Una serata d'altri tempi al Le Roi

"...questa è la mia idea di dancing...gente elegante...una sala col palchetto...e l'orchestra..." (Toni Campa)

Immaginate di capitare in un sabato sera, uno di quelli dove la vita iniziava alle nove di sera e non a mezzanotte inoltrata, come oggi, un sabato in cui si andava a ballare.

Immaginate una ragazza, sono le cinque del pomeriggio e si sta preparando per la sua serata, si sta acconciando i capelli a modo perché stasera sarà bellissima. E lui, lui è a casa e dopo una settimana di lavoro sta tirando fuori il suo vestito buono, quello della festa, quello che si mette con la cravatta. E’ sabato sera e forse stasera incontrerà la ragazza dei suoi sogni. Quella da sposare.

E il posto, dove si incontra la gioventù, è la sala da ballo, o meglio, il dancing.

Si entra in abito da sera e si accede al locale attraverso un corridoio che porta ai tavolini e ai divanetti, la pista rigorosamente rotonda, e il palchetto, perchè nelle sale da ballo la musica è dal vivo. Con l’orchestra. E quando la musica inizia e luci si fanno più soffuse la serata inizia.

Sono ancora i tempi in cui il ragazzo si avvicina ed educatamente chiede: “signorina, posso invitarla a ballare?”, dando rigorosamente del “lei”. Bei tempi...,e voi direte “eh si….proprio altri tempi”.

E invece no. Non sono altri tempi, siamo nel 2015 e quei tempi esistono ancora oggi, ma non ovunque. Quei tempi si possono ritrovare, ma ci vuole qualcuno che sia abbastanza “folle” da avere il desiderio di farveli rivivere.

Solo un mago può farlo, e quel mago è Toni Campa.

Già…solo lui poteva riportare a Torino questa emozione, in quello che è l’ultimo, il solo rimasto, insomma, “IL” Dancing di Torino.

Lo storico Le Roi, la sala da ballo Lutrario, nata nel 1959 dal disegno di Carlo Mollino. Il sito del locale dice che Toni Campa e Luciana Di Biase, la sua "musa ispiratrice” (come ama definirla lui), con “la loro esperienza riportano il pubblico a vivere e rivivere la tradizione del ballo attraverso un recupero anche strutturale della storica sala danze”.

Ed è proprio così. E chi c’era sabato sera può confermare queste parole, perché, come me, ha vissuto la magìa di Toni, quella che ci ha riportato tutti a rivivere un tempo meraviglioso, fatto di musica suonata dall’orchestra, abiti da sera che danzano in mezzo alla sala e un pubblico che per una sera è tornato ad avere vent’anni.

Ma non c’è ballo senza musica…e non c’è musica senza orchestra…e “il tocco in più” è stata la Grande Orchestra Italiana, diretta mirabilmente dal Maestro Simone Mezzapesa: un ensamble di Professori d’Orchestra davvero strepitosa, che con i suoi molteplici “medley” ha spaziato fra lo swing, la canzone classica napoletana, il “liscio”, la musica da colonna sonora, rigorosamente di Ennio Morricone, il tutto riarrangiato in versione “music hall”, per la gioia del pubblico, che ha affollato il parquet dal primo all’ultimo minuto di spettacolo.

Esecuzioni tecnicamente perfette e armoniosamente combinate ad una sublime perfezione di sonorità e suggestive emozioni.
Un cappello meritevole va alla voce soprano che ha commosso tutti i presenti e persino fermato coloro che danzavano.

L'orchestra di Bitonto anche stavolta lascia a Torino un'emozione unica, prima di partire per la Francia. Onore e orgoglio italiano

Ma Toni, come dicevo poco fa, è un mago, e come ogni mago, ha estratto dal cilindro la sorpresa, l’ospite d’onore: Eugenio “Dino” Zambelli, che ci ha regalato quattro canzoni da brivido, in quattro monenti diversi della serata, “Meraviglioso” dell’indìmenticato Mimmo Modugno, "Il nostro concerto” del grande Umberto Bindi, dove la sezione fiati dell'orchestra ha regalato al pubblico una performance davvero superba, “Te lo leggo negli occhi”, brano scritto da Sergio Endrigo e inerpretato da Dino nel 1964, brano e che resterà tra i successi più grandi degli anni '60.

The last but not the least, “Il mio canto libero”, giusto perché al Le Roi siamo tutti un po', anzi molto “battistiani”.

E con la voce di Dino e l’ultimo scampolo d’orchestra si chiude la serata: la gente se ne va, quasi tutta a coppie, moltissimi sottobraccio o mano nella mano…anche quella entrata da sola…magia e potere del parquet…

Un’immagine, mi resta nella memoria, di questa bellissima serata: lui, vestito di chiaro, bello, biondino, che fa entrare la sua “lei”, bellissima, capelli neri e ricci, gambe spettacolari messe in risalto dalla minigonna nera, in macchina: una Fiat Uno azzurro metallizzato.

Ma questa, come il Le Roi…è tutta un’altra storia

Stay always tuned !!!

 

 

 

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Articolo pubblicato il 12/05/2015