L’immoralità di chiamarsi Enrico Zanetti
Enrico Zanetti

Frasi oltraggiose pronunciate nei confronti di coloro che hanno sempre lavorato da parte di un sottosegretario del governo Renzi

La sentenza con la quale la Consulta ha bocciato i tagli previdenziali voluti dal governo Monti nel 2012, è cascata sul governo come un fulmine a ciel sereno. Renzi, in vista delle elezioni regionali, stava spacciando per “tesoretto” da distribuire come mancia sul tipo degli 80 euro, il frutto di un artificio contabile sulle previsioni gonfiate del deficit, rispetto alla situazione attuale.

Ora è costretto a una repentina retro marcia e, per non deludere tutti gli aventi diritto al risarcimento prima del voto, fa il pesce in barile e tace. Intanto al Ministero del Tesoro, qualcuno sta facendo i conti che si aggirano su dieci – dodici miliardi secondo l’ampiezza del parterre dei pensionati pretendenti.

 Mentre filtrano indiscrezione sui tempi e modi dell’intervento riparatore, Padoan ci tiene a ribadire che la sentenza sarà rispettata e non si prevedono manovre all’orizzonte. Intanto anche Bruxelles vigila e invita l’Italia a rispettare il patto di stabilità in ogni caso, a prescindere dalla sentenza.

Tra le ipotesi allo studio, pare anche che il Governo, se in ottemperanza alla sentenza, risarcisse tutti i pensionati danneggiati, potrebbe, in autunno escogitare altre misure per rifarsi al più presto, a spese dei pensionati.

Nell’insindacabilità dell’azione di Governo, emergono però atteggiamenti e dichiarazioni, pronunciate dal Sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, che colpiscono ed offendono coloro che hanno avuto il torto di lavorare tutta la vita e di ottenere retribuzioni adeguate alla rilevanza degli incarichi svolti e sulle quali sono state calcolate a suo tempo, imposte e contributi previdenziali.

Sul “Il Fatto Quotidiano” del 6 maggio si legge quanto segue:

“È impensabile” che si restituiscano i soldi ai pensionati “che prendono 3.500-4.000 euro al mese, quando si è chiesto ai giovani di passare al sistema contributivo e ai quasi pensionati di spostare in avanti l’età per andare in pensione. Sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte”.

Così il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti ha gelato le speranze di chi riceve un assegno oltre sette volte il trattamento minimo: nonostante la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il blocco dell’adeguamento all’inflazione, possono scordarsi di avere indietro quanto perso a causa della norma Fornero.

Il segretario di Scelta civica ha quindi ufficialmente confermato quanto ventilato nei giorni scorsi: Palazzo Chigi è orientato a rimborsare solo quanti percepiscono pensioni molto basse. Altre “fonti di governo” hanno poi chiarito ancora meglio qual è la strategia individuata dal premier Matteo Renzi e dal ministro Pier Carlo Padoan: “Non rimborsare” tutti è una soluzione “compatibile con la sentenza della Corte” e comunque “quello dei rimborsi è un falso problema, perché tra l’altro è difficile che qualcuno faccia ricorso per 1.000-1.500 euro accollandosi le spese”.

Come dire che l’esecutivo, semplicemente, spera che i pensionati non siano in grado di accollarsi l’onere di una battaglia legale. Per poi proseguire

“Se Padoan dirà, che dobbiamo rimborsare tutto, allora saremmo su due posizioni diverse, ma non credo che il ministro abbia intenzione di dire una cosa del genere, perché sarebbe un’ingiustizia spaventosa“, conclude il malcapitato Zanetti.

All’ignorante sottosegretario vorremo poi ricordare che la famigerata Legge Fornero, non è stata solamente causa del blocco dei pensionamenti, la creazione di un esercito di esodati e del blocco dell’indicizzazione delle pensioni.

La Legge n. 214/2011 (Legge Fornero) per la precisione, ha istituito un contributo di solidarietà a carico di alcune categorie di pensioni. Il contributo si applica dal 2012 sulle pensioni d’importo superiore a 5 volte il trattamento minimo ed incide sino all’1% sul trattamento pensionistico.

Oggi ci sono aliquote di pensionati che, oltre al mancato adeguamento del  potere d’acquisto, ogni mese subiscono una decurtazione reale del trattamento pensionistico.

Quando, si parla e si ha il potere di decidere su argomenti così delicati, sarebbe opportuno almeno conoscerli.

Gli asini ragliano e vivono nelle stalle. In Italia occupano i banchi del governo.

 

 

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Articolo pubblicato il 08/05/2015