La “Torino noir” vista e narrata da Milo Julini

Il “Reanimator” di corso Regina Margherita

Lo scrittore statunitense Howard Phillips Lovecraft, tra l'ottobre 1921 e il giugno 1922 scrive il racconto horror “Herbert West, Reanimator” (Herbert West, rianimatore), pubblicato sulla rivista amatoriale “Home Brew” nel luglio 1922. Una declinazione torinese di questo personaggio la troviamo in un articolo anonimo della cronaca cittadina di “Stampa Sera” del 19-20 novembre 1958, sotto il titolo «Esaltato dalla fantascienza / Sterminava i poveri gatti» e col sommario «Il suo alloggio trasformato in un antro da negromante» (m.j.).

 

Ieri sera una pattuglia della “Volante” è accorsa, su richiesta di un gruppo di inquilini, in un popolare caseggiato di corso Regina Margherita, ed ha portato al commissariato della zona, malgrado le sue proteste, un pensionato che i vicini di casa avevano denunziato come feroce sterminatore di gatti. Nel suo alloggio, infatti la polizia ha trovato i cadaveri di alcuni felini, oltre a strani aggeggi di ogni genere che lo trasformavano in un antro indescrivibile.

Il pensionato, Giorgio F., di 68 anni, aveva lavorato per molto tempo come inserviente in un istituto chimico-farmaceutico: di qui la sua conoscenza – molto approssimativa – di un certo numero di nozioni scientifiche. Andato in pensione un paio di anni fa, l’ex-inserviente aveva cominciato a mostrare segni di un profondo mutamento di carattere: appariva diverso dal solito soprattutto quando si recava ad assistere a spettacoli cinematografici di fantascienza, gli unici film che gli piacessero. Non erano i viaggi spaziali a interessarlo, ma soprattutto le pellicole che rivelavano strani assurdi esperimenti sull’uomo.

I vicini di casa non davano peso alla cosa: ritenevano che il pensionato si lasciasse un po’ esaltare dai film di fantascienza, ma che tutto sommato si trattasse di una mania innocua. Purtroppo qualche mese fa una vincita di qualche centinaio di migliaia di lire al Lotto doveva radicalmente sconvolgere la vita del pensionato.

«Questo è il segno della Provvidenza – aveva confidato. – Ora posso finanziare i miei esperimenti. Ho intuito il siero che permetterà di rimettere in vita i morti, o meglio di effettuare la “rianimazione” in particolare per le vittime di incidenti».

Buona parte della vincita veniva spesa nel comprare le strane incredibili attrezzature del laboratorio. Poi erano incominciati gli “esperimenti”, usando come cavie poveri gatti, forniti da alcune persone senza scrupoli.

Sentimenti zoofili ed odori sgradevoli provenienti dai corpi di alcune delle innocenti vittime che il pensionato aveva dimenticato di seppellire, provocavano infine la denuncia dei vicini. Il commissario, dopo l’interrogatorio dell’«esperimentatore», ha ritenuto che non fosse il caso di applicare la legge che punisce i maltrattamenti di animali. Occorreva invece ricorrere ad un medico: questi confermava quanto il funzionario aveva già intuito ed ordinava il ricovero in manicomio.

Gli infermieri della Croce Verde non avevano difficoltà a farsi seguire: il commissario infatti aveva detto allo «scienziato» di avergli trovato un posto in un grande ospedale nei pressi di Torino dove avrebbe potuto continuare, nelle migliori condizioni possibili, il suo proficuo ed utile lavoro.

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Articolo pubblicato il 13/05/2015