo che ha conservato Gesù Cristo fino alla sua resurrezione. Che si creda o no la Sindone è comunque un oggetto che racchiude un grande mistero, e lo dimostra il fatto che anche numerosi atei fanno ore di coda per vedere ciò che milioni di persone nel mondo ritengono una reliquia sacra. Lo stupore dei ragazzi che vedono il volto e il corpo di un uomo, Dio, che ha sofferto ed è stato crocifisso prima di essere avvolto in quel lenzuolo è tanto e i loro sguardi sono incollati sulla teca per immagazzinare l'immagine di ogni centimetro di quel reticolo di fili di lino. Pochi minuti sono concessi ai pellegrini, e al momento di uscire tutti sono ancora calati in quel silenzio di venerazione che dura fino all'uscita su piazza San Giovanni Battista, dove i ragazzi riprendono il loro consueto coro di risate, accompagnate però da qualcosa in più, qualcosa che è stato trasmesso loro negli istanti passati davanti alla Sindone in cui si è pensato al profilo storico, a quello religioso o a quello della semplice curiosità.

Qualunque sia la propria opinione e il proprio pensiero, gli atleti tornano a casa arricchiti di un'esperienza che, partendo dal dolore e dalla sofferenza di Gesù, li farà giocare a calcio, pallavolo o pallacanestro con ancora più gioia e felicità, proprio per dare credito a quella frase "Lo sport dei valori" che ogni società ha adottato sulle loro insegne.

Al termine della visita i giocatori si sono spostati nella chiesa della Santissima Trinità di via Garibaldi dove don Fabrizio Fassino ha celebrato una breve messa in cui si è pronunciata la preghiera dello sportivo e ci si è dati appuntamento all'incontro con papa Francesco che sarà a Torino il 21 giugno.

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Articolo pubblicato il 13/05/2015